Scuola, rapporto Invalsi 2014

30/07/2014 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Presentato di recente a Roma, il rapporto dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi) «offre un quadro ricco e variegato in cui si confermano marcate differenze territoriali che tendono ad acuirsi al crescere dei livelli scolastici». A differenza di quanto emerso negli anni precedenti, il divario tra le regioni diminuisce per la scuola primaria.

Il documento riporta i risultati delle rilevazioni nazionali degli apprendimenti 2013-2014 nelle classi seconda e quinta della primaria, nella classe terza della scuola secondaria inferiore e nella classe seconda della scuola superiore.

Le rilevazioni, si legge nella sintesi del rapporto, «sono prove oggettive standardizzate che hanno lo scopo di misurare i livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti italiani relativamente alla comprensione della lettura e alla matematica»; oltre a fornire una visione d'insieme sulla qualità del sistema italiano di istruzione e di formazione, «sono finalizzate a supportare la riflessione a fini di miglioramento delle singole istituzioni scolastiche».

Circa 13.200 le scuole coinvolte nelle prove, 122.016 le classi interessate e 2.287.745 gli studenti che hanno sostenuto i test.

Riguardo alla scuola primaria i dati registrano «un avvicinamento tra i punteggi delle due macro-aree del Nord-Ovest e del Nord-Est, da una parte, e le due macro-aree del Sud e del Sud e Isole, dall'altra».

Il divario tra le regioni cresce, invece, nel passaggio alla scuola secondaria inferiore e in particolare nella secondaria superiore. In riferimento alla scuola secondaria di primo grado «il Nord-Ovest e il Nord-Est conseguono risultati significativamente superiori alla media nazionale, il Centro risultati intorno alla media, il Sud e il Sud e Isole risultati al di sotto di essa». Le differenze di risultati fra le macro-aree si confermano e si consolidano nella classe seconda della scuola superiore.

Il rapporto evidenzia, fra le altre cose, la necessità di concentrare opportuni interventi di politica scolastica su tre regioni (Campania, Sicilia e Calabria), «per tentare di migliorarne i livelli di apprendimento, sui quali per altro influiscono non solo fattori legati al funzionamento del sistema educativo ma anche fattori di ordine economico, sociale e culturale non facili da controllare».

Il rapporto completo è disponibile sul sito dell'Invalsi. (bg)

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