di Ken Loach
(Gran Bretagna, 2004)
Sinossi
Glasgow, Scozia. Casim è un ragazzo pakistano che lavora come DJ e che vive in una famiglia formata dai genitori musulmani osservanti e da due sorelle. Per evitare che l’irruente sorella minore Tahara venga alle mani con alcuni compagni all’uscita da scuola, Casim la rincorre fino dentro l’istituto. Qui incontra l’insegnante di musica della ragazza, Roisin, e fra i due nasce subito una simpatia. I due ragazzi iniziano a frequentarsi e, complice anche un viaggio di alcuni giorni in Spagna, si innamorano. La fine del soggiorno però è rovinata dall’ammissione di Casim che rivela di essere promesso in sposo alla cugina Jasmine. Casim sa benissimo che i genitori non accetterebbero mai l’idea del suo rapporto con Roisin ma, nonostante i consigli dell’amico Hamid, con cui progetta di aprire una discoteca in proprio, dopo qualche tempo si reca a vivere con la donna amata, senza che i genitori sospettino nulla. Difficile però trovare un punto d’incontro tra le due religioni: ben presto anche Roisin si rende conto che la situazione di convivenza non è vista di buon occhio all’interno della comunità cattolica di cui fa parte, al punto che il prete della sua parrocchia si rifiuta di firmarle un certificato senza il quale non può essere assunta a tempo indeterminato nella scuola cattolica in cui lavora. La situazione si complica quando il direttore della stessa scuola, malgrado abbia concesso un’apertura insperata alla sua assunzione, è costretto dalle pressioni del provveditorato a trasferire Roisin. Precipita addirittura nel momento in cui la sorella maggiore di Casim, Rukhsana, fa pressioni su Roisin affinché ponga termine alla sua relazione che sta gettando lo scompiglio nella famiglia, impedendole, tra l’altro, di sposarsi con il fidanzato Amar a causa dello scandalo. Per riuscire nel suo intento, Rukhsana conduce Roisin davanti alla casa della sua famiglia e le fa osservare l’incontro di Casim con Jasmine, la promessa sposa del ragazzo, appena sopraggiunta dal Pakistan. Roisin scappa inorridita, ma Casim è avvisato del tranello di Rukhsana dall’altra sorella Tahara. Dopo una complessa ricerca, Casim raggiunge a casa Roisin ribadendo la sua intenzione di vivere con lei.
Introduzione al Film
Una commedia dogmatica Ken Loach e lo sceneggiatore Paul Laverty (che con Loach ha già lavorato per La canzone di Carla, My name is Joe, Bread and Roses, Sweet Sixteen, nell’episodio del film collettivo 11’09’’01 e nel recente trionfatore del Festival di Cannes, Il vento che accarezza l’erba), solitamente avvezzi a profonde riflessioni sociali e politiche che partono dalla familiare Gran Bretagna (anche se Laverty è nato a Calcutta, in India) per soffermarsi sull’intero (dis)ordine mondiale, in Un bacio appassionato si cimentano con la commedia sentimentale per utilizzarla come metafora delle profonde incomprensioni esistenti tra educazioni religiose differenti, quelle stesse educazioni religiose molto spesso accampate come pretesto per l’esplosione di guerre condotte nel nome di un Dio utilizzato come legittimazione di ogni nefandezza. Partendo da un verso del grande poeta scozzese Robert Burns scritto nel 1791, «Ae fond kiss and then we sever» (un bacio appassionato e poi ci divideremo), Loach e Laverty progettano una storia in cui i due estremi proposti dal poeta (passione e separazione) si lambiscono continuamente, sfiorando a più riprese la commedia di costume (si pensi alla scena in cui la famiglia del giovane di belle speranze Amar si reca in visita alla famiglia Khan per discutere i presupposti del possibile matrimonio con Rukshana), il grottesco (la sequenza introduttiva, con Tariq Khan, capofamiglia e negoziante, che difende i suoi espositori in strada caricandoli di corrente elettrica contro i cani incontinenti) e il melodramma, senza tuttavia mai sconfinare completamente in uno di questi registri. Lo scopo dei due autori, infatti, è quello di utilizzare i toni del romance per affermare il loro preciso punto di vista sul conflitto di culture e religioni che sta infestando una parte consistente del mondo, e sulle credenze dogmatiche, occidentali e orientali, che mostrano costantemente il loro aspetto più retrivo, irrazionale e coattivo per individui che ambiscono soltanto alla felicità personale. Da un lato Casim, pakistano di seconda generazione, musulmano, DJ di successo con il sogno di aprire, un giorno, un suo locale; dall’altro Roisin, irlandese e cattolica, insegnante di musica in una scuola cattolica, orfana, con un matrimonio contratto in giovane età fallito troppo presto. In mezzo il loro amore, che idealmente non dovrebbe, né vorrebbe, conoscere confini e limitazioni ad una passione incomprimibile, spontanea e catturante. Ai bordi della situazione, in posizione quasi da avvoltoio pronto a sfruttare la preda, tutto il corredo di convinzioni e obblighi culturali e tradizionali che spingono da ogni parte e impediscono alla coppia l’esercizio del loro libero sentimento, invogliando all’ipocrisia, al sotterfugio, all’occultamento di situazioni che dovrebbero essere di gioia ed entusiasmo.
