Scene educative nell'asilo nido. Come creare uno spazio sufficientemente buono

L’asilo nido, in quanto luogo di relazioni, si fa spazio di sviluppo dell’affettività e dell’emotività. I gesti di cura alimentano la circolarità della relazione tra adulti e bambini, giocando un ruolo fondamentale nella crescita di tutti.

Rossana Dalla Stella, psicologa che opera nei servizi per la prima infanzia, cerca, tramite il volume preso in esame, di dare voce a questo insieme emotivo ricomponendo quei passaggi operativi capaci di offrire uno scenario metodologico che scandisce le singole sequenze sulla base di un pensiero progettuale esplicitato e analizzato. Le riflessioni teoriche sono accompagnate da scene di vita quotidiana del nido che aiutano a tradurre le intenzioni in pratiche e a svelare tutte le contraddizioni, i nodi e le dinamiche emotivo-relazionali che accompagnano i vissuti non solo dei genitori e dei bambini, ma anche delle educatrici, le quali, proprio nel dare ascolto e voce alle proprie reazioni emotive, favoriscono lo svilupparsi di interazioni costruttive basate sulla fiducia e l’apertura reciproca.

Il testo, che contempla due capitoli, una corposa introduzione e un’altrettanto ricca conclusione, fornisce inizialmente una rassegna relativa agli studiosi che hanno indagato attorno alla vita psichica dei bambini, da Sigmund Freud a Melanie Klein, fino a Donald Winnicott, Mary Ainsworth e altri illustri pensatori. Si entra quindi nel vivo dell’analisi prendendo in considerazione l’ambiente del nido e le emozioni che animano i momenti routinari dell’entrata e uscita, del cambio, del sonno, del pasto, del gioco. Si sottolinea come l’educatrice debba farsi mediatrice della relazione genitore-figlio dando valore all’azione pedagogica in prossimità della figura parentale, anziché limitarsi a «indirizzarle segrete espressioni di giudizio generico e morale». Fondamentale diventa allora la capacità osservativa dell’educatrice che aiuta il gruppo di lavoro stesso a ripensare le proprie azioni alimentando quella competenza riflessiva che è base fondante della professionalità educativa e che sostiene la progettualità intenzionale garantendone la valutazione e la verifica. Con il suo lavoro l’educatrice compie un intervento di natura “multifocale”, nel senso che l’osservazione, l’azione, il pensiero contingenti si dispiegano attorno al bambino, al genitore, al gruppo intra e inter-sezione. in questo senso si dà voce a un insieme coreografico di micro e macro regolazioni rispetto a quel farsi operativo che continuamente si produce e si riproduce nelle zone d’incontro tra bambini, colleghi, genitori. Lo scopo è di favorire quella coerenza educativa capace di aggiornare lo stile relazionale adottato con bambini e famiglie, in armonia con obiettivi collegiali pensati e condivisi che mantengano sempre teso il filo che lega la teoria alla prassi educativa. Il testo si conclude poi con una parte dedicata all’analisi di osservazioni partecipi e guidate che contemplano non solo la giornata dei bambini ma anche il colloquio individuale con i genitori, fondamentale se vogliamo creare una sentita alleanza educativa. Al fine di favorire pratiche orientate in tal senso, acquisisce tutta la sua rilevanza il ruolo del coordinamento psicopedagogico, che, attraverso l’investimento in metodologie consapevoli, osservazione in primis, rende possibile il fruttuoso arricchimento di un gruppo di lavoro che cresce.

Per la sua natura teorico-pratica questo volume risulta essere utile per tutti coloro che in veste diversa si occupano di educazione con i piccolissimi e con le loro famiglie, siano essi studiosi, educatori, psicologi.

 

Dalla Stella R., Scene educative nell'asilo nido. Come creare uno spazio sufficientemente buono, Roma, Magi, c2009.

 

Tutte le proposte di lettura sono pubblicate anche nella rivista  Rassegna bibliografica: infanzia e adolescenza