Nel paese delle creature selvagge

26/11/2009

di Spike Jonze

A fronte di una progressiva convergenza del cinema contemporaneo verso prodotti adatti a un pubblico “adolescente” (film d’animazione ricchi di citazioni e ammiccamenti cinefili, film d’avventura con caratteristiche da videogame, uso massiccio del 3D ecc.) ecco un unicum come Nel paese delle creature selvagge

, diretto non a caso da un regista considerato d’avanguardia come l’americano Spike Jonze, che riesce a raccontare l’infanzia con una consapevolezza formale decisamente “adulta”.

Tratto da una celebre fiaba illustrata di Maurice Sendak, il film sviluppa l’esile ma suggestiva traccia originale in un racconto affascinante che trasporta il piccolo Max dalla realtà di un’infanzia come tante a una dimensione straordinaria, a tratti bizzarra, a tratti decisamente inquietante, il Paese delle creature selvagge, appunto.

Dotato di una fantasia fervida, bisognoso di affetto e attenzione (un padre assente, una madre presa dal lavoro, una sorella che non lo degna d’attenzione), al termine di una giornata in cui tutto è andato storto, Max veste il suo costume da lupo, fugge di casa e, a bordo di una barchetta a vela, raggiunge l’isola delle creature selvagge.
Qui incontra una buffa e allo stesso tempo minacciosa schiera di mostri pelosi che, dopo un primo momento di diffidenza, lo incoronano loro re: Max parla, gioca, si confida con loro, cerca di organizzarli in un gruppo unito tentando di mettere fine ai dissidi interni, li coinvolge in un progetto (la costruzione di un castello nel quale tutti possano vivere in armonia), capisce infine che l’utopico piano non è realizzabile e, dopo un commovente addio, torna a casa dalla madre che lo attende in ansia.

Nel film – come probabilmente nella mente di Max – non esiste soluzione di continuità tra dimensione reale e immaginaria, e il grandissimo merito del regista sta nell’aver saltato a piè pari qualsiasi tentativo di mediazione razionale, immaginaria o soprannaturale: non sono poche le storie per l’infanzia e le pellicole da esse tratte che hanno per protagonisti bambini capaci di viaggiare nel tempo o in altre dimensioni, ma sempre per mezzo di oggetti fatati, formule magiche, prodigi di natura misteriosa.
Nel nostro caso nulla di tutto questo può esistere dato che il Paese delle creature selvagge non è altro che la scena dell’inconscio del giovanissimo Max dove pulsioni, desideri, figure familiari e personaggi di fantasia si (con)fondono e si materializzano nei mostruosi personaggi che il bambino incontra nel corso della sua esplorazione.

Difficile, dopo un primo momento di apparente serenità, mettere d’accordo tutti: il tentativo di mediazione compiuto dal protagonista nei confronti dei vari “mostri” è ammirevole ma sostanzialmente irrealizzabile. Max ripartirà dall’isola con la consapevolezza che dovrà sempre fare i conti con le diverse istanze che popolano il suo Io, a volte tentando di conciliarle, a volte cedendo a esse, a volte dominandole, ma comunque ascoltandole e, alla fin fine, accettandole.

Ma ciò che si apprezza maggiormente nel film è proprio la capacità di mettere in scena senza reticenze gli eccessi di un’età che – è bene ricordarlo – spesso è dominata da pulsioni travolgenti come la rabbia, l’egoismo e anche la violenza.
Nel paese delle creature selvagge non sarebbe quel grande film che è se non mostrasse come raramente è stato fatto al cinema tutta la carica distruttiva, l’instabilità emotiva, il senso di smarrimento e anche la disperazione di fronte alla scoperta del mondo che prova ogni bambino, trasfigurando questi sentimenti in un universo simbolico a tratti cupo e angosciante ma molto più reale di tanti racconti edulcorati cui troppo spesso l’industria dell’entertaiment ci ha abituati.
Il merito di tale riuscita va riconosciuto anche al giovane interprete Max Records, capace di dare al suo personaggio sfumature insospettabilmente profonde, di passare repentinamente dall’euforia più sfrenata all’inquietudine, dalla gioia alla tristezza come soltanto un bambino sa fare.

Fabrizio Colamartino

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