Dossier - I minorenni stranieri

 

Dossier statistico sui minorenni stranieri in Italia aggiornato a gennaio 2009

Indice: Presenza; Scolarizzazione; Accoglienza

La sempre più marcata presenza straniera è la vera e più macroscopica dinamica di mutamento nello scenario, altrimenti piuttosto statico, della società italiana. L’incremento registrato negli ultimi anni, particolarmente intenso nel biennio 2003-2004, è addebitabile in primo luogo ai provvedimenti di regolarizzazione (legge n. 189 del 30 luglio 2002 e legge n. 222 del 9 ottobre 2002) che hanno permesso a molti stranieri già presenti, irregolarmente, sul territorio nazionale di sanare la propria posizione. Di fatto il forte movimento migratorio in entrata – largamente superiore a quello in uscita – ha permesso alla popolazione residente in Italia di continuare a crescere in anni di saldo naturale della popolazione (differenza tra i nati vivi e i morti) negativo. Gli stranieri residenti al 1° gennaio 2008 risultano 3.432.651 (+16,8% rispetto al 1° gennaio 2007) e sono passati a rappresentare, in un solco di continuità di crescita, il 5,8% della popolazione residente nel nostro paese. Nonostante ciò, l’Italia è tra i paesi con un’incidenza di presenza straniera relativamente bassa nel panorama europeo, largamente sopravanzata per esempio da Germania, Spagna e Regno Unito.

PRESENZA

All’interno dell’incremento della popolazione straniera residente, la componente in più rapida crescita è senza dubbio quella minorile, sebbene negli anni della regolarizzazione si sia verificata una lieve flessione dell’incidenza di minorenni sul totale della popolazione straniera, avendo la regolarizzazione interessato gli adulti molto più che i minorenni.

  • In merito alla quantificazione di questo segmento della popolazione è però necessario fare alcune precisazioni per evidenziare alcune specifiche problematiche di monitoraggio:.
  • - i permessi di soggiorno, essendo riferiti ai soli ultraquattordicenni, sottostimano la presenza minorile straniera poiché per gli infraquattordicenni l’iscrizione avviene sul permesso rilasciato a uno o entrambi i genitori;
  • - le iscrizioni in anagrafe riguardano i soli minorenni residenti, includendo i minorenni non più presenti e non ancora cancellati, ed escludendo quelli regolari in attesa di iscrizione.

A tutto questo si deve aggiungere, almeno in linea teorica, quella quota, presumibilmente non del tutto irrilevante, di presenza irregolare che sfugge per sua stessa natura a qualunque attività di monitoraggio e di rilevazione statistica. Stante ciò, l’incremento della popolazione minorile straniera residente è inequivocabile, passando dalle 128 mila unità del 2001 alle 765.481 unità conteggiate a gennaio del 2008. In termini percentuali essi rappresentano il 22,3% della popolazione straniera complessiva, ovvero è minorenne uno straniero ogni cinque soggetti regolarmente iscritti in anagrafe.

Ricongiungimenti e nascite La crescita della presenza minorile è alimentata non solo dai ricongiungimenti familiari, che vedono l’arrivo dei bambini dai paesi d’origine dopo un periodo di permanenza di uno o entrambi i genitori nel nostro paese, ma anche e soprattutto dai nati da stranieri in Italia, al punto che circa il 63% dell’incremento della presenza minorile straniera che si è verificata nell’ultimo anno è addebitabile alle nuove nascite. I nati con entrambi i genitori stranieri residenti sono stati nel 2007 pari a 64.049 unità e rappresentano l’11,4% del totale delle nascite occorse in Italia nell’anno.

Seconde generazioni e stabilizzazione Più in generale risultano nel nostro paese circa 457 mila residenti di cittadinanza straniera nati in Italia, pari a circa il 13,3% del totale degli stranieri residenti, che rappresentano la cosiddetta “seconda generazione”, ovvero stranieri non immigrati la cui cittadinanza straniera è dovuta unicamente al fatto di essere figli di genitori stranieri. È facile pronosticare per gli anni a venire un peso e un incremento ancor più rilevante delle nascite straniere sul complesso delle nascite, non solo per effetto dei crescenti flussi migratori in entrata ma anche per il più alto livello di fecondità espresso dagli stranieri rispetto agli italiani. Si stima, infatti, che a fronte di un tasso di fecondità nel nostro paese di appena 1,34 figli per donna, il livello medio di fecondità degli stranieri in Italia sia di 2,4 figli per donna – con differenze anche molto significative da comunità a comunità, per esempio egiziani e marocchini (4 figli per donna), peruviani e filippini (1,4 figli per donna). L’aumento dell’incidenza della popolazione minorile straniera declinata secondo gli arrivi per ricongiungimento familiare e i livelli di fecondità espressa ci restituisce l’immagine di un processo di radicamento della popolazione straniera – uno su dieci ha comprato casa in Italia – sempre più spinto e intenso. La distribuzione territoriale di questo indicatore – che testimonia del percorso di stabilizzazione delle diverse comunità, del riequilibrio di genere nelle stesse e della solidità, più in generale, del progetto migratorio tout court – ricalca la distribuzione regionale di presenza straniera che si addensa fortemente nel aree del Centro-nord del paese.

