Killing Mrs.Tingle

di Kevin Williamson

(USA, 1999)

Sinossi

A Leigh Ann Watson, una delle migliori alunne di un liceo statunitense, manca solo un altro giudizio positivo per potersi assicurare una borsa di studio che le permetterà di frequentare l’università (sua madre fa la cameriera e non sarebbe in grado di sostenere una spesa così ingente). Si tratta, tuttavia, proprio del voto dell’insegnante di storia, la terribile Mrs. Tingle, che nutre un’antipatia particolare oltre che per Leigh Ann, anche per Jo Lynn Jordan, la migliore amica della ragazza, e per Luke Churner, un ragazzo dal quale Jo Lynn è attratta, ma che corteggia Leigh Ann. Quando l’insegnante boccia una ricerca sulla stregoneria di Leigh Ann e la prospettiva della borsa di studio si allontana, Luke pensa di correre ai ripari passando alla compagna il testo di un compito in classe che è riuscito a sottrarre a un professore. Scoperti da Mrs. Tingle, i ragazzi cercano di dissuadere l’insegnante dal denunciarli. Tuttavia, capiscono che solo con le maniere forti otterranno qualcosa: si recano a casa della professoressa e, legatala al letto, decidono di ricattarla scattandole delle foto in intimità con Luke. Mrs. Tingle, tuttavia, è abile nel mettere una contro l’altra le ragazze, facendo leva sulla gelosia che Jo Lynn, attratta da Luke, prova nei confronti di Leigh Ann che, nel frattempo ha ceduto alle avance del ragazzo. Quando Mrs. Tingle riesce a liberarsi e ad entrare in possesso delle foto compromettenti, tutto sembra perduto per i ragazzi che passano dal ruolo di carnefici a quello di vittime: provvidenziale sarà l’intervento del preside che, sorpresa la Tingle nell’atto di minacciare i propri allievi, deciderà di sollevarla dall’incarico. Leigh Ann riuscirà ad ottenere un ottimo voto in storia, a conseguire la borsa di studio e a riconquistare l’amicizia di Jo Lynn.

Introduzione al Film

L’ennesima evoluzione di un genere

Il sotto-genere cinematografico del teenager movie ha fatto propri, nel corso degli anni Novanta, molti degli stereotipi e degli stilemi dell’horror, giovandosene non poco soprattutto dal punto di vista del successo commerciale che tale contaminazione ha portato a un filone che, dopo le parentesi in chiave di commedia degli anni Sessanta, e quelle in chiave sentimentale dei primi anni Ottanta, pareva avviato verso un declino pressoché definitivo. Il riferimento più immediato al genere horror è, essenzialmente, quello di Scream (1996, regia di Wes Craven), film di enorme richiamo, del quale proprio il regista di Killing Mrs. Tingle Kevin Williamson è stato uno degli sceneggiatori. Di fronte alla tensione ludica di Scream che, attraverso una serie imponente di citazioni da altri film horror e il continuo scambio tra finzione e realtà, riusciva a imporsi come ricognizione ironica e divertita del genere di riferimento, Killing Mrs. Tingle appare come un tentativo di normalizzazione della mescolanza di modelli cinematografici lì proposta, riuscita solo in parte ma non per questo meno interessante. Un primo elemento significativo sta proprio nel tentativo di rendere plausibili le situazioni e i personaggi messi in scena: di fronte alle derive nonsense di Scary Movie (2000, regia di Keenen Ivory Wayans), parodia dichiarata di Scream, Killing Mrs. Tingle costituisce una vera e propria reazione, lo sforzo di riportare tutti gli elementi del genere al proprio posto da parte di chi sembra essersi accorto di aver dato vita a un vero e proprio filone di ibridi che è quasi impossibile arrestare, soprattutto nel gioco all’accumulo di trivialità e oscenità sempre più spinte. Il film di Williamson, al contrario, risulta fin troppo morigerato, purgato da tutti gli eccessi tipici delle pellicole di questo genere: dalla scelta di limitare al massimo il numero dei personaggi principali, nonché di strutturare la trama dei rapporti tra i giovani protagonisti (Ann Leigh, Jo Lynn e Luke) su un triangolo più ambiguo che indecente, il rimando più diretto diviene quello al thriller e alla commedia nera, due generi cinematografici dal taglio certamente più adulto, che meno si prestano a rielaborazioni dissacranti. Costruito quasi per intero sull’interpretazione di Helen Mirren che, pur restando immobilizzata per gran parte del film riesce a dare una notevole prova d’attrice, il film rievoca, nelle scene in cui Mrs. Tingle è legata al letto (ovvero per una metà abbondante della sua durata), un classico dell’horror, L’esorcista (1973, regia di William Friedkin), quasi a voler rivendicare una presunta purezza originaria, un ritorno agli archetipi del genere, tranne poi non saper resistere all’impulso alla citazione nella sequenza in cui Jo Lynn (l’amica di Ann Leigh che ha ambizioni da attrice) replica alla perfezione proprio una scena di quel film.

