Le trappole del verosimile

a cura di Alberto Parola
 

La TV è diventata una macchina delle emozioni che coinvolge sempre più intensamente i giovani telespettatori, divenendo quasi un ambiente di vita per emozioni e fantasie. I personaggi televisivi costellano gli affetti dei ragazzi sino a diventare parte del loro mondo. È qualcosa di cui si deve prendere atto e che chiama in causa educatori e ricercatori per capire ciò che accade e cosa fare per formare competenze all'uso dei media da parte dei giovani. Diventa importante, da un punto di vista educativo, occuparsi della qualità della TV; qualità che può essere definita sulla base dei dati di ascolto (tra l’altro mai sufficientemente attendibili), ma può anche essere quella percepita da parte del pubblico (il gradimento), o quella definita dalla ricerca, attraverso criteri individuati sulla base di valori educativi e di sviluppo di competenze.

Gli autori del libro vogliono porre l’accento su una qualità che è frutto delle relazioni tra il territorio, gli enti di ricerca, la scuola e gli autori. Da questa definizione di qualità si può passare a formulare una teoria dei contenuti dei programmi televisivi, realizzare prodotti e quindi valutarli nuovamente.
Questo è accaduto quando gli autori della Melevisione, nel 1999, hanno chiesto al Dipartimento di scienze della formazione dell’Università di Torino di controllare la qualità del programma con un percorso che è durato cinque anni e che ha condotto a modificare e migliorare il programma stesso. Si sono osservati gli effetti sulle competenze cognitive, sull’immaginario e sull’inconscio dei giovani telespettatori, cercando di migliorare e modificare i contenuti del programma. Questo non accade con altri programmi commerciali, che considerano il controllo di qualità più un ostacolo che uno strumento per migliorare.

Dal punto di visto formativo è necessario investire in competenze degli educatori, a livello universitario e scolastico. Non si tratta di aumentare solo le conoscenze tecniche ma di introdurre nelle capacità dei giovani un’attenzione filosofica sui valori di ciò che si maneggia.
Così MED (Associazione italiana per l’educazione ai media) ha provato a introdurre curricoli sperimentali per capire che effetto hanno su bambini e ragazzi attività relative ai media nella scuola. I media influenzano i processi di socializzazione sotto molti aspetti. Propongono ruoli e identità non sempre coerenti e modelli valoriali che i bambini e gli adolescenti possono fare propri. I dati sul consumo televisivo sono in costante crescita e a volte più media vengono utilizzati insieme. La TV può essere considerata un’enorme finestra sul mondo, può portare valori, può essere strumento di condivisione e confronto nella famiglia, ma anche elemento che separa e divide.
La ricerca proposta (commissionata dal Corecom Piemonte) non vuole avere valore statistico, ma proporre un approccio interpretativo per capire le sensazioni dello spettatore. Si è usato un questionario on line, produzioni scritte, brain storming e interviste in profondità.
I risultati di questa indagine qualitativa mostrano che i ragazzi (tra 9 e 12 anni) guardano prevalentemente una TV che è volta a intrattenere e far ridere, ma sono anche in grado di individuare caratteristiche negative dei diversi prodotti. Sono stati discussi da gruppi di studenti brani di programmi: dalle sit-com ai TG, dalle fiction ai reality. In tutti i casi ragazzi hanno evidenziato dove sono presenti episodi di violenza, o la prevalenza di notizie negative nei TG; l’utilizzo di cuccioli e donne per catturare pubblici diversi, l’utilizzo strumentale delle polemiche per intrattenere.

Alla luce delle competenze evidenziate si comprende l’opportunità di definire all’interno dei luoghi formativi un curricolo in media education, per affinare capacità di lettura e utilizzo critico dei media da parte dei giovani fruitori, come mezzo di sviluppo cognitivo e di autonomia.

 

Parola, A. (a cura di), Le trappole del verosimile: TV dei ragazzi e qualità: analisi e proposte, Milano, F. Angeli, 2009

 

Tutte le segnalazioni di libri sono pubblicate anche nella rivista Rassegna bibliografica: infanzia e adolescenza