Didattica del nido d'infanzia

Il testo si rivolge alle educatrici degli asili nido, alle persone che svolgeranno questa professione e a tutti coloro che si occupano di bambini piccoli. L’autrice, Tania Terlizzi, riflette sull’organizzazione e la strutturazione del nido d’infanzia, mettendone in evidenza i metodi e gli strumenti, i quali trovano espressione attraverso il lavoro quotidiano del personale educativo. All’interno del volume è possibile cogliere un filo rosso che si dipana attraverso la descrizione di alcuni aspetti pratici che trovano la loro legittimazione nella riflessione teorica e viceversa, si tratta, infatti, di un contributo che nasce dall’incontro tra lo studio e il lavoro sul campo.

Il testo propone una didattica del nido, intesa come una sorta di scheletro osseo, di bagaglio esperenziale di riferimento per coloro che lavorano nei servizi per la prima infanzia, pertanto si caratterizza come un insieme di buone pratiche educative, orientate da valori e principi che ne sostanziano la sostenibilità pedagogica. Questo presuppone da parte delle educatrici una progettualità di tipo evolutivo,ottenuta integrando la propria intenzionalità con l’imprevedibilità che la relazione educativa quotidiana con i bambini porta con sé. L’azione e la relazione educativa devono essere, infatti, frutto di una precisa intenzionalità e capaci di cogliere gli elementi di diversità e imprevedibilità che i piccoli esprimono naturalmente nel corso delle loro esperienze, in modo da individuarli e riconoscerli come risorsa su cui procedere nell’elaborazione del progetto educativo. La dimensione didattica concepita secondo tale ottica toglie dunque casualità al lavoro educativo, tuttavia non deve trasformarsi né in una sorta di gabbia in cui gli educatori si sentono prigionieri, né in una specie di oasi in cui questi ultimi si liberano dalla necessità di un pensiero critico.

Il libro è articolato in tre parti. La prima è dedicata alla figura dell’educatrice di asilo nido. Chi opera in campo educativo deve essere in grado di intrecciare, in un sottile gioco di equilibri, vari e diversi tipi di competenze:culturali e psicopegagogiche; metodologico-didattiche (programmazione, osservazione, verifica, valutazione, documentazione); riflessive; relazionali. Fondamentale è però che tali dimensioni trovino nel servizio un contesto pronto ad accoglierle e a coltivarle. La responsabilità della gestione del rapporto non può essere interamente demandata alle risorse delle singole educatrici, ma deve potersi diramare all’interno di un ambiente strutturato, in modo tale da contenere in sé la possibilità di acquisire, fortificare ed esercitare in maniera sinergica le competenze necessarie. La seconda parte è rivolta allo spazio, ossia uno dei fattori che concorrono al buon funzionamento e alla capacità educativa dei servizi per la prima infanzia. La strutturazione dell’ambiente deve consentire lo sviluppo senso-motorio dei bambini, favorendo anche l’opportunità di questi ultimi di esprimersi liberamente. Vengono descritti i diversi spazi che si trovano all’interno del nido, dall’accoglienza alle sezioni, dagli angoli ai luoghi di routine, e ne viene sottolineata la funzione. Nell’ultima parte vengono presentate alcune attività che si realizzano al nido e si riflette sulla possibilità che viene offerta ai bambini di vivere esperienze libere ma anche più strutturate: il gioco simbolico, la lettura ad alta voce, l’attività di cucina e della manipolazione, i laboratori con i genitori, le esperienze all’aria aperta ne sono alcuni esempi.

 

Terlizzi T., Didattica del nido d'infanzia, Azzano San Paolo, Junior, 2010

 

Tutte le proposte di lettura sono pubblicate anche nella rivista  Rassegna bibliografica: infanzia e adolescenza