Il ruolo del minore e la sua rappresentazione

Piccole ribellioni per non diventare come gli adulti

Al di là delle citazioni e dei riferimenti ad altri film di genere, Killing Mrs. Tingle riesce a fornire allo spettatore un’immagine non troppo lontana dalla realtà della mentalità, delle aspirazioni e dei sogni delle giovani generazioni: un’immagine soltanto riflessa, desiderata in quanto modello d’evasione (visto il buon successo di una pellicola in fondo modesta come quella di Williamson), ma comunque indicativa di una certa tendenza. Il quadro è deludente: il tanto temuto fallimento scolastico di Leigh Ann, infatti, sembra nascondere, più che il timore di non riuscire a realizzare i propri sogni, la paura di diventare come gli adulti del film. I modelli di riferimento a disposizione della ragazza, infatti, sono poco incoraggianti: la madre è una donna che, delusa dalla vita e disillusa sul proprio futuro, proietta sulla figlia tutte le speranze di un riscatto di là da venire; la professoressa, che almeno dal punto di vista intellettuale dovrebbe rappresentare un esempio per Leigh Ann, si configura come termine di paragone totalmente negativo, dato che le vicende della vita l’hanno costretta a rimanere in provincia e a rassegnarsi a una grigia carriera da insegnante. C’è ben poco di demoniaco in Mrs.Tingle, più invidiosa dei propri alunni destinati al successo e preoccupata di ostacolare il percorso di quanti tra loro si dimostrano troppo brillanti, più vittima di se stessa, dei propri sogni sfumati, che realmente animata da quel male assoluto al quale i ragazzi la assimilano. Allo stesso modo c’è ben poco di eversivo nella rivolta dei tre compagni di scuola che si improvvisano sequestratori: la preoccupazione di Leigh Ann è essenzialmente quella di non perdere la borsa di studio, viatico necessario per lasciarsi alle spalle la grigia provincia in cui è vissuta fino a quel momento. Quanto a Luke e Jo Lynn, poi, sono preoccupati più di non perdere di vista i rispettivi oggetti del desiderio che di vendicarsi dell’odiata professoressa. Una ribellione di piccolo cabotaggio, dunque, quella dei tre studenti contro l’insegnante che, inoltre, smentisce l’immagine di zitella frigida che tutti sembrano volerle addossare (Leigh Ann, Luke e Jo Lynn scoprono che, all’insaputa di tutti, la professoressa ha una relazione con l’insegnante di educazione fisica). L’epilogo si mantiene in linea con gli sviluppi del film: è solo grazie all’intervento del preside (dunque di un rappresentante dell’autorità) che i tre ragazzi potranno uscire vincitori dal confronto con la professoressa e, ciò che è più scandaloso, in fondo impuniti dopo aver sequestrato l’insegnante, averla minacciata ripetutamente, aver tentato di screditarla attraverso l’ignobile messinscena dell’amplesso con Luke. È sorprende come l’assenza di scrupoli dei ragazzi sia rivolta, più che al raggiungimento di nuovi obiettivi o a un cambiamento dello status quo, al mantenimento di prerogative date per acquisite, e che tutto ciò abbia, inoltre, il tacito avallo da parte di chi detiene l’autorità nella finzione (il preside) e di chi la esercita sul film (gli sceneggiatori e il regista). Killing Mrs. Tingle si presenta come una pellicola profondamente sleale nei confronti del suo pubblico, dato che ci presenta una serie di figure adolescenziali deprecabili ma presentate come moralmente accettabili, anzi addirittura degne di lode. Strano, dunque, che il film sia stato scambiato dalla censura statunitense per una sorta di pamphlet eversivo e violento (laddove, invece, è un inno alla doppiezza e all’infingardaggine) che ha costretto la produzione a cambiare il titolo del film da Killing Mrs. Tingle (rimasto invariato nella versione distribuita in Europa) nel più “mite” Teaching Mrs. Tingle.

Riferimenti ad altre pellicole e spunti didattici

Oltre ad essere il terreno di confronto tra studenti e insegnanti la scuola è stata in molte occasioni uno degli scenari privilegiati dal cinema sull’adolescenza per mettere in scena lo scontro tra generazioni. Lo spunto di riflessione più interessante che può venire da un film come Killing Mrs. Tingle è nel dato di un progressivo spostamento dell’attenzione del cinema da quella componente di critica o di allarme sociale presente in pellicole come Il seme della violenza (1955, regia di Richard Brooks), ad ambiti quali l’horror, il thriller o il comico (spesso di infimo livello). Lo scontro generazionale e la dialettica connaturata alla vita scolastica sembrano non riuscire più a rivestire un ruolo centrale, determinante da un punto di vista tematico, ma esclusivamente quello di una esplorazione formale sempre più vuota e autoreferenziale. Fabrizio Colamartino

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