L’impatto sociale del Coronavirus, rapporto Save the Children “Non da soli”

16/04/2020 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Nell’emergenza legata al Coronavirus moltissime famiglie hanno visto improvvisamente cambiare la propria disponibilità economica (77,6%), il 73,8% ha perso il lavoro o ridotto drasticamente il proprio impegno retribuito. Nel 63,9% dei casi la mancanza di entrate economiche ha fatto ridurre la spesa per l’acquisto di beni alimentari. Sono alcuni dati che emergono dal nuovo rapporto di Save the Children Non da soli – cosa dicono le famiglie, un’indagine che approfondisce l’impatto che l’emergenza Coronavirus e le conseguenti misure di contenimento della pandemia hanno avuto sulla vita delle famiglie con figli minorenni beneficiarie del progetto Non da soli, lanciato dall’organizzazione per supportare i nuclei più fragili.

«È molto difficile fare stime in questo momento – si legge nel sito di Save the Children -, ma sembrerebbe piuttosto concreto - in assenza di interventi immediati - il rischio che il numero dei bambini in condizioni di povertà assoluta aumenti di un ulteriore milione, un numero che potrebbe essere anche più alto se non verranno presi provvedimenti a sostegno delle famiglie in difficoltà».

La crisi sociale ed economica ha conseguenze molto pesanti anche sul fronte educativo: «l’emergenza Coronavirus e la chiusura prolungata delle scuole sta colpendo molti bambini e adolescenti che rischiano di rimanere isolati rispetto alla loro classe e non raggiunti dalla didattica a distanza».

Secondo gli ultimi dati Istat disponibili riportati nella pubblicazione il 42% dei minorenni vive nella propria abitazione in una condizione di sovraffollamento e il 7% dei bambini e degli adolescenti è vittima di un grave disagio abitativo. «È in quelle case piccole e affollate, con famiglie in condizioni economiche ulteriormente peggiorate, che i bambini e gli adolescenti cercano uno spazio per studiare e concentrarsi. Siamo di fronte al rischio concreto di un forte aumento della povertà educativa, già tanto presente nel nostro Paese».

Il rapporto analizza un altro aspetto molto importante: l’accesso alla didattica digitale. I dati Istat rivelano che il 12,3% dei ragazzi tra 6 e 17 anni non ha un computer o un tablet a casa (850 mila in termini assoluti); la quota raggiunge quasi il 20% nel Mezzogiorno (470 mila ragazzi). Il 57% lo deve condividere con la famiglia e solo il 6,1% vive in famiglie dove è disponibile almeno un computer per ogni componente. Tra le famiglie con minorenni (0-17 anni) circa una su 7 non ha un computer o un tablet a casa (il 14,3%), con differenze geografiche nette che passano da picchi del 21,4% al Sud all’8,1% nel Nord-Ovest.

«Quindi anche se quasi tutte le famiglie con figli hanno accesso ad internet, magari attraverso il cellulare di un genitore – spiega Save the Children -, risulta molto difficile seguire le lezioni online e svolgere compiti a distanza (stampare e inviare schede, elaborati, esercizi), se non sono presenti almeno un computer o un tablet in casa da utilizzare varie ore al giorno».