Il volume qui presentato contiene gli atti di un convegno nazionale sui temi dell’educazione nei servizi per la prima infanzia svoltosi a Pesaro nel mese di maggio del 2008. Si tratta quindi di un volume corale, a più voci, che affronta una tematica non ancora molto dibattuta. Il tema che fa da sfondo all’intera opera è infatti quello relativo alla considerazione del mutamento di situazione in cui si trovano a operare oggi gli educatori a vari livelli. Falliti gli ideali che per anni hanno consentito agli individui di coltivare una fiducia forte nel futuro inteso come promessa di miglioramento e di crescita, oggi il futuro appare quanto mai nebuloso e incerto, caratterizzato da un’imprevedibilità che tende a promuovere atteggiamenti di chiusura e di ritiro in se stessi. Anche l’educazione viene inevitabilmente coinvolta da questo tipo di cambiamento, e la domanda che si pongono gli autori che hanno contribuito con i loro saggi alla stesura del volume è quella relativa alle possibili azioni educative che è lecito e opportuno mettere in atto in relazione a esso. Gli educatori della prima infanzia si trovano infatti da una parte e dover fare i conti con questa ideologia della crisi e dell’incertezza, mentre dall’altra con un’apparente antinomia che rende complesso un ripensamento del loro ruolo. Se l’epoca delle passioni tristi porta con sé tra le altre cose anche la fine dei desideri, compreso il desiderio di apprendere, ci si chiede come rapportarsi a soggetti che per loro natura sono invece portatori di un grande desiderio di scoperta e di conoscenza, cioè i bambini nei primi anni della loro vita. Gli autori dei contributi che compongono il volume si approcciano a questa complessa tematica a partire dalle proprie specificità disciplinari, chiedendosi ciascuno a partire dal proprio punto di vista quanto sia possibile mantenere all’interno dei servizi per l’infanzia quel piacere di educare inteso come piacere della cura e dell’accompagnamento che dovrebbero sostanziare qualunque relazione educativa. In questo senso i contributi si suddividono in un buon numero di saggi che problematizzano il tema a partire dalla considerazione della situazione attuale e in altri che invece si concentrano di più sugli scenari futuri, sull’idea del possibile, e questo elemento conferisce al testo un equilibrio che aiuta tutti gli operatori del settore a orientarsi all’interno di una forte complessità argomentativa. Il focus dei saggi, pur nella loro diversità, può comunque essere trovato nella ricerca di un superamento possibile della situazione di stasi che vede l’educazione fare molta difficoltà a staccarsi da una logica di consumo che appartiene alla specificità della nostra epoca anche in relazione al mondo dell’infanzia. La ricerca di relazioni autentiche, di un vero rispetto dell’individuo bambino inteso nella sua specificità di genere ma anche di individuo singolo dovrebbero essere parte dell’etica educativa dei servizi, ma ciò è possibile solo a partire da una riflessione che dovrebbe coinvolgere prima di tutto gli operatori del settore circa l’inconciliabilità di un’educazione intesa come formazione umana e un atteggiamento di tipo consumistico nei confronti delle esperienze della vita. Si tratta infatti di un atteggiamento che, spesso senza consapevolezza, fa parte della forma mentis di ciascuno di noi, e nei confronti del quale occorre, secondo gli autori del volume, una presa di distanza interiore supportata anche da una normativa specificatamente dedicata.
Il piacere di educare nell’epoca delle passioni tristi. Le sfide dell’educazione dell’infanzia oggi, Convegno nazionale, Pesaro, 8, 9, 10 maggio 2008, Azzano San Paolo, Junior, 2009.