SCOLARIZZAZIONE

È la scuola il luogo in cui questa crescente presenza diventa palpabile e più facilmente sperimentabile, soprattutto, come ovvio, in alcune aree del Centro e del Nord del paese (Emilia-Romagna, Umbria, Lombardia e Veneto). Dai primi anni del nuovo millennio il ritmo di crescita della presenza degli alunni stranieri nella scuola italiana è salito vertiginosamente al punto che tra l’anno scolastico 2000/2001 e l’anno scolastico 2007/2008 gli alunni/studenti con cittadinanza non italiana sono passati da 147.406 unità a 547.133 unità, quadruplicando dunque di numero nel volgere degli ultimi otto anni. Le etnie più numerose nelle nostre scuole sono l’immagine riflessa di quelle maggiormente rappresentate nella popolazione straniera complessiva: Albania, Marocco, Romania, Cina. Nell’anno scolastico 2006/2007 si registrano 5,6 studenti non italiani ogni 100 studenti in complesso con una distribuzione per ordine scolastico di: 5,7 alunni ogni 100 alla scuola dell’infanzia; 6,8 ogni 100 alla primaria; 6,5 alla secondaria di primo grado e 3,8 alla secondaria di secondo grado. Le più alte incidenze negli ordini scolastici inferiori, che continuano a crescere di anno in anno, testimoniano dell’avanzamento delle seconde generazioni – caratterizzate prioritariamente da bambini stranieri nati nel nostro paese, frutto delle più intense dinamiche riproduttive della popolazione straniera – e, in parte residuale, dai bambini in età prescolare giunti in Italia per ricongiungimento familiare.

Minori stranieri adottati Una quota certamente residuale, ma comunque significativa riguarda, poi, quei minori stranieri che essendo stati adottati da coppie italiane risultano cittadini italiani a tutti gli effetti e frequentano le scuole italiane. Essi si trovano spesso a scontare almeno nell’inserimento scolastico difficoltà linguistiche di apprendimento della nuova lingua che ne possono in qualche misura compromettere il percorso di integrazione. Nel periodo che va da novembre 2000 a giugno 2008 risultano essere giunti in Italia attraverso l’adozione internazionale 21.671 bambini che, nel corso del 2008 sono giunti principalmente da Ucraina, Colombia, Brasile, Vietnam, Etiopia, Polonia e Federazione Russa.

ACCOGLIENZA

Alla crescita della presenza di minori stranieri negli ambiti di vita quotidiana fa da contraltare una crescita ancor più significativa di coinvolgimento dei minori stranieri nei contesti di disagio. Il monitoraggio che il Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza ha realizzato nel corso degli anni sui minori fuori famiglia – e più precisamente sugli affidamenti familiari e sull’accoglienza nei servizi residenziali – documenta che la presenza dei minori stranieri negli affidamenti familiari è aumentata dal 7% del fenomeno complessivo nel 1999 al 22% del 2005. Relativamente all’accoglienza nei servizi residenziali, l’incremento va dal 12% del 1998 al 25% del fenomeno complessivo del 2005. Una quota niente affatto irrilevante di tale fenomeno è dovuta alla crescita del numero di minori stranieri non accompagnati sul territorio nazionale. Alla data del 31 dicembre 2007 risultano segnalati in Italia 7.548 minori stranieri non accompagnati (tre quarti dei quali sprovvisti di qualunque documento di riconoscimento), di cui spesso dopo una permanenza più o meno lunga in strutture o famiglie accoglienti si perdono le tracce, salvo incontrarli nuovamente in contesti di conclamato disagio quale il circuito penale minorile.

Minorenni e giustizia Sono di cittadinanza straniera poco meno di un terzo dei minorenni denunciati alle procure per i minorenni in Italia – con valori anche del 40%-50% nelle regioni del Centro-nord – dato altamente significativo se si considera, come già detto in apertura, che l’incidenza dei minori stranieri sul totale dei minori residenti è pari al 6,6%. Rispetto alle fattispecie di reato contestate prevalgono nettamente i reati contro il patrimonio mentre risultano proporzionalmente minoritari i reati contro la persona. Nelle strutture della giustizia minorile l’incidenza straniera sale ulteriormente al punto da attestarsi attorno al 60% degli ingressi annuali sia nei centri di prima accoglienza sia negli istituti penali minorili. Le misure di detenzione carcerarie sembrano, dunque, almeno in certe aree del paese, prerogativa quasi esclusiva dei minori stranieri che raramente usufruiscono di misure alternative. La messa alla prova, per esempio, risulta quasi assoluto appannaggio dei minori italiani, per i quali – è doveroso precisare – più spesso si ravvisano le condizioni necessarie per l’applicazione di un tale provvedimento.

CONOSCERE e ACCOGLIERE

Il quadro informativo sin qui delineato spinge a concludere che per favorire il reale processo di integrazione dei minori stranieri nella società sempre più multietinica e multirazziale dell’odierna Italia e garantire loro la piena esigibilità dei propri diritti, sembra quanto mai necessario e urgente mettere in campo e operare tutte le possibili sinergie e collaborazioni istituzionali per potenziare il quadro di conoscenza sui minori stranieri che vivono nel nostro Paese.