I maschi nei servizi per l'infanzia. All'ordine del giorno il personale maschio nell'assistenza dell'infanzia

Il personale maschile nei servizi per l’infanzia è sempre stato una rarità in tutte le nazioni europee. Nella comunità fiamminga del Belgio, la constatazione di un’esigua percentuale sia dei maschi che operano con i bambini al di sotto dei 3 anni, sia degli educatori nelle attività extrascolastiche, ha portato alla promulgazione di una nuova legge che ha reso più favorevole l’impiego di personale maschile nell’assistenza all’infanzia. L’articolo 12 della legge promulgata nel 2002 sulle Disposizioni di qualità dei servizi all’infanzia, esprime la volontà di favorire l’incremento anche di personale maschile per rafforzare la funzione dell’operatore dell’infanzia e del personale ausiliario.

Già nel passato i tentativi di favorire l’impiego indistinto di entrambi i generi era presente nelle azioni governative, come l’aver sostituito nel 2001 la definizione della professione da “assistente all’infanzia” in “educatore dell’infanzia in età prescolare”, così come l’aver incrementato del 30% i salari degli operatori dei centri di assistenza in età prescolare per adeguare gli stipendi di tali operatori a quelli degli altri settori dell’educazione.

Uno specifico progetto finanziato dal Fondo sociale europeo, Personale maschile nell’assistenza all’infanzia, ha attivato un interessante processo per cambiare l’immagine sociale dell’assistente all’infanzia. La prima azione è stata la realizzazione di una campagna pubblicitaria che mirava a creare una specifica figura maschile dell’assistente all’infanzia, dandole una propria identità e differenziandola da quella femminile. Il successo di tale iniziativa è stato enorme, soprattutto perché ha portato al centro dell’opinione pubblica il problema e ha permesso a politici, genitori e collaboratori dell’assistenza all’infanzia di pensare in termini innovativi a questa figura professionale. Alla campagna pubblicitaria hanno fatto seguito una serie di monitoraggi sugli interventi formativi per verificare la neutralità rispetto al genere ed è stata redatta una guida per la selezione del personale, per favorire il reclutamento dei maschi. Inoltre, sono stati organizzati momenti di incontro e di riflessione sul ruolo e la funzione dei maschi adulti nella crescita formativa dei bambini.

Una ricerca dell’Università di Gand ha fatto luce sul profilo dei maschi che scelgono di fare tale professione e sulla loro esperienza. Per la maggior parte sono persone che precedentemente sono state coinvolte in movimenti giovanili o in attività inerenti al mondo dell’infanzia, anche se prima di approdare alla professione con i bambini, hanno fatto i mestieri più vari. L’età dei maschi che si occupano di assistenza all’età infantile prescolare è tra i 20 e i 30 anni e più della metà vive ancora nella famiglia d’origine, mentre chi lavora con i bambini più piccoli ha una età più matura – tra i 30 e i 40 – e la metà di queste persone ha famiglie con bambini. Nei corsi di formazione destinati agli operatori per l’infanzia non c’è molta attenzione alla componente maschile, anche se una buona percentuale di intervistati ritiene che i corsi siano realizzati senza nessuna differenza di genere. Un privilegio tutto maschile emerge nel tempo di lavoro, poiché quasi tutti gli operatori uomini che lavorano a tempo pieno, occupano la quasi totalità dei posti a disposizione. Nella relazione con le colleghe, emerge che gli uomini che lavorano nei servizi extrascolastici nelle Fiandre hanno un buon rapporto e sono stati accolti calorosamente dalle loro colleghe donne, mentre gli operatori dei centri per i bambini in età prescolare affermano che l’accettazione è stata molto più difficoltosa.

L’atteggiamento dei genitori dei bambini di fronte ad assistenti uomini è entusiastico, a parte pochi casi di paura di inadeguatezza a trattare con i bambini. Gli operatori uomini hanno quasi tutti scelto volutamente questa attività lavorativa e ne traggono una grande soddisfazione, motivo che li porta a desiderare di continuare a poter lavorare nell’assistenza all’infanzia.

 

Jan Peeters, I maschi nei servizi per l'infanzia. All'ordine del giorno il personale maschio nell'assistenza dell'infanzia : primi risultati di un progetto nelle Fiandre, in «Bambini» - A. 21, n. 2 (febbr. 2005), pp. 24-29

 

Tutte le proposte di lettura sono pubblicate anche nella rivista  Rassegna bibliografica: infanzia e adolescenza