Intercultura e cura educativa nel nido e nella scuola dell’infanzia

Il testo offre uno spaccato della prospettiva didattica interculturale utile a chiunque si occupi dei servizi 0-6 o intenda farlo (operatori, educatori, studenti). Articolato in cinque parti, il volume ricostruisce la cornice teorica dell'intercultura, declina tale prospettiva nell'offerta formativa di educatori e insegnanti dell'infanzia, poi passa a analizzare il complesso compito educativo dei genitori in immigrazione e di conseguenza estende il discorso alla proposta interculturale così come si articola all'interno dei servizi, per finire con la descrizione di una serie di buone prassi individuate in vari corsi di formazione tenutisi in Toscana.

Il fine dell'intercultura è quello di favorire il dialogo tra varie forme di diversità, generando un'apertura mentale che permetta di superare chiusure e preconcetti tutt'oggi operanti nella quotidianità: qui si intende capire come tutto questo si declini nei nidi e nelle scuole d'infanzia.

I servizi 0-6, d'altra parte, rappresentano il luogo naturale, propizio e ideale per sviluppare l'interculturalità: è il luogo dove il bambino viene valorizzato come soggetto e come autore del proprio sviluppo; dove si percepiscono le differenze, senza valutazioni; dove può prendere avvio quel processo di costruzione della cittadinanza basata su un'appartenenza plurale. La scuola, in tal senso, deve assumere pienamente il pluralismo come tratto culturale stabile e proporre un modello di relazione con l'alterità che potenzi la positività dell'incontro e del reciproco scambio.

A partire dalla formazione degli educatori, allora, bisogna proprio che l'intercultura diventi una forma mentale: l'ascolto attivo si deve praticare nei confronti di bambini e delle loro famiglie; l'accoglienza va realizzata in tutti gli ambiti di relazione; la formazione pedagogica dovrà assumere la forma della ricerca azione per far sì che la pedagogia stessa si realizzi come sapere riflessivo e metariflessivo.

La famiglia immigrata, d'altra parte, sebbene non esista come soggetto sociale omogeneo, è caratterizzata da una complessità particolare: la migrazione è un'esperienza traumatica, di rottura, spesso è perdita dei pieni diritti di cittadinanza; all'arrivo si è nella maggior parte dei casi sprovvisti delle competenze linguistiche del Paese e si è più esposti a forme di discriminazione e sfruttamento. Le parole delle madri, in particolare, esprimono storie di solitudine, a partire dalla gravidanza per arrivare alle cure del bambino nei primi mesi di vita; anche l'educare i figli in immigrazione è un compito complicato, significa offrire loro gli strumenti per transitare tra culture. Per tutti questi motivi, tra gli altri, il supporto dei servizi educativi è fondamentale e il lavoro che questi si trovano a fare deve partire dall'accoglienza, da uno sforzo comunicativo nei confronti delle famiglie, spesso in difficoltà per non riuscire a comunicare correttamente con la scuola.

Dunque, l'educazione interculturale è un approccio educativo: nella programmazione (da considerare sempre nella sua dimensione di apertura, di continua rielaborazione) significa elaborare consapevolmente percorsi educativi e di relazione coi genitori finalizzandoli a valorizzare la specificità di ciascuna persona, alimentando la relazione tra i bambini e gli adulti che li curano. Anche nelle attività di cura, tuttavia, è importante che sia forte la competenza interculturale, nelle routine infatti si presuppone una forte componente relazionale: si pensi all'alimentazione o al sonno.

Le competenze interculturali devono essere cassetta degli attrezzi per l'operatore e dell'educatore per entrare in relazione con genitori e bambini.

Nell'ultima parte, l'autrice descrive alcune significative pratiche interculturali che hanno dimostrato la loro efficacia rispetto a una determinata situazione e che si ritiene possano essere replicabili in contesti differenti: si tratta di attività rivolte ai bambini, ma anche ai genitori o ai bambini e ai genitori insieme.

 

Silva C., Intercultura e cura educativa nel nido e nella scuola dell’infanzia, Azzano S. Paolo, Junior, 2011.

 

Tutte le proposte di lettura sono pubblicate anche nella rivista  Rassegna bibliografica: infanzia e adolescenza