Accogliere bambini e ragazzi rom e sinti

La frequenza scolastica degli allievi di origine rom e sinti nel nostro paese è un problema annoso e solo in minima parte risolto in modo efficace. Si tratta di bambini e ragazzi che appartengono a una minoranza etnica in parte presente da secoli in Italia, in parte formata da gruppi immigrati da alcuni decenni e solo in una certa misura da recenti immigrati. Differente è pertanto lo status giuridico di questi allievi, che possono essere cittadini italiani, stranieri comunitari, stranieri non comunitari, rifugiati o persino apolidi di fatto.

Il vademecum intende fornire utili strumenti e indicazioni agli educatori che nelle loro classi hanno allievi di origine rom e sinti, ma anche a tutti coloro che sono coinvolti nella progettazione e nella realizzazione di strategie educative e formative loro rivolte. Gli autori muovono dall’esperienza maturata sul campo a Milano, dove si registra una presenza numericamente importante di questi minori e insieme un’attenzione continuativa in relazione all’obiettivo della loro integrazione sociale. Premessa fondamentale per programmare interventi educativi rivolti a questi allievi è senz’altro la conoscenza della cultura rom e sinti, rispetto alla quale nel testo sono schizzate alcune coordinate di fondo, ma per un approfondimento della quale valgono i riferimenti contenuti nella bibliografia che chiude il volume.

La normativa nazionale espressamente riguardante gli allievi rom e sinti, in cui questi sono spesso classificati come zingari, nomadi e viaggianti, fornisce un quadro legislativo utile per attuare l’inserimento in classe di questi minori. Tuttavia è necessaria una specifica competenza interculturale per affrontare correttamente ed efficacemente la loro accoglienza nella scuola e il loro inserimento nella classe. Oltre a una particolare cura nella relazione con le loro famiglie e nella promozione di interazioni positive tra tutti gli allievi in classe, risulta spesso necessario introdurre piani educativi personalizzati per questi studenti. Ciò poiché la loro cultura familiare tradizionale è di tipo orale, e dunque essi hanno poca familiarità con la scrittura e con la lettura, inoltre in quanto le condizioni di vita disagiate di coloro che vivono in campi e baraccopoli non favoriscono l’acquisizione di un’abitudine allo studio. Sul successo scolastico di questi allievi grava poi l’effetto negativo dei reciproci stereotipi: quelli del gruppo di appartenenza, che teme per l’integrità culturale dei propri bambini sottoposti nella scuola a una sorta di assimilazione forzata, e quelli degli insegnanti e dei genitori degli altri allievi, che considerano questi bambini come un ostacolo al regolare svolgimento dell’azione formativa. Di qui dunque l’esigenza di percorsi formativi specifici, di un’attenzione particolare al rafforzamento delle competenze nella lettura e nella scrittura, dell’introduzione della figura del mediatore culturale nella scuola, così come di una formazione ad hoc per i docenti.

Il vademecum contiene indicazioni operative sia sul fronte della formazione degli insegnanti sia su quello della realizzazione di laboratori didattici, proponendo accorgimenti e strategie metodologiche in una prospettiva di coinvolgimento e di facilitazione. A cura della Rete Rom Sinti di Milano sono poi le schede relative ai progetti realizzati nelle scuole della città e finalizzati all’inserimento scolastico di allievi talora senza precedente scolarizzazione, in qualche caso già adolescenti.

In allegato, accanto all’intervista a una mediatrice culturale rom, si trovano materiali derivanti dal Progetto Obiettivo Futuro, che ha previsto una formazione per mediatrici culturali rom, laboratori di formazione per i docenti ed elaborazione di unità didattiche specifiche per gli allievi rom e sinti.

 

Accogliere bambini e ragazzi rom e sinti. Vademecum per le scuole, Milano, Fondazione Ismu, c2010

 

Tutte le proposte di lettura sono pubblicate anche nella rivista  Rassegna bibliografica: infanzia e adolescenza