I servizi residenziali per giovani in uscita dalla tutela: un percorso di lettura e filmografico

Il nuovo Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2016 affronta, nel percorso di lettura, il tema dei servizi residenziali per l’autonomia dedicati a giovani in uscita da percorsi di tutela. Federico Zullo, educatore e presidente dell’associazione Agevolando, riflette sull’argomento a partire dalla nascita dei cosiddetti “appartamenti per l’autonomia” nati per dare «un senso compiuto al percorso, a volte lungo e tortuoso, di molti giovani che, raggiunta la maggiore età, non hanno la possibilità di poter contare su una famiglia, su un appoggio economico, su un’abitazione, su qualcuno che possa accompagnarli ancora un po’ nel cammino della vita». Dopo aver riportato i dati nazionali più recenti sui minorenni fuori dalla famiglia di origine, il percorso di lettura si sofferma sulle buone pratiche, le esperienze attuate e le politiche e le azioni educative da mettere in campo per promuovere la partecipazione attiva dei giovani, il senso di responsabilità e l’empowerment. In questa direzione si muove anche la recente istituzione (con legge di bilancio 2018) di un fondo nazionale, a favore di giovani in uscita dall’accoglienza con età compresa tra 18 e 21 anni che rappresenta una svolta storica e un’opportunità per questi giovani e per tutti coloro (educatori e operatori) che lavorano a diretto contatto con essi.
A conclusione del contributo si riportano in un box informativo le normative regionali che prevedono contesti residenziali per l’autonomia e la bibliografia più recente sul tema.
Con un taglio originale, il percorso filmografico di Marco Dalla Gassa, attraverso la presentazione di alcuni film emblematici offre una riflessione non tanto sui “personaggi” ovvero i ragazzi (quasi) maggiorenni  in carico ai servizi sociali, ma sugli “ambienti”, ovvero sulle stesse unità abitative che li accolgono e sul carico di significato simbolico e sociale che esse hanno, indipendentemente dal loro valore e funzione d’uso. L’obiettivo del saggio è, come scrive l’autore, quello di interrogarsi su cosa significa, da un punto di vista simbolico e immaginativo, insediarsi in questi spazi, o più precisamente cosa significa collocare i minori sotto tutela dentro cornici rappresentative chiamate “appartamenti per l’autonomia” e che definiscono una sorta di “essere al mondo” e di “essere nell’abitare” che ha forti ripercussioni su identità personali, capacità relazionali, storie di vita.

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