La mia guardia del corpo

di Tony Bill

(USA, 1980)

Sinossi

Clifford, figlio quindicenne del direttore di un prestigioso albergo di New York, si trasferisce in una nuova scuola. Subito iniziano i problemi con Moody, il bullo della classe, che lo ricatta e lo malmena per obbligarlo a pagargli la protezione.

Clifford resiste all’arroganza di Moody e dei suoi scagnozzi, ma la situazione si fa sempre più opprimente. Il padre di Clifford, venuto a conoscenza dell’accaduto, telefona al preside, il quale punisce Moody, ma consiglia a Clifford di non essere troppo permaloso. Intanto nella scuola fa la sua comparsa Ricky Linderman, un grosso e silenzioso ragazzone sul quale si sprecano le tetre leggende che lo vogliono assassino di un ragazzino, stupratore di un’insegnante e carnefice di un poliziotto. Moody dimostra di avere timore di Linderman e Clifford pensa di sfruttare la situazione chiedendo al robusto ragazzo di proteggerlo, ricevendo un deciso rifiuto. Un giorno Clifford subisce l’ennesima angheria da Moody, che lo rinchiude in un armadietto della palestra, nel quale il ragazzo rischierebbe di soffocare se non intervenisse Linderman a liberarlo. Clifford chiede informazioni su Linderman a Miss Jump, la loro insegnante, che lo informa sul grande dramma della vita del ragazzo, al quale, l’anno prima, è mancato il fratello minore, morto mentre giocava con la pistola del padre. Tra Linderman e Clifford nasce progressivamente una sincera amicizia: i due vanno su una moto che il più grosso della coppia ha assemblato, dividono i momenti di divertimento e le serate nell’albergo che il padre di Clifford dirige. Ma Moody, timoroso di Linderman, ha assoldato Mike, un tipo violento, per farsi proteggere, e si reca da Clifford e Linderman per dar loro una lezione. Linderman subisce passivamente senza reagire, dopodiché fugge. Clifford, dopo averlo cercato per un giorno intero, finalmente lo ritrova e l’amico gli confessa dolorosamente la sua colpevolezza, anche se involontaria, nella morte del fratello, con il quale stava giocando ai cowboys. Recuperata la moto che Mike gli aveva gettato nel fiume, Linderman e Clifford vengono nuovamente provocati da Moody e Mike, ma questa volta reagiscono dando ad entrambi una sonora lezione che ricorderanno per molto tempo.

Presentazione critica

Tutti temi cari al filone delle storie adolescenziali quelli narrati da Tony Bill in La mia guardia del corpo. Un quindicenne trasferito in una realtà differente da quella che gli è abituale, anche se l’attività del padre – direttore di un albergo – è il simbolo evidente di un’esistenza instabile, sprovvista di certezze, di basi a cui affidarsi, di costanti affettive e di rapporti interpersonali stabili e duraturi. Un universo nuovo di cui non si conoscono le insidie (ed infatti è il compagno di banco Carson ad informare il nuovo arrivato su chi sia Moody, di quali pericoli possa essere portatore, delle leggende che precedono l’arrivo di Linderman, il quale viene presentato in un’aura sinistra, ma quasi mitica) e che rendono Clifford una sorta di escluso dai meccanismi che regolano la vita quotidiana della scuola. Clifford si pone subito come la variabile impazzita del microcosmo che ora abita: egli, infatti, si rifiuta di pagare il pizzo alla banda di Moody (considerato una sorta di star nel mondo scolastico, un personaggio amato dagli amici, temuto dai deboli e ammirato dalle ragazze che sperano di poter uscire con lui) e la sua scelta fa sì che anche gli altri cerchino mediocremente di uniformarsi alla presa di posizione del loro coetaneo. Clifford è anche colui che supera la diffidenza verso Linderman (e in alcuni casi anche il terrore: si pensi alla scena dell’arrivo in classe del temuto ragazzo, con Carson che prega che non si sieda dietro di lui) e, nonostante gli errori successivi (la prima volta gli domanda di fargli da guardia del corpo, poi, dopo che lo ha difeso una volta fuori da un locale in cui ha gravemente offeso Moody e la sua banda, pensa erroneamente che la protezione sia per sempre), riesce a rompere quel muro di silenzio ed indifferenza che il dolore per la perdita del fratello ha procurato nell’introverso ragazzo e a diventare suo amico e confidente. Come solitamente capita in questi frangenti, l’unione e l’amicizia tra i due personaggi avviene sul piano delle mancanze colmate: Clifford è orfano di madre da un paio d’anni, ha una nonna che si comporta come una ragazzina desiderosa di adescare ogni uomo che incroci lo sguardo con il suo e un padre che lavora ‘ventiquattro ore su ventiquattro’ per non perdere l’incarico di privilegio che gli è stato assegnato, non ricorda esattamente quanti anni abbia il figlio (è convinto che abbia un anno in meno) e pensa di proteggerlo dalle prepotenze dei coetanei telefonando al preside, mettendo il figlio, di fatto, in una situazione ben peggiore e maggiormente imbarazzante. Linderman è già un escluso nelle parole che lo evocano nella storia ancor prima che egli compaia: psicopatico, stupratore, assassino, violento. Il ragazzo ha un comportamento singolare: sta sempre in rigoroso silenzio, durante le ore di lezione guarda pensoso fuori dalla finestra e nei momenti di aggregazione, mentre Clifford subisce le intemperanze della banda di Moody, Linderman sta in disparte quasi avesse il mondo in gran disgusto. Il dramma è quello che il ragazzo rivelerà poi in modo estremamente sofferto a Clifford nella piccola stazione dei treni: giocando con la pistola del padre ha ferito a morte il fratello minore e poi non ha avuto il coraggio di prendersi le proprie responsabilità di fronte ai genitori e alla società, simulando un incidente dovuto all’innocenza del fanciullo e improntato alla più triste fatalità. Da un lato Clifford, al quale manca la necessaria ‘protezione’ perché sprovvisto di figure forti che si prendano cura di lui, dall’altro Linderman, il quale ha un grosso rimorso che vuole espiare e cerca una figura vicaria del fratello a cui fornire quella cura che il destino ha voluto si trasformasse in un tragico incidente. È su queste basi che si forma e vivifica il legame tra i due ragazzi, mentre Moody e il ‘picchiatore’ Mike rappresentano la sgradevole quanto necessaria prova da superare per poter ambire ad un’esistenza pacificata, priva di rimorsi e serena perché adeguatamente garantita e preservata dall’arroganza del mondo esterno. E così la doppia scazzottata (quella tra Linderman e Mike e la decisiva tra Clifford e Moody) assume la sembianza della prova essenziale da superare per potersi garantire un’esistenza differente, priva di problemi, ma assume anche i lineamenti di una sorta di prova iniziatica per lasciarsi alle spalle le paure adolescenziali e guardare con coraggio e ottimistica speranza ad un futuro da adulti. Giampiero Frasca  

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