Diritti... al cinema - Diritto ad avere figure e strutture di riferimento

Spunti didattici

Diritti di nome e di fatto. I film presentano esempi di strutture e istituzioni con le quali i bambini a volte entrano in contatto per necessità oppure che dovrebbero costituire un costante punto di riferimento nella loro vita. La classe potrebbe elencare le strutture e gli enti con i quali ha avuto occasione di confrontarsi, e poi discutere sulla reale accessibilità delle stesse da parte di ciascuno. Con l’aiuto degli insegnanti si può verificare in quali frangenti un minore ha la possibilità di fruire autonomamente dei servizi offerti dalle varie istituzioni.

Dimmi come parli... Nei primi due film ci sono dei rappresentanti delle istituzioni che adoperano un linguaggio burocratico pressoché incomprensibile (ad esempio il direttore dell’istituto che respinge i fratelli di Il ladro di bambini o alcuni dei colleghi di Arturo in Il grande cocomero). Partendo da questo spunto, dopo aver raccolto materiale in merito, è possibile riflettere sull’importanza del linguaggio adottato dalle istituzioni per comunicare con i cittadini, specie i più giovani, valutando quanta parte delle informazioni trasmesse si smarrisce per strada a causa di questo divario lessicale.

Essere e avere può costituire lo spunto per una riflessione sul valore dello scambio, della biunivocità e del reciproco arricchimento all’interno dei contesti istituzionali, scuola in primis. Il lavoro della classe potrebbe articolarsi sull’analisi di tali tematiche, estendendo l’attenzione sui concetti di protagonismo e di partecipazione dei minori alle scelte della società.

 

Questionario

  1. Nel corso del loro viaggio i tre protagonisti de Il ladro di bambini incontrano diverse figure – istituzionali e non – con le quali instaurano vari tipi di relazione. Descrivi quali sono queste figure e quale è la loro funzione nei confronti dei protagonisti (accoglienza, rifiuto, ambiguità, simpatia, eccetera). Anche il comportamento di Antonio – il giovane carabiniere – verso i due bambini muta progressivamente nel corso del viaggio. Tale cambiamento si concretizza in gesti e atti concreti volti ad attenuare la loro condizione ed a lenire i loro traumi. Puoi individuarli e descriverli? Rosetta e Luciano sono destinati a finire in un istituto per bambini e adolescenti abbandonati e in difficoltà. Conosci la realtà dell’infanzia abbandonata in Italia? Cosa sai degli orfanotrofi, dell’adozione e dell’affido familiare?
  2. Quali sono ne Il grande cocomero, oltre ad Arturo, le figure istituzionali di riferimento che operano attorno alla realtà del reparto? Come si comportano nei confronti dei ragazzi? Quali sono secondo voi le motivazioni alla base di tali atteggiamenti a volte poco o per nulla corretti? Individua in Il grande cocomero i momenti di complicità tra Arturo e i ragazzi (Valentina in particolare) ricoverati nel reparto, ovvero le strategie attraverso cui il medico tenta di curare diversamente i propri pazienti lasciando loro un certo margine di libertà. Cosa pensi di queste scelte? Le reputi giuste oppure rischiose? Che cosa è il “grande cocomero” che dà il titolo al film omonimo di Francesca Archibugi? Cosa rappresenta, sia letteralmente sia su un piano più astratto, questo simbolo tratto dalle strisce di un celebre fumettista statunitense?
  3. Essere e avere è un documentario e restituisce la realtà della scuola attraverso un linguaggio apparentemente semplice ma, in effetti, molto raffinato. Sapreste individuare quali sono i “filtri” attraverso i quali viene rappresentata la realtà della vita di classe? Ci sono dei momenti nel film in cui la presenza della macchina da presa all’interno della classe è percettibile? Secondo voi è possibile stabilire un parallelismo tra il maestro protagonista di Essere e avere ed il regista del film, Nicholas Philibert? Sapreste descrivere le somiglianze tra il rapporto che stabilisce il maestro con i suoi allievi e quello che deve aver instaurato il regista con i piccoli protagonisti?