
Sono online, sul sito dell’Unicef, i dati raccolti tramite OPS! – La tua Opinione oltre ogni Pregiudizio, contro gli Stereotipi, web app interattiva lanciata dall’organizzazione nel dicembre del 2023 per aiutare adolescenti e giovani a riconoscere e decostruire i propri bias inconsci, ovvero quei giudizi automatici che derivano dal proprio contesto sociale e culturale, e che spesso agiscono nel nostro inconscio senza che ce ne rendiamo conto alimentando comportamenti discriminatori. Il 92% delle risposte proviene da giovani tra gli 11 e i 24 anni, principale target del progetto.
Secondo quanto evidenziato dai risultati dell’indagine, un volto di fenotipo subsahariano ha una probabilità quasi tre volte superiore rispetto a un volto caucasico di essere identificato come “migrante” (70,2% contro 24,6%).
Quando una persona viene percepita come “migrante”, inoltre, riceve sistematicamente valutazioni peggiori rispetto agli altri aggettivi positivi proposti dal test: bello, ricco, onesto, intelligente. Un volto subsahariano, se associato a “migrante”, viene considerato ricco solo nel 19,3% dei casi e intelligente nel 40%; un volto caucasico, anche quando percepito come migrante, viene invece valutato come intelligente nel 68,8% dei casi, a conferma di un bias positivo costante a favore dei tratti eurocentrici.
«Il campione – si legge nel testo che riporta i dati - risulta lievemente sbilanciato a livello di genere, con il 54% di partecipanti femmine e il 43% maschi. In generale, si registrano valutazioni mediamente più positive per i volti femminili rispetto a quelli maschili. Tuttavia, lo scenario cambia nel caso dei volti caucasici e latini – più simili alla quasi totalità del campione – dove le donne vengono valutate più negativamente degli uomini sia in termini di intelligenza che di ricchezza. Questa tendenza è più marcata tra i ragazzi, ma si riscontra anche tra le ragazze, segno della presenza di stereotipi di genere diffusi e interiorizzati».
I risultati, infine, mostrano che i ragazzi maschi presentano i livelli di bias più alti, con una differenza tra i 5 e gli 8 punti percentuali rispetto alle ragazze nelle valutazioni negative verso i fenotipi non caucasici.
L’indagine si conclude con una serie di raccomandazioni: fra queste, rivolgere interventi educativi ai giovani tra gli 11 e i 24 anni, con particolare attenzione a quelli caucasici di genere maschile, che mostrano bias negativi più forti; promuovere percorsi che aiutino a superare gli stereotipi di genere; lavorare sui pregiudizi legati ai fenotipi sub-sahariano, sud-asiatico ed est-asiatico, con attenzione specifica verso gli uomini sub-sahariani, tra i più penalizzati.
Si possono consultare i dati sul sito dell’Unicef.
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