Nido d’infanzia 1. Buone pratiche e problemi degli educatori

Recentemente il nido d’infanzia attraversa un momento di grande vitalità evolutiva, vivendo una sorta di pressione sia verso una maggiore compattazione della sua struttura pedagogica interna, sia verso una trasformazione caratterizzata dalla diversificazione dei suoi gestori, dalle spinte per la ri-definizione di modelli formativi, dalla nascita di tipologie e formule organizzative diverse. Questo fermento traccia nuove sfide operative date dal confluire di vari elementi: la società in generale vede nel nido d’infanzia una garanzia che consente di coniugare in modo positivo le esigenze del lavoro con quelle della famiglia e della cura dei piccoli; i cambiamenti nell’organizzazione del lavoro richiedono una sempre maggiore flessibilità e risposte diversificate da parte dei servizi per la prima infanzia; la presenza di una volontà e un impegno d parte di nuovi soggetti sociali che aprono nuovi servizi; un rapido incremento di posti di lavoro per gli educatori, sia un progressivo turn over del personale; infine, la necessità di ripensare la formazione professionale degli educatori. Il fermento evolutivo dei servizi alla prima infanzia costituisce quindi una occasione per il miglioramento di questo segmento formativo, che lo porterà a raggiungere più alti livelli di qualità. In tutto questo ciò che esercita un’influenza determinante nella qualità educativa del nido d’infanzia sono gli educatori e le pratiche educative che sviluppano e quotidianamente mettono in atto.

A partire da ciò il presente testo mette al centro dell’attenzione l’educatore del nido d’infanzia, le sue idee e i problemi, le attese, i desideri, così come le incertezze e le difficoltà. L’azione dell’educatore è il risultato di una combinazione complessa fra le idee, le teorie, le pratiche, i contesti, le condizioni e le occasioni del momento. Il testo si propone come strumento di riflessione e di lavoro per gli educatori che operano nei nidi d’infanzia pubblici, convenzionati o privati. Il principale obiettivo è quello di affiancare l’educatore nel suo lavoro quotidiano, articolandosi in due oggetti di analisi: da un lato le buone pratiche, ormai diffuse e consolidate nella esperienza più che trentennale del nido d’infanzia; dall’altro i problemi dell’agire degli educatori. Dopo aver trattato alcuni temi di carattere metodologico (che cosa sono le buone pratiche e quale è il significato specifico che possiamo attribuire loro), e dopo una breve analisi sul ruolo dell’educatore in relazione ai suoi compiti e ai bisogni del bambino, il testo tratta di come in passato il servizio d’infanzia sia stato concepito e organizzato, per mettere a fuoco alcuni aspetti essenziali del nido; inoltre sono focalizzate alcune caratteristiche dominanti del lavoro dell’educatore di asilo nido, vale a dire la giornata del bambino al nido, l’organizzazione degli spazi, il problema della qualità del servizio e lo sviluppo delle competenze dei bambini.

Riguardo alla necessità di certificazione della qualità di un servizio, tale necessità nasce dall’esigenza del territorio. Le persone che fruiscono dei servizi erogati richiedono prestazioni di qualità; in modo simile anche coloro che gestiscono i servizi avvertono la necessità di migliorare le proprie prestazioni di servizi. La qualità in assoluto non esiste, mentre esiste la possibilità del miglioramento, la qualità in educazione può perciò essere intesa come un processo di orientamento dei soggetti implicati nel processo educativo verso obiettivi comuni e ritenuti validi. La qualità si traduce operativamente, pertanto, nella capacità riflessiva e di analisi e successivamente nella disponibilità a convertire i problemi in opportunità per superare carenze e difficoltà,. il risultato finale si traduce in una maggiore soddisfazione di quanti sono implicati nel processo educativo.

 

Battista Quinto Borghi, Nido d’infanzia 1. Buone pratiche e problemi degli educatori, Trento, Erickson, 2007

 

Tutte le proposte di lettura sono pubblicate anche nella rivista  Rassegna bibliografica: infanzia e adolescenza