Diritto di accesso alle origini

covere dell'approfondimento sul quesito giurisprudenziale sul Diritto di accesso alle origini

Diritto di accesso alle origini. Il diritto all'oblio della madre incapace di intendere e di volere prevale su quello dell'adottato a conoscere le proprie origini.

L'impossibilità della madre biologica – stante le sue condizioni psichiche – di esprimere un valido consenso, è da equiparare al diniego opposto alla richiesta di revoca della volontà di mantenere l'anonimato? 


Con l’introduzione, nel 2001, del diritto dell’adottato a conoscere le proprie origini, si è aperto un varco nell’attuazione di un concreto interesse legittimo del figlio adottato ad avere informazioni circa la sua storia personale.

A livello europeo, la Corte europea dei diritti dell’uomo è intervenuta nel 2012 criticando l’Italia per la mancanza di un meccanismo che potesse assicurare il bilanciamento tra gli opposti interessi madre/figlio, entrambi meritevoli di tutela.

La decisione della Corte Edu, che peraltro non ha messo in discussione il diritto all’anonimato in quanto tale, prende forma dalla riflessione per cui la garanzia del diritto all’anonimato materno andrebbe valutata in una visione cosiddetta diacronica, contrapposta cioè a quella cristallizzata della disciplina vigente...

In allegato un approfondimento giurisprudenziale sul diritto di accesso alle origini.

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