Disuguaglianze e dispersione scolastica, rapporto Save the Children

23/09/2022 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Il 9,7% degli studenti con un diploma superiore nel 2022 si ritrova in condizioni di dispersione “implicita”, cioè senza le competenze minime necessarie per entrare nel mondo del lavoro o dell’Università, mentre il 12,7% degli under 18 non arriva neanche al diploma delle superiori, perché abbandona precocemente gli studi. Sono alcuni dati del recente rapporto di Save the Children Alla ricerca del tempo perduto, un’analisi sulla situazione della scuola italiana che mette in luce la relazione effettiva tra disuguaglianze di offerta sui territori ed esiti scolastici, ma anche quella tra la qualità dell’offerta, dove c’è, e la resilienza nell’apprendimento dei bambini e dei ragazzi in svantaggio socioeconomico.

Dalla pubblicazione emergono forti disuguaglianze territoriali, «un fil rouge in negativo che attraversa le diverse dimensioni della povertà educativa in Italia». Prendendo in esame la dispersione “implicita” al termine del ciclo scolastico della scuola superiore, nelle regioni meridionali - nonostante una riduzione consistente avvenuta nell’ultimo anno in particolare in Puglia (-4,3%) e in Calabria (-3,8%) - permangono percentuali di “dispersi” alla fine del percorso di istruzione più elevate rispetto alla media nazionale, con una punta del 19,8% in Campania. Considerando poi le competenze nelle singole materie, in Campania, Calabria e Sicilia più del 60% degli studenti non raggiunge il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70% degli studenti in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Nel caso della dispersione “esplicita”, l’abbandono scolastico nella maggior parte delle regioni del Sud va ben oltre la media nazionale (12,7%), con le punte di Sicilia (21,1%) e Puglia (17,6%), e valori decisamente più alti rispetto a Centro e Nord anche in Campania (16,4%) e Calabria (14%). In regioni come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, inoltre, i Neet (15-29enni che non lavorano, non studiano e non seguono corsi di formazione) hanno superato i coetanei che lavorano (tre giovani Neet ogni due giovani occupati).

Il rapporto analizza anche alcuni indicatori “strutturali” che riguardano la scuola, come la presenza di mensa scolastica e tempo pieno, palestra e certificato di agibilità, mettendo in evidenza la correlazione positiva tra la qualità dell’offerta in termini di strutture e tempo scuola e il livello di apprendimento conseguito dagli studenti.

Mettendo a confronto le dieci province italiane con l’indice di dispersione “implicita” più bassa e più alta, si rileva come nelle province dove l’indice di dispersione “implicita” è più basso, le scuole primarie sono dotate di certificato di agibilità (47,9% contro 25,3%) e hanno assicurato ai bambini: maggior offerta di tempo pieno, frequentato dal 31,5% degli studenti contro il 24,9% nelle province ad alta dispersione; maggior numero di mense (il 25,9% delle scuole contro il 18,8%); maggior numero di palestre (42,4% contro 29%). «Questa correlazione – si legge nel sito di Save the Children - appare ancora più rilevante se si considerano i minori svantaggiati dal punto di vista socioeconomico. Infatti, la dispersione “implicita” risulta significativamente inferiore in quelle province italiane dove almeno la metà degli alunni della scuola primaria frequentano il tempo pieno e almeno la metà delle scuole ha la mensa».

Il rapporto, infine, propone una serie di misure per rilanciare la scuola pubblica. «Misure volte non soltanto a garantire la ripartenza della scuola, dopo due anni molto difficili, ma soprattutto a trasformarla, per dotarla degli strumenti necessari a far fronte alle sfide educative future, e garantire a tutti gli studenti e le studentesse il diritto ad un’istruzione di qualità».

Alla ricerca del tempo perduto è disponibile sul sito di Save the Children, nella sezione “Pubblicazioni”.

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