Liam

di Stephen Frears

(Gran Bretagna/Germania/Italia, 2000)

Sinossi

Inghilterra, anni Trenta. Il piccolo e timido Liam vive un difficile periodo di recessione economica con la sua famiglia, formata dal padre Tom, dalla madre e dai fratelli maggiori Con e Teresa. Il padre è, infatti, rimasto senza lavoro per la chiusura del cantiere ed è costretto a lavori saltuari per i quali dovrebbe umiliarsi in un’opera di ammansimento dei capisquadra che gestiscono le chiamate. Ma Tom non intende abbassarsi. La famiglia intanto si trova in cattive acque, con il padrone di casa che pretende l’affitto, con Liam che deve celebrare la prima comunione e con Teresa costretta a prestare servizio presso una famiglia di facoltosi ebrei. Tom nutre un astio sempre maggiore nei confronti degli ebrei, considerati possidenti, e degli irlandesi, ritenuti i responsabili della carenza di lavoro perché accettano mansioni pur essendo sottopagati. Teresa, invece, è testimone della tresca che la signora da cui presta servizio ha con il suo amante. Durante la celebrazione della prima comunione, Tom interrompe la predica del sacerdote, padre Ryan, e sbotta contro la logica che obbliga a comprare dei vestiti eleganti - che gente del suo ceto non riuscirà mai a pagare – in occasioni di queste funzioni religiose. Chiuso nel suo profondo astio, Tom si avvicina alla British Union of Fascists, il partito fascista britannico, causando il disappunto del figlio Con, fervente socialista. Durante una spedizione punitiva di una squadriglia del partito, Tom lancia una bottiglia incendiaria contro la casa della datrice di lavoro di Teresa, proprio nel momento in cui la figlia sta comunicando la decisione di non prestare più servizio a causa del divieto ricevuto in confessione da padre Ryan, il quale reputa disdicevole che la ragazza funga da complice della donna. La bottiglia colpisce in pieno Teresa, che solo per miracolo rimane in vita. Tom, colpevole di aver sfigurato la figlia, lascia la sua casa.

Presentazione Critica

Liam è un bambino dalla comunicazione difficoltosa: egli, infatti, quando si trova a dover interagire con quel mondo degli adulti che osserva e registra, comincia a balbettare rendendo complicata qualsiasi parola voglia pronunciare e qualsiasi concetto abbia in testa. La balbuzie di Liam rappresenta l’immagine di una difficoltà crescente nei rapporti sociali e personali, non causata, ma certamente aggravata dalla difficile situazione economica che seguiva l’onda lunga ed inesorabile del crollo di Wall Street del 1929. Tom Sullivan non può più lavorare perché il cantiere ha chiuso i battenti. L’uomo, inoltre, è troppo orgoglioso per offrire da bere al caposquadra e guadagnarsi così la sua preziosa benevolenza, ma entra in perfetta contraddizione quando raccoglie le sigarette da terra per farsi una sospirata fumata – incoerenza, questa, che avvicina il personaggio di Tom a quello del padre di Frank McCourt ne Le ceneri di Angela (Angela’s Ashes, Alan Parker, 1999), anch’egli privo di lavoro, superbo in certe occasioni e puerilmente umile in altre. I rapporti sono difficili, le tensioni pronte a deflagrare ad ogni istante (un esempio è fornito dalla scena in cui zia Aggie vibra un sonoro schiaffo a Liam solo perché il bambino, che con grande difficoltà è riuscito a dire alla donna ciò che desiderava, non vuole umiliarsi ripetendo la parola pronunciata in precedenza) e il piccolo Liam diventa l’espressione del continuo scacco delle relazioni. Liam parla con grande fatica, però osserva tutto dalla sua prospettiva: il bambino, infatti, rappresenta l’occhio attraverso il quale si può vedere non solo il convivio sociale ma anche quella parte di Storia che non sempre gli inglesi mostrano con grande disinvoltura. La presenza della British Union of Fascists dell’aristocratico ed ex tory Oswald Mosley, infatti, è mostrata attraverso lo sguardo candido di Liam: gli affiliati in camicia nera sono posizionati dal basso verso l’alto e restituiti attraverso una soggettiva del bambino, il quale osserva, ma non comprende, la portata devastante delle azioni e convinzioni del padre. Liam fornisce il punto di vista totalizzante di un’esperienza vissuta in prima persona da chi ha la possibilità di osservare ma non dispone degli strumenti necessari e dell’opportuno bagaglio di esperienza per comprendere fino in fondo la portata degli eventi di cui è testimone. A questa situazione concorre anche il tipo di educazione impartita, caratterizzato da una sorta di ammaestramento e non di sensibilizzazione alla religione cattolica, vissuta come colpa e punizione e non come amore e di disponibilità verso il prossimo: padre Ryan, coadiuvato degnamente dalla signora Abernathy, per uno stretto connubio tra scuola e religione, impartisce oscure lezioni di vita improntate al terrore della punizione per la colpa commessa. Lo stesso padre Ryan, perfetta incarnazione della durezza di un certo tipo di cattolicesimo retrivo, maggiormente interessato al rendiconto piuttosto che alla propagazione del corretto messaggio cristiano, non si esime dal chiedere il consueto obolo dovuto alla chiesa alla famiglia Sullivan, allo stesso modo in cui il padrone di casa esige la corresponsione dell’affitto. Quello che ruota intorno agli occhi straniti e timorosi di Liam è quindi un universo terribile fatto di grossi ostacoli economici, sfiducia nelle possibilità di una ripresa, odio e pregiudizio nei confronti delle cosiddette minoranze ospiti sul suolo di Sua Maestà britannica, rigore sclerotizzato spacciato per intransigente educazione personale (il povero bambino viene colpito sui palmi delle mani in due occasioni successive, prima per un leggero ritardo, poi perché non è riuscito a dire di non essersi recato, suo malgrado, in chiesa) e senso di colpa generalizzato dovuto allo spettro del sangue versato da Cristo e dalla furia delle fiamme dell’inferno paventato costantemente da padre Ryan. L’unica soluzione, sembra suggerirci l’epilogo della storia, potrebbe essere quella di ritirarsi in un mondo fatto di sensibilità in cui è possibile donarsi agli altri semplicemente pettinando con dolcezza i capelli delle persone care, così come fa Liam, alla fine del film, nei confronti della sorella Teresa. Giampiero Frasca  

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