Il diritto di tutti a prendere parte alla vita culturale

Nella Raccomandazione n. 1990* l'Assemblea prende atto che il diritto di ogni individuo di partecipare alla vita culturale presuppone, necessariamente, che vi sia parità di accesso alle risorse culturali. Il patrimonio culturale delle persone, infatti, è una questione che riguarda tutti i soggetti, pubblici e privati, ma è dello Stato il compito di assicurare un'ampia gamma di servizi culturali - come, ad esempio, l'accesso alle arti - particolarmente importanti e non sufficientemente garantiti ai giovani nella fascia di età compresa tra i quindici e i venticinque anni. Per questo l'Assemblea chiede che gli adolescenti e i giovani siano riconosciuti come strumento fondamentale di trasmissione delle risorse culturali e dei valori all'interno della società, e che una delle principali responsabilità dei politici debba essere proprio quella di coltivare, soprattutto tra i giovani, il "desiderio di cultura" coinvolgendoli maggiormente e più direttamente nelle attività culturali. Ciò perché, nota con rammarico l'Assemblea, al di là dei discorsi a favore dei diritti culturali e materiali, le risorse umane e finanziarie non consentono, ancora, di mettere a disposizione dei giovani un'offerta culturale valida ed equa nonostante la grande varietà di iniziative e di progetti in essere e la professionalità delle persone che lavorano in queste aree. Per questo motivo l'Assemblea parlamentare raccomanda che il Comitato dei Ministri approvi le "Linee guida per lo sviluppo di politiche volte a garantire l'effettiva partecipazione alla vita culturale" allegate alla Raccomandazione (di cui costituiscono parte integrante), e di trasmetterle a tutti gli Stati membri, in modo che possano essere presi come riferimento nella definizione delle rispettive politiche nazionali. L'Assemblea, inoltre, chiede che anche i Comitati intergovernativi e la segreteria del settore intergovernativo dell'Organizzazione responsabile per i programmi relativi alla cultura, all'istruzione, all' innovazione tecnologica, ai giovani e alle pari opportunità, si adoperino per: * incorporare la promozione del diritto di ciascuno a partecipare alla vita culturale in progetti in corso (come, ad esempio, i progetti sull'educazione alla cittadinanza democratica e diritti umani); *  istituire un comitato di esperti o di un gruppo trasversale di lavoro al fine di considerare che cosa si potrebbe fare per facilitare un'azione coordinata al fine di promuovere il diritto di ciascuno a partecipare alla vita culturale; * prendere in considerazione quello che potrebbe essere fatto per migliorare la cooperazione tra il Consiglio d'Europa, l'Unione europea e altri organismi internazionali in attuazione di programmi mirati per favorire la partecipazione dei giovani alla vita culturale e di sostenere sforzi creativi innovativi, in particolare quelli relativi alla rivoluzione tecnologica; * raccogliere e valutare esempi di buone pratiche nazionali in vista della preparazione di proposte concrete, che le competenti Commissioni intergovernative potrebbero esaminare, approvare e presentare al Comitato dei Ministri per essere adottate. Nelle linee guida generali si chiede, inoltre, di riconoscere i diritti culturali come diritti che - da soli o insieme ad altri - consentono ad ogni persona, di sviluppare tutte le proprie abilità e di indicarli come leve essenziali per permettere lo scambio culturale e il dialogo interculturale tra le persone. Si chiede poi a tutti gli Stati di fare uno sforzo per ripensare il ruolo della scuola come istituzione fondamentale per lo sviluppo culturale, e come luogo dove insegnare le competenze necessarie per rendere effettivo il diritto a prendere parte ad una vita culturale come luogo di libertà di espressione artistica e di contatto tra alunni, ma anche tra opere culturali, artisti, istituzioni artistiche e teatri.

Tessa Onida

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*  Assemblea Parlamentare, Raccomandazione 24 gennaio 2012, n. 1990, Il diritto di tutti a prendere parte alla vita culturale.  

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