Fuga dalla scuola media

17/07/2009 Tipo di risorsa Schede film Temi Adolescenza Relazioni familiari Titoli Rassegne filmografiche

di Todd Solondz

(USA, 1996)

Sinossi

Dawn Wiener è una dodicenne goffa e poco attraente che ha difficoltà a socializzare con i propri coetanei (viene scansata e sbeffeggiata da tutti) ma anche poco apprezzata in famiglia, dato che i genitori le preferiscono l’aggraziata e insopportabile sorellina minore. Si invaghisce del bello della scuola che, ovviamente, la respinge e finisce per cedere a Brandon un coetaneo che, pur trattandola rudemente, le regala qualche sprazzo di felicità. Quando la sorellina viene rapita, prima se ne rallegra e poi spera di poter finalmente farsi notare salvandola. È tutto inutile: sarà ancora sull’odiosa bambina che si riverseranno l’attenzione e l’affetto di tutti.

Analisi

Uno degli elementi più originali di Fuga dalla scuola media, film d’esordio nel circuito cinematografico ufficiale del regista indipendente statunitense Todd Solondz, non è quello di aver scelto come eroina delle vicende narrate un’adolescente goffa, bruttina, incapace sia di inserirsi nell’ambiente scolastico sia di avere un buon rapporto con la famiglia, quanto di non aver fatto di lei – la piccola Dawn, interpretata straordinariamente da Heather Matarazzo – una vittima nel senso classico del termine. La bambina, oltre ad avere i “difetti” poc’anzi elencati, non è neanche simpatica, spesso si dimostra sleale nei confronti dei suoi coetanei, senza riuscire, peraltro, a farla franca, non essendo neanche dotata di una spiccata intelligenza. È una figura che non induce tenerezza o compassione nello spettatore ma, forse, soltanto un vago senso di pietà (intesa nell’accezione meno nobile del termine) e che, quindi, riesce a incarnare, molto meglio dei piccoli protagonisti di tanti film lacrimevoli, quali possano essere gli effetti del maltrattamento psicologico sulla personalità di un adolescente. Dawn è il risultato diretto di tutte le umiliazioni subite e, essendo circondata soltanto da figure tanto crudeli da risultare grottesche, può soltanto reagire comportandosi solo nel modo in cui agiscono gli altri, se non addirittura peggio. A differenza della maggior parte delle piccole vittime di famiglie più o meno disastrate messe in scena dal cinema (anche e soprattutto statunitense) la protagonista di Fuga dalla scuola media non si propone come punto di riferimento morale rispetto ad un ambiente che va alla deriva: l’unico modo che Dawn ha per rivalersi delle umiliazioni subite è infliggendone a sua volta a chi è più debole di lei (Ralphy, l’amichetto con il quale costruisce una casetta in giardino, da tutti definito un “frocetto”), facendo la spia ai danni di chi si trova come lei in una situazione critica (durante il compito in classe si fa punire dalla maestra per aver denunciato un compagno intento a copiare), gioendo delle disgrazie altrui o tentando di trarne un profitto (come quando la sorellina viene rapita). Come il finale sospeso e pessimista del film ci conferma, Dawn è un personaggio che non riesce a elevarsi al di sopra dell’ambiente nel quale è cresciuta, né, come s’è visto, per le sue doti morali (che, d’altro canto, dovrebbero essere innate e incorruttibili per resistere gli attacchi dell’ambiente esterno), né per quelle intellettuali (che non possiede): ciò porta la ragazzina, e qui sta il paradosso, non a un comprensibilissimo rifiuto dell’ambiente circostante ma, al contrario, a un desiderio di integrarsi in quella società crudele e indifferente che non si è mai accorta di lei. Inoltre, è proprio la famiglia l’ambito nel quale Dawn subisce le più pesanti umiliazioni, come quando, dopo la fuga a New York alla ricerca della sorellina rapita, al rientro si accorge che nessuno ha badato alla sua assenza perché tutti erano troppo occupati a rallegrarsi della conclusione incruenta del rapimento.

Neanche al riparo delle mura domestiche alla protagonista viene risparmiata una dose supplementare di quella crudeltà che ha già subito durante la sua giornata a scuola: si veda a tal proposito la mostruosa determinazione con cui la madre priva Dawn della sua porzione di dolce consegnandola agli avidi fratelli, oppure all’indifferenza con cui viene spazzata via la casetta-rifugio costruita in giardino (chiara alternativa a uno spazio domestico che la respinge costantemente) per far posto all’odiosa celebrazione dell’anniversario di matrimonio dei genitori.

 

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