Educare nella prima infanzia. Casi e strumenti per il coordinamento pedagogico

La capacità di riflettere sulle proprie idee e azioni è una delle caratteristiche principali che il personale dei servizi per la prima infanzia dovrebbe avere, da esplicitarsi all’interno di un contesto che garantisca tempi e spazi entro i quali questo tipo di competenza possa trovare realizzazione. In tal senso, il confronto, lo scambio di punti di vista, la consapevolezza delle proprie e delle altrui intenzioni educative si fanno elementi essenziali del fare pedagogia al nido.

Il volume a cura del Coordinamento pedagogico provinciale di Parma si colloca all’interno di questo genere di riflessione, raccogliendo i temi affrontati in occasione del seminario regionale del 2007 Sguardi dal bambino per il bambino, organizzato proprio come momento di incontro e confronto su tematiche che quotidianamente abitano i servizi per la prima infanzia. L’obiettivo è quello di offrire ai coordinatori pedagogici elementi di riflessione e spunti sul “come si potrebbe fare”, senza l’intento di fornire ricette, ma consapevoli dell’esigenza di confronto di cui i coordinatori stessi si fanno portatori. Le tematiche affrontate vanno dall’organizzazione dei contesti alla quotidianità della vita dei servizi tramite un focus sul gioco e sull’osservazione, fino alle relazioni tra adulti e culture. Per ciascun ambito tematico sono ripresi i contenuti fondamentali del percorso formativo compiuto, i casi considerati più emblematici, e vengono forniti strumenti e spunti per la riflessione e la formazione continua, grazie non solo alla proposta di griglie o questionari utili per la discussione comune, ma anche alla presenza di “spaccati” di vita reale del nido affidati a resoconti osservativi o alle parole delle educatrici stesse. Il testo si compone nello specifico di quattro capitoli, il primo dei quali ripercorre le fasi storiche fondamentali che hanno portato i servizi per la prima infanzia a trasformarsi da luoghi assistenziali a spazi educativamente connotati, con tutta una serie di conseguenze che hanno investito diversi ambiti del fare pedagogia al nido, dall’allestimento degli ambienti, alla gestione delle relazioni, alla consapevolezza del significato del gioco per i bambini. A quest’ultimo punto è dedicato il secondo capitolo, che si concentra proprio sulle motivazioni del gioco e sulle diverse forme che esso può assumere in base anche alle più note teorie di riferimento, come quella di Piaget o di Vygotskij. All’interno del nido è chiaro che il gioco assume una forte centralità e il suo svolgimento dipende fortemente dall’organizzazione degli spazi e dei tempi, nonché dall’atteggiamento delle educatrici e dalla loro capacità o meno di porsi come registe di situazioni che i bambini siano in grado di autogestirsi, a volte anche al riparo dallo sguardo dell’adulto. Quest’ultimo assume dunque principalmente il ruolo di osservatore attento e sensibile, capace di ascoltare i bambini per sostenerne delicatamente le competenze, le conquiste, le scoperte, come si dice nel terzo capitolo, dedicato, appunto, ad approfondire il significato della pratica osservativa, nonché il suo utilizzo anche a fini formativi. Se incrociate, le osservazioni permettono il confronto di più punti di vista e dunque la messa in comune di opinioni, idee, scelte. In questo senso lo sguardo dell’altro diventa importante, anche nel potenziale di conflitto che può portare con sé, come si dice nel quarto e ultimo capitolo che in particolare si sofferma sul significato della comunicazione interculturale e sulle pratiche a essa correlate. Si fa riferimento, nello specifico, alla pratica dello shadowing, che consiste nel seguire un’altra persona (nello specifico un’educatrice) per un certo lasso di tempo come un’ombra, per poi confrontare i vissuti emersi.

Il testo, visto il suo carattere teorico-pratico e la sua capacità di fornire “domande” più che risposte, spunti di riflessione basati su vissuti quotidiani più che ricette, si fa strumento utile per i coordinatori pedagogici, i formatori, gli educatori stessi e per tutti coloro che fanno ricerca in questo settore.

 

Educare nella prima infanzia. Casi e strumenti per il coordinamento pedagogico, Coordinamento pedagogico provinciale di Parma, Trento, Erickson, 2010

 

Tutte le proposte di lettura sono pubblicate anche nella rivista  Rassegna bibliografica: infanzia e adolescenza