Politiche per la famiglia, le proposte dell'Anci

21/12/2010

Parte dall'analisi della situazione attuale delle famiglie italiane per fare il punto sulle politiche adottate dai Comuni. Il documento I Comuni e le politiche familiari. Spunti di analisi e di proposta, curato dalla Fondazione Cittalia e dall'Anci, è stato presentato lo scorso novembre alla Conferenza nazionale della famiglia. Dai dati riportati nella ricerca emergono le principali criticità della profonda fase di cambiamento vissuta oggi dalle famiglie: la diversa composizione dei nuclei familiari, sempre più ridotti; il forte calo della natalità; la maggiore instabilità dei legami familiari; il basso tasso di occupazione femminile; l'aumento del rischio di povertà, soprattutto per le famiglie numerose; la scarsità di servizi e la riduzione delle risorse destinate alle famiglie. Nel 2009, infatti, ogni nucleo familiare risulta in media composto da 2,41 individui, il 4,4 per cento in meno rispetto a sette anni fa, quando il nucleo era mediamente costituito da 2,52 persone. Le cause di questo fenomeno sono riconducibili, si legge nel documento, «tanto alla denatalità quanto all'allungamento della vita media delle persone e all'instabilità nei rapporti di coppia». Il tasso di natalità, seppur in lieve aumento per la presenza di popolazione immigrata (più 0,1 per mille), risulta essere al 2009 pari a 9,43 rispetto al valore medio di inizio decennio pari a 9,53. Ad aggravare lo scenario appena descritto, la povertà, che affligge soprattutto le famiglie con figli. In relazione a questo aspetto, i dati rivelano che nel 2009 le famiglie in condizione di povertà relativa sono circa 2 milioni e 657 mila, il 13,1 per cento dell'intera popolazione. Mentre al nord la situazione è pressoché stabile rispetto al 2000 (dal 5 per cento circa al 4,9 per cento nel 2009), al centro l'incidenza della povertà relativa aumenta nelle famiglie in cui il capofamiglia è un operaio (dal 7,9 per cento del 2000 all'11,3 per cento del 2009), costituite per i due terzi da coppie con figli. Al sud il picco di povertà è stato toccato tra il 2007 e il 2008, sfiorando il 24 per cento. E' proprio nel Mezzogiorno, tra le famiglie più ampie, che il fenomeno della povertà relativa continua a essere più diffuso. Le famiglie in condizione di povertà assoluta, infine, nel 2009 sono 1.162 mila, il 4,7 per cento delle famiglie residenti. Il documento di Cittalia e dell'area welfare, scuola e immigrazione dell'Anci non traccia solo un quadro della realtà familiare, ma illustra anche alcune esperienze attivate dai Comuni per sostenere le famiglie in una logica di prevenzione delle situazioni di disagio, lontana dal tradizionale approccio assistenzialista. Ne sono esempi i Centri per la famiglia, i servizi di mediazione familiare e la promozione di ambienti di vita family friendly. Esperienze, queste, che «compongono oggi un mosaico prezioso di buone pratiche e di sperimentazioni di eccellenza», ma, tuttavia, «non fanno sistema, in un Paese complessivamente ancora troppo poco attento alle problematiche vissute dalle famiglie e poco propenso a riconoscere, nella pratica, alla famiglia il ruolo sociale che le spetta». Per questo «è necessario compiere un deciso passo avanti, con un impegno diretto e concreto da parte delle istituzioni ad ogni livello di governo, per definire un quadro organico delle politiche familiari, superando la frammentarietà e l'ottica a breve termine». L'Anci individua, dunque, alcuni punti, indicati come «fattori chiave per lo sviluppo di una nuova e incisiva politica familiare»: fra questi, il superamento dell'approccio emergenziale con la concreta applicazione del principio di sussidiarietà, orizzontale e verticale, che si traduce nel coinvolgimento e nella valorizzazione delle organizzazioni del privato sociale, del terzo settore e delle reti associative familiari; una nuova politica fiscale che tenga conto del “carico familiare complessivo”, aiutando le famiglie più numerose; l'incentivazione di meccanismi di monitoraggio e valutazione dell'impatto familiare (VIF), per verificare gli effetti, in anticipo, delle politiche adottate ai diversi livelli di governo. (bg)