Orti sociali realizzati da giovani detenuti

27/08/2013 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

L'orticoltura biologica come opportunità di lavoro e reinserimento sociale per i minori autori di reato. Il progetto Ricomincio dal bio, avviato lo scorso settembre, punta proprio su questo: utilizzare il potere rieducativo e terapeutico della coltivazione della terra per aiutare i ragazzi sottoposti a misure penali a prendersi cura di sé, reinserirsi nella società e imparare un mestiere. Il 3 settembre, a Roma, si svolgerà il workshop conclusivo del progetto, realizzato da Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica) in collaborazione con il Dipartimento per la giustizia minorile, i Centri per la giustizia minorile di Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Marche, Campania e Sicilia e i Garanti dei detenuti della Regione Lazio e del Comune di Firenze.

Ricomincio dal bio ha coinvolto alcuni minori e giovani adulti detenuti negli Istituti penali per i minorenni e altri affidati alle comunità e ai servizi sociali di cinque regioni: Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania e Sicilia. I ragazzi hanno partecipato a sei corsi di orticoltura biologica, imparando sul campo a prendersi cura delle piante.

Oltre ai corsi per i giovani e al workshop in programma il 3 settembre, il progetto ha previsto cinque seminari formativi rivolti agli operatori della giustizia minorile delle regioni che hanno preso parte a Ricomincio dal bio, un seminario nazionale di formazione per operatori agricoli e sociali e delle organizzazioni di volontariato, la realizzazione di sei orti biologici negli Istituti penali per i minorenni coinvolti e altre attività.

«Prendersi cura di piante e animali», si legge nella presentazione dell'iniziativa sul sito di Aiab, «aiuta a prendersi cura di sé. E ciò è particolarmente importante per persone soggette alla restrizione della libertà, soprattutto per personalità in fase formativa come quella dei minori. Inoltre l'attività agricola si è rivelata significativa anche per possibili prospettive professionali, soprattutto nel settore dell'agricoltura biologica».

Il progetto si propone, così, vari obiettivi, fra i quali quelli di «concorrere alla rieducazione e al reinserimento sociale dei minori attraverso l'offerta di opportunità di formazione e responsabilizzazione degli stessi, mediante l'orticoltura biologica» e «sostenere la creazione di nuovi orti biologici e/o integrare le attività agricole eventualmente già avviate negli Istituti penali per i minorenni contribuendo all'ampliamento delle offerte formative già esistenti».

Il workshop, intitolato La semina e il raccolto. Ricomincio dal bio. L'orticoltura biologica, un'opportunità per la formazione e l'inclusione sociale e lavorativa per i minori autori di reato, sarà l'occasione per presentare i risultati del progetto, illustrarne punti di forza e criticità e avviare una riflessione sul tema dell'inserimento dei minori nelle aziende agricole biologiche e nelle cooperative sociali. Sono previsti interventi, fra gli altri, di Caterina Chinnici, capo del Dipartimento per la giustizia minorile, Serenella Pesarin, direttore generale per l'attuazione dei provvedimenti giudiziari del Dipartimento e Anna Ciaperoni e Aldo Milea, di Aiab. Interverranno anche i docenti dei corsi di formazione e alcuni ragazzi che hanno seguito i corsi di orticoltura biologica. (bg)

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