Il ruolo del minore e la sua rappresentazione
Difficoltà di un sincretismo La prima sequenza narrativa del film mostra una platea formata da ragazzi in divisa collegiale in attento ascolto di ciò che una loro compagna sta esprimendo da un palco. La ragazza è di evidenti origini indiane e il suo discorso avanza fluido, sicuro, senza indecisioni. Sulla lavagna alla sinistra dell’inquadratura che comprende anche la ragazza campeggia il titolo della riunione: “Questa scuola crede che la campagna dell’Occidente contro il terrorismo sia pienamente giustificata”. La ragazza, dopo aver condannato con abili perifrasi l’attività bellica di Bush e Blair e aver rivendicato la profonda diversità tra i vari fedeli che compongono il variegato universo islamico, termina con un colpo ad effetto la sua allocuzione: «…soprattutto rifiuto la semplificazione di musulmano: io sono una ragazza di Glasgow, pakistana…una ragazza, donna…una donna di origini musulmane che…tifa…Glasgow Rangers in una scuola cattolica, perché io sono multietnica e orgogliosa di esserlo…e invito tutta la platea a far cadere questa mozione piena di ipocrisia». La ragazza accompagna la sua tirata finale con una plateale svestizione, in virtù della quale, smessa progressivamente la divisa della scuola, compare la riconoscibile maglia azzurra bordata di rosso della squadra protestante di Glasgow (che si contrappone in un derby carico di rivalità – l’Old Firm – all’altra squadra della città, il Celtic, sostenuta dalla comunità cattolica). In questa indicativa scena iniziale, Ken Loach introduce l’argomento del suo film e fornisce la coordinate attraverso cui leggere il significato del film: l’auspicio di Tahara Khan, sorella minore del Casim protagonista del film e della susseguente storia d’amore con la biondissima irlandese cattolica Roisin (per una divaricazione religiosa che si fa sensibile anche attraverso le peculiarità somatiche) è quella di un sincretismo culturale che sia frutto di scelte libere e non vittima di quel «dovere» familiare e tradizionale cui si scaglia contro, disperato, ad un certo punto della storia lo stesso Casim, perché non vede sbocchi possibili nella relazione che intrattiene con la ragazza di cui si è innamorato. Tahara, inoltre, adolescente lucida e razionale, figlia minore della famiglia Khan, ancorata fedelmente alle sue tradizioni nonostante i quarant’anni di adozione scozzese, nel film rappresenta il ponte possibile tra due culture che si sfiorano ogni giorno ma paiono lontanissime anni luce per la loro mancanza di disponibilità all’incontro: la sua funzione narrativa è quella di tentare di agevolare il complicato meccanismo di fusione delle varie istanze che vivono sul suolo britannico, ciecamente ancorate al peso di tradizioni cui non si vuole sfuggire. È Tahara, infatti, il pretesto all’incontro tra Casim e Roisin: inseguendo i compagni che l’hanno derisa a seguito del suo discorso, Tahara penetra nell’aula di musica con Casim che cerca di calmarla al seguito, creando così, involontariamente, i presupposti per l’incontro. È sempre Tahara ad operare il primo strappo in seno alle tradizioni della famiglia, vincendo una borsa di studio per un corso di giornalismo presso la prestigiosa università di Edimburgo, causando lo sconcerto in casa Khan perché i suoi familiari hanno già deciso per lei che la sua futura professione sarà quella di medico, studiando presso l’università di Glasgow. Ed è ancora Tahara che informa la sua insegnante di musica, ormai sconfortata, che Casim ha definitivamente mandato a monte il matrimonio organizzato dalla famiglia con la cugina Jasmine e che quindi, almeno apparentemente, non ci dovrebbero essere più ostacoli alla loro unione. Mentre Casim rappresenta la volontà frustrata da un Super-io troppo forte per essere sconfitto (e per questo è accusato dalla stessa Tahara di basare la sua vita sull’ipocrisia) e Roisin l’avventata convinzione che gli ostacoli esistenziali derivino unicamente dalla tradizione islamica (salvo poi ricredersi quando la religione cattolica le impedisce di proseguire nel suo lavoro a causa della sua relazione), Tahara è la speranza per il futuro, la ottimistica convinzione che una nuova società in cui una donna possa spogliarsi in pubblico dei suoi retaggi e della maschera indossata con lo scopo di mettere a nudo le sue idee e far coesistere estremi apparentemente inconciliabili sia effettivamente possibile. È attraverso figure come Tahara che Loach e il suo sceneggiatore coltivano la speranza di una fine dei conflitti che lacerano il nostro mondo.
Riferimenti ad altre pellicole e spunti didattici
Seppur con tonalità narrative differenti e intenti significanti di segno opposto, Un bacio appassionato può essere inserito in una film-list che includa, tra gli altri, anche Mio figlio il fanatico (1998) di Udayan Prasad (tratto da un romanzo di Hanif Kureishi), sui difficili rapporti tra un taxista pakistano che lavora in Inghilterra e il figlio integralista, e Sognando Beckham (2002) di Gurinder Chadha, storia di un’adolescente indiana giocatrice di calcio in Gran Bretagna e delle limitazioni poste dalla famiglia alle sue passioni (anche sentimentali). Tali film sono indubbiamente utili nell’ambito di un approfondimento sul contrasto sociale che genera tra chi vive tradizioni culturali conservative e anche sul rapporto intercorrente tra nuove e vecchie generazioni nell’ambito di un’evoluzione di stile e costumi di vita.