Soffio al cuore

31/03/2010 Tipo di risorsa Schede film Temi Relazioni familiari Sessualità Titoli Rassegne filmografiche

regia di Louis Malle

(Francia, Italia, Germania, 1971)

Sinossi

Il quindicenne Laurent, figlio di un ginecologo e di una giovane donna italiana, Carla, è un adolescente come tanti. Se con la madre ha un bel rapporto fatto di complicità e di affettuosità, con il padre il dialogo è inesistente. Insieme ai due fratelli maggiori e agli amici ne combina di tutti i colori: si fa portare in un bordello, partecipa alle feste organizzate in casa quando i genitori sono via, fuma sigarette di nascosto, in chiesa ruba i soldi delle offerte e i dischi nei negozi, si masturba. Un giorno, di ritorno da un campeggio, dopo un leggero malore scopre di avere un soffio al cuore. Costretto a letto per qualche giorno di riposo, Laurent si fa coccolare dalla famiglia, legge fumetti, infine va per qualche tempo in una località termale per curarsi accompagnato dalla madre. Qui alcuni sospetti avuti nelle settimane precedenti trovano una certezza: Carla ha un amante di nome Jacques. In un primo momento arrabbiato e deluso, Laurent si trasforma in confidente della madre, pur di non perdere il rapporto intimo che ha stretto con lei. Così, quando Jacques, abbandona Carla perché troppo attaccata alla famiglia, è Laurent a darle conforto. Ma il conforto si trasforma in attrazione e, una sera di festa dopo aver bevuto troppo, in incesto. Il giorno seguente nulla sembra essere successo: Laurent è uscito con una coetanea, il padre e i fratelli sono passati a trovarli alle terme. Il ragazzo si avvia alla guarigione.

Introduzione al Film

Il senso della provocazione

Louis Malle passeggia, in questa pellicola come in sue altre, sul confine sottile che separa la marachella, la bravata, dal dramma o dalla perversione. Naturalmente è negli adolescenti che questa linea di separazione è meno netta (perché siamo in assenza di quel substrato di valori e comportamenti che da adulti amalgama il singolo al sistema), più labile, e quindi facilmente scavalcabile, almeno secondo il regista. Avveniva in Arrivederci ragazzi (Joseph denunciando i protagonisti di contrabbando, e quindi rompendo quel silenzio di collaborazione che esisteva tra loro, sancisce la cattura di Jean), in Cognome e nome: Lacombe Lucien (il ragazzo diventa senza accorgersene un collaboratore della polizia nazista di stanza in Francia durante la guerra), in Pretty Baby (una ragazzina figlia di una prostituta vive in un bordello e viene iniziata al professione della madre), avviene naturalmente anche in Soffio al cuore. La struttura binaria su cui è fondato il racconto è un elemento di conferma dell’ipotesi. Nella prima parte le bravate di Laurent appaiono quelle “classiche” dell’adolescente di città già brillantemente descritte da Truffaut ne I quattrocento colpi (senza dubbio il punto di riferimento privilegiato di Malle allorquando decide di descrivere storie di minorenni): disinteresse per la scuola, piccole trasgressioni come una sigaretta fumata di nascosto o un disco rubato, primo contatto impacciato con l’altro sesso, complesso edipico latente, scoperta del proprio corpo. Si cerca in altre parole di rappresentare, attraverso la quotidianità di Laurent, il contesto in cui cresce e, di sponda, i limiti che gli adulti gli (im)pongono consapevolmente o inconsapevolmente. Il prete che fa delle avance non può che provocare confusione in lui, il padre scorbutico determina l’avvicinamento del ragazzo verso la madre che, di contro, dimostra di essere molto meno cresciuta di quanto dovrebbe, i fratelli che avvicinano Laurent al sesso in modo traumatico (lo portano da una prostituta per irrompere nella stanza proprio quando sta consumando la sua prima esperienza). Seppur raccontato in toni lievi, dissacranti e divertiti, l’ambiente alto borghese in cui vive Lauren, pieno di ipocrisie (il prete) e di disillusioni (l’esigenza di Carla di avere un amante, per sentirsi giovane, ribelle, trasgressiva e quindi combattere l’età che avanza) è il fattore determinante dell’avvicinamento morboso tra Laurent e la madre che avviene nella seconda parte del film. L’incesto sarà a quel punto un inevitabile, quanto poco traumatico, approdo, il superamento di una soglia su cui nessuno vigila e che Laurent oltrepassa quasi senza accorgersene.

Il ruolo del minore e la sua rappresentazione

L’ingranaggio debole

Ciò che sorprende nella visione di Malle è, infatti, la naturalezza con cui il ragazzo si appresta a violare uno dei tabù più antichi della storia dell’uomo. Non esiste perversione nel suo gesto, né desiderio di vendetta contro il padre (i due si ignorano, non si odiano), si tratta piuttosto di amore e complicità tra pari. Laurent è geloso dell’amante Jacques non perché rischia di mettere in crisi il matrimonio della madre, ma perché sottrae Carla dalle tenere attenzioni che ha verso di lui. Per questo motivo, in realtà, l’incesto non è l’elemento centrale del racconto. Egli non desidera sessualmente la madre (non più delle sue coetanee, come mostra tutta la lunga parte del film ambientata alle terme), cerca affetto, protezione, sicurezza, in una donna che però non può dargli alcuna certezza propria degli adulti, ma solo un contatto fisico, diretto e paritetico. Malle sfrutta le bramosie pruriginose dello spettatore per costringerlo a riflettere invece sulla labilità degli affetti, sulla debolezza dei legami, sullo svuotamento delle relazioni e dei vincoli tra le persone. Laurent soffre in definitiva di un soffio al cuore, ovvero di una malattia all’organo che solitamente viene identificato come il luogo dell’amore, la parte del corpo da cui scaturiscono i sentimenti. Laurent non sa innamorarsi, ma il male al cuore pare diffuso tra tutte le persone che lo circondano, in primis i genitori. Il tono di leggerezza che il regista adotta per raccontare questa parabola della desolazione (presenza di figure stereotipate, momenti drammatici continuamente soffocati nella commedia, il sommarsi di tanti piccoli avvenimenti senza che emerga la sensazione di una progressione narrativa), la partecipazione con cui tratteggia la figura di Laurent (continuamente pedinato dalla macchina da presa alla ricerca dei suoi segni di cedimento, di gelosia, di rabbia), il sarcasmo con il quale descrive la società alto-borghese (nelle cene con gli amici, nelle sedute ginecologiche del padre, nelle raccolte di fondi per l’esercito) sono segni di questa inconsistenza congenita nella società e nell’istituzione famigliare, non degna neppure di essere criticata moralmente, ma semplicemente canzonata, presa in giro, quasi con una sorta di paterna accondiscendenza. La trasgressione non è nell’atto dell’incesto, ma nel rappresentarlo in maniera leggera, spensierata. Una leggerezza che però non appartiene a Laurent che rimane nella condizione di partenza anche dopo aver consumato una relazione sessuale con la madre.

Riferimeti ad altre pellicole e spunti didattici

Sono pochi i film che inscenano incesti tra madre e figli. Il più significativo è forse La luna di Bernardo Bertolucci, altro regista che ha spesso utilizzato il sesso e l’adolescenza (separatamente o all’interno dello stesso film) come chiavi di lettura per tratteggiare i mali della società e le colpe degli adulti. Il film si presta poco per un utilizzo didattico.

Marco Dalla Gassa