“Gli studenti e la partecipazione”, indagine ActionAid-Ipsos

Con la pandemia di Covid-19 è diminuita la partecipazione degli studenti nei luoghi di confronto della scuola superiore. L’indagine Gli studenti e la partecipazione, condotta da Ipsos per ActionAid, rivela che solo per un quinto dei giovani che frequentano le superiori si sono svolte assemblee di classe e di istituto online come prima.

La ricerca, realizzata in collaborazione con l’Unione degli Studenti, ha fotografato le opinioni di circa 800 ragazzi tra i 14 e i 19 anni alla vigilia del secondo rientro in classe dall’inizio della pandemia e in vista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per verificare il valore della loro partecipazione alla governance scolastica, delle collaborazioni con il terzo settore, e delle sfide dell’istruzione in Italia secondo lo sguardo dei protagonisti.

L’indagine evidenzia che la scuola è un luogo di crescita personale, al di là dell’apprendimento nozionistico, per quasi 8 studenti su 10; il 60% degli intervistati pensa che la scuola aiuti a sviluppare fiducia in sé stessi. «A mostrare un più forte interesse e partecipazione sono le ragazze – si legge nella presentazione della ricerca pubblicata sul sito di ActionAid -, inoltre gli studenti al Sud hanno una maggiore frequenza delle assemblee sia di classe che di istituto. Tra coloro che hanno un buon rendimento scolastico cresce la partecipazione e l’interesse. Le differenze sono notevoli anche tra chi frequenta il Liceo e gli istituti professionali, dove si registra minore partecipazione».

Per 7 ragazzi su 10 la pandemia ha dato un duro colpo alla socialità e le conseguenze negative dureranno nel tempo; per il 40% ci saranno risvolti negativi anche sulla partecipazione degli studenti ad attività extrascolastiche.

I giovani intervistati hanno le idee chiare sulle priorità degli investimenti per le scuole: dotazioni tecnologiche per la didattica, connettività, messa in sicurezza degli edifici, formare docenti con metodi più efficaci di insegnamento e sistemi di valutazione innovativi e partecipati, attività extrascolastiche (laboratori, esperienze pratiche) e progetti proposti dagli studenti stessi.

«I singoli investimenti e le riforme specifiche proposte nel PNRR – si spiega nella presentazione - vanno inserite in un disegno organico che abbia effetti concreti e duraturi nella diminuzione del fallimento formativo e della dispersione. Di fondamentale importanza sarà promuovere la reale costruzione di comunità scolastiche, tramite dei patti educativi sostenibili e formalmente riconosciuti, che prendano in carico i bisogni dei ragazzi e delle ragazze nell’arco di tutti gli anni di crescita. Nell’attuazione dei progetti del Piano sarà necessario un maggiore protagonismo degli enti locali al fianco delle scuole, insieme ad azioni di sostegno mirate per le famiglie e collaborazioni continuative con associazioni del terzo settore. Dall’indagine sugli studenti emerge infatti che solo 4 su 10 frequentano una scuola che ha creato collaborazioni con enti del terzo settore. Ma tra coloro che sono coinvolti, quasi 8 su 10 ne ha tratto benefici e 7 su 10 sono molto interessati».

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