Il 24 giugno, nel corso delle Giornate della ricerca sociale indette a Roma dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, è stato presentato il lavoro di sviluppo di un sistema nazionale di indicatori di contesto e benessere relativi alla condizione di bambini e ragazzi.
Gli obiettivi del progetto. Il lavoro, in corso di completamento, è stato presentato da Valerio Belotti, del Comitato tecnico scientifico del Centro nazionale e da Enrico Moretti, responsabile dei servizi statistici all'Istituto degli Innocenti di Firenze. Gli obiettivi del progetto sono cinque: effettuare una ricognizione sugli indicatori statistici disponibili nell'ultimo decennio sui bambini in Italia e riaggregarli in dimensioni che rispettino i principi dei diritti umani contemplati dalla Convenzione sui diritti dei bambini del 1989; definire i principali mutamenti intervenuti nella condizione dell'infanzia nell'ultimo decennio a livello nazionale; costruire una misura comparativa del benessere a livello regionale; definire un indice di benessere nazionale da revisionare ogni tre anni; effettuare una ricognizione dei principali indicatori statistici riferiti ai principali paesi europei per una misurazione comparativa del benessere nel contesto Ue. Lo stato dei lavori sul primo e terzo obiettivo è stato al centro della presentazione tenuta davanti alla platea romana.
L'assenza di un approccio organico. Con la costruzione di una mappa degli indicatori statistici relativi a infanzia e adolescenza in Italia, si punta a colmare l'assenza di un progetto organico che a livello regionale e nazionale riesca a restituire un'immagine della qualità della vita e del benessere dei bambini nel nostro paese.
Nel corso degli ultimi anni, infatti, con l'aumento dell'attenzione all'infanzia, è cresciuta anche la mole di dati statistici disponibili. Si sa molto sugli aspetti “istituzionali” della vita dei bambini, come la scolarizzazione, o su la maggior parte degli aspetti legati ai problemi della devianza o della sofferenza. Ma, tra le altre cose, si sa poco della vita quotidiana dei bambini e sulla loro dimensione soggettiva. A livello internazionale, è stato intrapreso invece un percorso di riflessione e studi che sta sviluppando specifiche e significative procedure di monitoraggio della condizione e del benessere dell'infanzia. Alcuni di questi monitoraggi coinvolgono anche l'Italia, ma da essi, a causa del numero di indicatori limitato, non si possono trarre informazioni attendibili sulla situazione italiana.
Ma come descrivere il benessere? Per costruire la mappa italiana, bisogna prima di tutto chiarire il concetto di benessere dei bambini, molto spesso legato al cotesto spaziale o temporale in cui viene definito. Il lavoro del Centro nazionale sposa la tendenza che si sta andando affermando da qualche anno a questa parte: il benessere è un processo di costruzione sociale che vede bambini e ragazzi come protagonisti inseriti all'interno di relazioni sociali ed affettive sia come soggetti inseriti in strutture e organizzazioni sociali che influenzano opportunità e crescita di sviluppo. Per questo, si è partiti da una ricerca accurata dei dati e delle informazioni statistiche disponibili per nutrire un modello interpretativo delle dimensioni del benessere dei bambini italiani. La convenzione internazionale sui diritti dei bambini del 1989 è un riferimento importante per lo studio del benessere soprattutto perché propone una stretta interdipendenza tra diritti positivi – che definiscono il bambino come soggetto produttore di cultura e relazioni – e diritti di protezione – cioè la cura e la rappresentanza d'interessi.
La difficoltà di recuperare dati territoriali. Le diverse informazioni statistiche disponibili in Italia non sono orientate alla costruzione di un'immagine coerente della condizione dell'infanzia, ma costituiscono per lo più utili approfondimenti. Questa mancanza di una strategia coerente favorisce il loro uso strumentale, spesso per scopi particolaristici. Inoltre, dopo la riforma del titolo V della Costituzione, la disponibilità di dati a livello locale e regionale è diventata ancora più problematica, in assenza di un piano organico dei sistemi informativi regionali, cui non supplisce la scarsa capacità di restituire le diverse situazioni locali delle periodiche indagini su aspetti della vita quotidiana. Questo quadro non è comunque tutto negativo: alcune amministrazioni regionali hanno sviluppato accurate banche dati incentrate su bambini e ragazzi nei settori dell'assistenza e della promozione dell'infanzia. È il caso, per esempio, di Toscana e Veneto. Ma a livello territoriale prevalgono le zone d'ombra: molte Regioni non producono propri dati e mancano di analisi sulle condizione dei bambini e sui metodi con cui misurare il suo andamento nel corso del tempo.
I criteri nella scelta dei dati. Per effettuare la ricognizione dei dati e degli indicatori disponibili, è stata utilizzata la base dati del Centro nazionale, costantemente aggiornata da un decennio attraverso la selezione delle fonti statistiche istituzionali. Sono stati utilizzati tre criteri per scegliere il materiale: dovevano riferirsi ai minori come oggetto specifico delle osservazioni; i dati dovevano riportare non solo informazioni su eventuali situazioni di disagio, ma anche su aspetti positivi della vita quotidiana; l'inclusione di indicatori oggettivi (rilevazioni amministrative e contabili) e di dati soggettivi; infine, l'aderenza di fedeltà e validità tra l'informazione selezionata e l'aspetto della condizione infantile che si vuole misurare. In questo processo si è utilizzata particolare attenzione nell'individuazione e valutazione dei dati riferiti al genere e alla nazionalità dei bambini e nell'inclusione dei dati disponibili su base territoriale.
La struttura della mappa. Gli indicatori sono stati poi ricomposti in una struttura costituita da dimensioni o domini, che tenesse conto dei diritti dei bambini, della disponibilità degli indicatori selezionati e includesse indicatori riferiti ai servizi di welfare rivolti ai bambini e ai rispettivi temi legati all'agenda politica. Perciò sono state costruite nove dimensioni: relazioni e legàmi; benessere/deprivazione materiale e culturale; benessere soggettivo; partecipazione sociale; salute; inclusione scolastica; sicurezza e pericolo; diffusione ed uso dei servizi; struttura sociale (link alla mappa). Queste sono state a loro volta articolate in 38 sottodimensioni, a loro volta composta da complessivi 326 indicatori. Gli indicatori sono stati divisi in due categorie: di solo contesto (98) e di benessere (228). I primi derivano da dati, soprattutto di natura demografica, dai quali non si possono far discendere interpretazioni sulla loro capacità di restituire informazioni sullo “stare bene” o “male” dei bambini. I secondi invece restituiscono informazioni valutabili: tasso di povertà dei bambini, tasso di ospedalizzazione, tassi di scolarizzazione etc
Una mappa in divenire. La mappa italiana in costruzione si differenzia per tre motivi da quelle utilizzate in altri contesti nazionali e internazionali. Prima di tutto fa ricorso a una messe di indicatori di discrete dimensioni; in secondo luogo non trascura quelli riferiti alle politiche e infine integra le informazioni relative al benessere coi dati di contesto. In ogni caso, la mappa rappresenta un insieme in divenire: la disponibilità di nuovi dati potrà portare al suo irrobustimento: in concreto oggi, la mappa può riferire della disponibilità del contenuto dei propri indicatori a partire dal 1996/97. (mf)