Figli dell'incertezza

16/12/2010 Temi Giovani

a cura di Fabio Berti e Lorenzo Nasi

 Progettare interventi per i giovani richiede una profonda conoscenza dei loro bisogni, del loro modo di leggere l’esistenza, di guardare il mondo e le relazioni che in esso vivono. Le amministrazioni locali sentono l’esigenza di investire in azioni che possano essere realmente utili e significative per la popolazione adolescenziale e giovanile.

Nella provincia di Grosseto, a tal fine, è stata svolta una ricerca proprio con tali finalità e lo scenario che ne emerge è di una realtà giovanile che affonda le sue origini in una società in trasformazione, che mostra tutti i caratteri propri dell’incertezza. A partire dalla famiglia, fino ad arrivare alla scuola, al mondo del lavoro, alla politica, i tratti che emergono sono tutti di grande difficoltà a sviluppare orientamenti e sistemi valoriali chiari e definiti.  Rispetto alla famiglia, i giovani, pur rilevandone ancora il forte bisogno e il riconoscimento dell’innegabile valore, stentano poi a creare le condizioni per ricrearne una propria e svincolarsi autonomamente da quella di origine, procrastinando scelte e opportunità che favoriscano l’ingresso nel mondo adulto.

Volgendo lo sguardo al rapporto dei giovani di Grosseto con il mondo della scuola, della formazione e del lavoro, emerge un quadro interessante. La maggior parte dei giovani intervistati per la ricerca ha espresso il profondo valore della scuola nell’autodeterminazione dell’individuo, riconoscendo a questa anche di fornire l’opportunità di acquisire conoscenze e competenze spendibili in ambito lavorativo. Un ambito nel quale i giovani grossetani entrano in età inferiore rispetto alla media nazionale e non mostrano particolari difficoltà a trovare un’occupazione. Vivono molto con difficoltà la condizione di precariato che ormai caratterizza gran parte delle opportunità lavorative, poiché questo crea senso di incertezza e di instabilità, ma ciò non stimola a una partecipazione alla vita sindacale o all’impegno attivo nell’ambito della promozione dei diritti del lavoratore.

Andando a vedere come vivono il proprio territorio, emerge che il senso di appartenenza maggiormente sviluppato è al proprio essere “toscani”, poi della “Maremma” e infine di appartenere a una città.
I giovani vedono la loro provincia come un luogo con una propria storia e una propria identità, ma emerge anche una certa mancanza di fiducia in chi governa sia a livello nazionale, sia locale e quindi una resistenza alla partecipazione alla vita politica. Tale sfiducia alla vita politica mostra una corrispondente valorizzazione del mondo del volontariato e della vita associazionistica.
Un livello di ulteriore problematicità nella relazione con la propria realtà locale è data dal senso di insicurezza che gli intervistati hanno manifestato rispetto alla criminalità, che percepiscono in aumento, pur non essendo questo un fenomeno realmente significativo in questa provincia. Questo senso di insicurezza e di paura non è giustificato dai dati reali, per i quali la provincia di Grosseto è al di sopra della media delle province della Toscana in termini di qualità della vita e benessere sociale e sembra essere dovuto alla percezione che si formano attraverso i media, alla risonanza che le informazioni hanno sull’immaginario collettivo. In linea con questa tendenza, c’è la richiesta di un maggior controllo sociale e di un aumento delle forze di polizia.
Per quanto riguarda i comportamenti sociali accettabili o meno, mostrano una forte intransigenza sia per quanto riguarda la scorrettezza in campo economico, sia dei rapporti di coppia e familiari, nell’ambito dell’etica e delle dipendenze.

Questo quadro porta i giovani a un certo “stallo” rispetto al futuro, a una difficoltà di progettarlo e di orientarlo in modo sereno e maturo, ma proprio su questo, chi si prende cura di loro attraverso la progettazione delle politiche giovanili, deve sempre più investire in termini economici e di risorse umane.

 

 

Berti, F. e Nasi, L. (a cura di), Figli dell'incertezza: i giovani in provincia di Grosseto, Milano, Angeli, 2010

 

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