Strategie nazionali integrate per la protezione dei minori dalla violenza: le raccomanda il Consiglio d'Europa in un documento di Linee guida che viene messo a punto in questi mesi nell'ambito del programma Costruire un'Europa per e con i bambini.
La bozza, presentata ad aprile, è stata discussa in un convegno a giugno. Nella sua forma definitiva contribuirà a sviluppare strumenti e percorsi di protezione in tutti gli stati europei. L'Italia ha partecipato alla sua elaborazione aderendo, prima di tutto, ad alcuni progetti pilota di analisi e ricognizione delle esperienze nazionali in materia di prevenzione e contrasto e poi partecipando alla stesura delle Linee Guida in un gruppo di lavoro che ha incluso rappresentanti di altri tre paesi-pilota (Romania, Portogallo e Norvegia). Partendo dalle indicazioni del United Nations Committee on the Rights of the Childs e dallo studio del Segretariato generale Onu sulla violenza, il Consiglio d'Europa punta a promuovere lo sviluppo e l'implementazione negli stati membri di un approccio sistemico che favorisca la tutela dei diritti dell'infanzia e elimini il fenomeno della violenza e rafforzi la cooperazione internazionale su questi temi.
Le Linee guida sono costruite sull'importanza e la protezione dei diritti dell'infanzia e sulla partecipazione dei bambini, il cui punto di vista dovrebbe essere sempre tenuto in considerazione. Delineano cinque direttrici operative: la natura sfaccettata della violenza, l'approccio integrato, la cooperazione tra i vari settori, il coinvolgimento di tutte le realtà coinvolte e l'alleanza tra le famiglie e lo stato). Queste direttrici sono state sviluppate in sezioni che riguardano la struttura legislativa e istituzionale, le politiche da attuare, le azioni integrate su scala nazionale e locale, la ricerca e la raccolta di dati. Secondo il documento, le strategie nazionali devo intrecciarsi in modo sistematico con le politiche per la promozione e la protezione dei diritti dell'infanzia, circoscritte in un arco di tempo definito, con obiettivi realistici, coordinate e monitorate da un'unica agenzia che sia supportata da adeguate risorse umane e finanziarie e aggiornata sugli ultimi sviluppi scientifici.
In ambito legislativo, per esempio, il Consiglio d'Europa ricorda che le leggi dovrebbero essere sempre in armonia con gli standard di tutela fissati a livello sovranazionale e stabilisce alcune misure preventive - come il divieto, per chi è stato condannato per reati contro l'infanzia, di lavorare in ambiti che includano il contatto con bambini o ragazzi -, misure protettive e adeguate sanzioni per tutti i casi di violenza che coinvolgano bambini. Altre raccomandazioni riguardano la messa a punto di sistemi più semplici che consentano la segnalazione di casi di violenza, facilitino la persecuzione giudiziaria dei reati e assicurino cure e protezione alle giovani vittime.
Le Linee guida, insomma, supportano la creazione di una cultura dei diritti dell'infanzia, basata su una conoscenza approfondita dei diritti e sulla comprensione delle debolezze dei bambini. Questa cultura dev'essere diffusa prima di tutto tra le persone che per lavoro si occupano di infanzia e poi proposta al pubblico con l'intento di aumentare la consapevolezza sui diritti di bambini e adolescenti nella società civile, nei media, nei settori pubblici. (mf)