Bambini e alimentazione, rapporto Unicef-Istat

17/12/2013 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Nei Paesi in via di sviluppo sono circa 200 milioni i bambini sotto i 5 anni che soffrono di qualche forma di malnutrizione. Fra questi, 165 milioni sono malnutriti in maniera cronica e presentano un ritardo nella crescita. Sono alcuni dati del recente rapporto Bambini e adolescenti tra nutrizione e malnutrizione. Problemi vecchi e nuovi in Italia e nel mondo in via di sviluppo, realizzato dall'Unicef in collaborazione con l'Istat.

Il rapporto offre una panoramica sulla nutrizione e gli stili di vita dei bambini e degli adolescenti in Italia e allo stesso tempo affronta il problema della malnutrizione nei Paesi in via di sviluppo.

L'analisi riportata nel capitolo dedicato all'alimentazione dei minori in Italia pone l'accento su alcuni indicatori specifici degli stili alimentari dei bambini e dei ragazzi tra i 3 e i 17 anni, per comprendere il legame tra nutrizione, salute e aspetti socio-economici. Questi i dati esaminati: colazione non adeguata (cioè una colazione che prevede solo tè o caffè), consumo di snack, consumo giornaliero di frutta e verdura e consumo giornaliero di bevande gassate.

Vediamone alcuni. Nel 2012 la percentuale di bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 17 anni che fa una colazione non adeguata risulta pari al 9,9 per cento. L'abitudine è più diffusa tra gli 11-17enni (16,7 per cento). Il consumo di snack (cioè alimenti salati come patatine, noccioline, olive, ecc.) almeno una volta al giorno riguarda il 14,2 per cento dei 3-17enni, con quote più elevate registrate anche in questo caso tra i più grandi. Il 12 per cento dei bambini e dei ragazzi consuma 4 o più porzioni di frutta e verdura al giorno, mentre il 63,2 per cento consuma fino a 3 porzioni.

Dall'indagine emerge una correlazione tra i comportamenti alimentari dei bambini e degli adolescenti e il livello di istruzione dei genitori e in particolare delle madri: «più elevato è il titolo conseguito dai genitori più accurato è l'aspetto nutrizionale dei bambini soprattutto per le fasce di età inferiori, considerando anche che i bambini più piccoli hanno meno autonomia decisionale», si legge nel documento.

Agli stili di vita «va associata anche la diffusione di sovrappeso e obesità tra i bambini e i ragazzi, non solo in Italia, ma in tutti i paesi del mondo, un fattore che merita sempre più attenzione per le proporzioni che sta assumendo. Proprio di recente l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l'obesità una “silente epidemia globale”».

Nel nostro Paese l'obesità di bambini e ragazzi è più diffusa tra i maschi (30,1 per cento contro il 23,6 per cento delle femmine), tra coloro che vivono al Sud, tra chi svolge poca attività fisica e tra chi vive in famiglie con risorse economiche scarse o insufficienti e soprattutto con livelli di istruzione dei genitori più bassi. A livello globale si stima che 43 milioni di bambini sotto i 5 anni siano sovrappeso, vale a dire il 7 per cento di tutti i bambini in quella fascia di età.

Il rapporto contiene anche i dati sull'allattamento materno, prima tappa per una buona nutrizione. I bambini che vengono allattati esclusivamente al seno hanno una probabilità di sopravvivere durante i primi sei mesi di vita 14 volte più alta rispetto agli altri bambini. Nel nostro Paese l'81,4 per cento delle donne che hanno avuto figli nei cinque anni precedenti la rilevazione ha allattato al seno, secondo i dati dell'indagine Istat Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari, realizzata nel 2005. Nel 2012 a livello mondiale solo il 39 per cento dei bambini di età inferiore ai 6 mesi è stato allattato esclusivamente al seno. (bg)

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