Ce n'est qu'un début

di Jean-Pierre Pozzi e Pierre Barouger

È possibile parlare di filosofia a dei bambini in età prescolare? Dalla visione di Ce n’est qu’un début (Just Beginning), il documentario di Jean-Pierre Pozzi e Pierre Barouger presentato nella sezione Alice nella città della quinta edizione del Festival internazionale del film di Roma, la risposta a questa domanda apparentemente stravagante sembrerebbe affermativa

, anzi semmai potrebbe esser ribaltata nel suo contrario: discutendo di filosofia con i bambini gli adulti hanno molto da imparare o, per lo meno, parecchio su cui riflettere.
Il luogo della sperimentazione è un asilo francese di provincia come tanti, l’ideatrice e animatrice dell’iniziativa una giovane maestra dotata di grande entusiasmo e, soprattutto, di un’innata capacità di ascoltare i bambini: la “lezione” incomincia con il rituale dell’accensione di una candela – simbolo antico del ritrovarsi attorno a una fiamma per parlare, riflettere, discutere – poi, lanciato il tema del giorno attraverso una rapida domanda, si dà il via al confronto tra le opinioni, i punti di vista, le divagazioni più o meno serie, più o meno pertinenti.

Intendiamoci, nel corso degli incontri attorno alla candela non vengono certo citati Platone, Kant o Heidegger, ma i temi affrontati sono proprio quelli sui quali tutti i più grandi pensatori della storia si sono arrovellati: la libertà, l’amore, la morte, la diversità, la felicità sono soltanto alcune delle questioni sviscerate dai bambini nel corso dei loro accesi dibattiti. Temi e questioni sui quali i piccoli raramente vengono chiamati a esprimere un’opinione da maestri e genitori spesso troppo presi dal proprio compito di insegnanti ed educatori, più raramente disposti ad ascoltare e soprattutto ad attendere il tempo necessario per cogliere nei loro discorsi vere e proprie “perle di ingenuità”.

Una capacità di osservare, ascoltare e aspettare il momento giusto (in cui quella che solitamente viene definita come la “voce dell’innocenza” riveli quanto articolato e complesso sia il mondo interiore dei piccoli) che combacia con un’attitudine fondamentale del documentario contemporaneo, quella dell’osservazione di una fetta limitata di realtà, paziente e il più possibile scevra da preconcetti e stereotipi culturali di sorta.
Sarà forse proprio per questo che, sempre più spesso negli ultimi tempi, alla stregua di quanto fatto da Nicholas Philibert in Essere e avere solo pochi anni fa, la scuola in generale e quella dell’infanzia in particolare sono sempre più spesso al centro di alcuni tra i più interessanti esempi di “cinema in presa diretta”. Microcosmi solitamente sottratti all’osservazione degli adulti – che spesso si limitano a “depositare” al mattino i piccoli e a “prelevarli” al termine della giornata e che altrettanto spesso ignorano quanto lavoro ci sia dietro la cura e l’educazione dei loro figli – nei quali la macchina da presa deve entrare in punta di piedi, restando presenza discreta e silenziosa per poter cogliere l’essenziale di un processo di incessante rielaborazione di idee, suggestioni, emozioni.

Se non fosse stato selezionato dal festival di Roma e se non cercasse una distribuzione ufficiale tanto meritata quanto improbabile (conoscendo l’asfittico mercato distributivo italiano) Ce n’est qu’un début sarebbe stato proiettato a Torino nel corso del prossimo Sottodiciotto Filmfestival – Torino Schermi Giovani.
Non tanto e non solo perché parla di bambini, ma perché potrebbe rientrare a pieno titolo in quell’insieme di documentari e film sulla prima infanzia che verranno presentati in una sezione speciale della kermesse torinese dedicata alla prima socialità infantile. Il programma speciale – organizzato dal Centro nazionale in collaborazione con la direzione del Festival e la Divisione servizi educativi del Comune di Torino – si intitola I ciucci in tasca: primi passi alla scoperta del mondo e annovera alcuni lavori particolarmente importanti sul tema: dai documentari italiani come Sotto il Celio azzurro, La classe dei gialli, L’isola dei sordobimbi, ad alcune anteprime straniere come lo statunitense Nursery University e i francesi Récréations e Avant les mots fino a vere e proprie chicche come Dessine-toi, Colors e Charlie and the Rabbit, capaci di offrire inediti e divertenti spunti di riflessione sull’infanzia. La rassegna sarà accompagnata anche da incontri con registi, autori e scrittori e una tavola rotonda sulle politiche per la prima infanzia (presto su questo sito e su quello del Sottodiciotto Filmfestival sarà pubblicato il programma).
Visto che Ce n’est qu’un début non farà parte della partita, meglio recuperarlo in questi giorni al Festival di Roma. Oppure fare una scappata in Francia. Perché esce nelle sale cinematografiche transalpine il 13 novembre. 

Qui il sito originale di Ce n'est qu'un déebut con il trailer e altre informazioni sul film

In allegato la cartella stampa e il dossier pedagogico per insegnanti (con unità didattiche di filosofia da realizzare nelle scuole per l'infanzia), entrambi in francese.

Fabrizio Colamartino

E' possibile ricercare i film attraverso il Catalogo unico del Centro nazionale, digitando il titolo del film nel campo di ricerca. Le schede catalografiche, oltre alla presentazione critica collegata con link multimediale, contengono il cast&credits e una sinossi. Tutti i film in catalogo possono essere richiesti in prestito alla Biblioteca Innocenti Library - Alfredo Carlo Moro (nel rispetto della normativa vigente).

AllegatoDimensione
Icona del PDF Cartella Stampa.pdf1.7 MB
Icona del PDF Dossier pedagogico.pdf354.22 KB