Diritto dei bambini a una piena integrità fisica

L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, interviene, con la Risoluzione 1952 del 1° ottobre 20131, sull’importante tema del diritto dei bambini ad una piena integrità fisica. Infatti, nonostante l’approvazione di misure legislative e politiche da parte degli Stati membri del Consiglio d'Europa finalizzate, in gran parte, a promuovere il benessere dei bambini e degli adolescenti e a proteggerli contro ogni forma di violenza, ci si è scoperti parzialmente impreparati rispetto al problema di una particolare categoria di violazioni compiute su bambini e adolescenti fatte passare, talvolta, addirittura come utili ai minori stessi. È il caso delle mutilazioni genitali femminili, della circoncisione di bambini e di adolescenti maschi per motivi religiosi, e di alcuni interventi medici sui bambini “intersessuali”, cioè con disordini della differenziazione sessuale, senza contare, poi, le pratiche di piercing, tatuaggi ed altri particolari interventi di chirurgia plastica eseguiti sui minori.

In proposito è bene ricordare quanto sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo la quale stabilisce che in tutte le decisioni relative ai minori di diciotto anni - di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi - l'interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente (articolo 3). Per questo gli Stati vengono invitati ad adottare qualsiasi misura volta a proteggere i minori da ogni forma di violenza fisica o mentale, lesioni o abusi; cosa che, peraltro, sono chiamati a fare anche i genitori, i tutori legali e qualsiasi altra persona che abbia la cura di un bambino (articolo 19). Così, ponendosi sulla medesima scia della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, la Risoluzione ricorda la grande attenzione posta dal Consiglio d’Europa nella tutela dei bambini dalle varie forme di violenza come, per esempio, la violenza sessuale, la violenza nelle scuole e quella domestica, riconoscendo però di non avere mai posto un’attenzione particolare alle violazioni che, pur non avendo gravi profili medici, possono tuttavia essere considerate pericolose per il duraturo impatto che le stesse producono sulla vita dei minori. La raccomandazione che l’Assemblea dirige agli Stati membri è di promuovere nelle persone la consapevolezza dei rischi che tali pratiche possono avere sulla salute fisica ma anche mentale dei bambini, di prevedere leggi e politiche ad hoc che aiutino a rafforzare la protezione dei minori su questi temi, di esaminare interventi e operazioni non giustificati sotto il profilo medico quando incidono sull’integrità fisica dei bambini, riconsiderandoli alla luce del loro superiore interesse e pervenendo, quindi, a definire linee d’azione specifiche per ciascuno di essi. Il tutto portando anche avanti delle azioni di sensibilizzazione mirate per ciascuna di queste forme di violenza anche attraverso la proposizione di pubblici dibattiti (compreso il dialogo interculturale e interreligioso finalizzato a raggiungere un consenso contro le violazioni dell’integrità fisica in base ai principi dei diritti umani). Con forza, a questo punto, il Consiglio d’Europa sottolinea l’urgente  necessità di approvare leggi che vietino tali pratiche e di fornire alle autorità pubbliche dei meccanismi volti a prevenirle efficacemente, ma la consapevolezza che spesso le leggi non sono sufficienti a sbarazzarsi di fenomeni di questo genere lo spinge a chiedere agli Stati di adottare anche misure non solo volte al contrasto di queste pratiche ma pensate proprio per entrare nella mentalità pubblica e in quella delle famiglie, condannando pubblicamente gli interventi riconosciuti come più dannosi2. L’Assemblea individua alcuni modi per riuscire a debellare o quantomeno a diminuire le pratiche di questo tipo: innanzitutto indirizzare gli Stati a rafforzare la propria conoscenza circa alcune pratiche effettuate sui bambini intersessuali in modo che nessuno sia forzatamente sottoposto durante l'infanzia a trattamenti non necessari (medici o chirurgici) perché non considerati di vitale importanza per la salute e quindi fornire alle famiglie un’adeguata consulenza e sostegno. Poi, l’Assemblea passa a chiedere agli Stati – ferma restando la necessaria emanazione di leggi che vietino pratiche ed operazioni a minori prima che essi siano sufficientemente maturi - di promuovere il dialogo interdisciplinare tra i rappresentanti delle varie professioni tra cui medici e rappresentanti religiosi, al fine di superare alcuni dei prevalenti metodi tradizionali che non tengono in considerazione il miglior interesse del minore e le ultime tecniche mediche, aumentando, così, la consapevolezza della necessità di garantire anche la partecipazione di bambini e adolescenti nelle decisioni riguardanti la loro integrità fisica.

 

Tessa Onida

 

[1] Resolution 1952 (2013) Children’s right to physical integrity

[2] Come, per esempio, l'applicazione di misure legislative o di altro tipo extraterritoriali per i casi in cui i cittadini sono sottoposti a mutilazioni genitali femminili all'estero, come previsto dall'articolo 44 della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (STCE n° 210).

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