Il progetto si pone in continuità con la sperimentazione realizzata nell'annualità 2013/14 e ha durata di 12 mesi dal momento della sua approvazione formale.
La sua articolazione in fasi può essere sintetizzata come segue:
La governance del progetto si articola attraverso una struttura multilevel finalizzata a creare, contestualmente, una condivisione e una supervisione delle linee di progettazione generali a livello nazionale (mediante la costituzione del Comitato scientifico e della Cabina di regia nazionale) e una rete di soggetti impegnati a livello locale a sostenere la definizione specifica delle attività e la loro realizzazione (mediante la costituzione dei Tavoli locali e di Équipe multidisciplinari).
Svolgeranno inoltre una funzione chiave nella definizione e nell’implementazione delle attività progettuali i referenti delle città riservatarie, in particolare in relazione al processo costitutivo del Tavolo locale e dell’Équipe multidisciplinare e come figura di snodo con le istanze nazionali.
La struttura di governance a livello nazionale e locale è composta dai seguenti organismi:
1. Comitato tecnico scientifico (CS): struttura di coordinamento scientifico con compiti di: progettazione; indirizzo; monitoraggio e valutazione; supporto tecnico-scientifico.
Composto da: esperti, referenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, rappresentanti dell’Istituto degli Innocenti, tutor nazionali delle Città.
2. Cabina di regia nazionale (CRN): struttura allargata e flessibile con compiti di: co-progettazione; programmazione; analisi e verifiche in itinere e finali.
Composta da: rappresentanti delle Città aderenti, del CS, dei Tavoli locali, ed eventualmente da altre istituzioni di rilevanza nazionale.
3. Tavoli locali (TL): organismi locali con compiti di: raccolta dati; programmazione locale; costruzione, implementazione della rete locale e partecipazione alla rete nazionale; condivisione degli esiti del percorso.
Composti da: rappresentanti dei settori sociale, sanitario, educativo – uffici scolastici provinciali e regionali –, dirigenti della/e scuola/e coinvolta/e nel progetto, terzo settore, comunità RSC.
4. Équipe multidisciplinare (EM): gruppi di lavoro locale con compiti di:
accompagnamento alla realizzazione delle attività progettuali; verifica dei casi e condivisione criticità/risorse dei soggetti target; partecipazione al monitoraggio e alla valutazione finale.
Composte da: operatore-scuola, operatore-famiglie/campo, insegnante referente progetto, assistenti sociali (che seguono le famiglie coinvolte nel progetto), operatori sanitari dei servizi prossimi al campo/alloggio, educatori/animatori del terzo settore (che lavorano con le famiglie coinvolte dal progetto).
Il progetto vuole valorizzare una dimensione che:
parta dal bambino, dal suo benessere psichico e fisico, dai suoi bisogni e dalle sue relazioni, dai suoi diritti, dalle sue potenzialità, come prospettiva che guidi le scelte di progetto e anche un riposizionamento nell’approccio progettuale;
assuma la prospettiva interculturale attraverso il coinvolgimento dell’intero contesto sociale/scolastico e non soltanto il gruppo target strettamente inteso, allo scopo di favorire una reale interazione e contrastare la stigmatizzazione dei bambini RSC.
Nella realizzazione delle attività progettuali a livello locale si dovrà tenere conto dei seguenti criteri:
flessibilità degli interventi, attraverso la contestualizzazione delle progettualità nei contesti specifici territoriali;
misurabilità delle azioni come requisito fondamentale per il monitoraggio e la valutazione di processo e di risultato in relazione ai soggetti coinvolti (bambini, famiglie e operatori) ;
valorizzazione delle esperienze pregresse e del punto di vista degli attori fondamentali quali: le comunità RSC, i referenti delle città e dei Tavoli locali, le scuole e i loro dirigenti scolastici, gli operatori;
valorizzazione della partecipazione attiva di bambini e adolescenti RSC. Ciò significa coinvolgere i bambini, gli adolescenti e le famiglie fin dall’inizio, definendo con loro la tipologia e le modalità delle attività da realizzare, coinvolgendoli nei percorsi di monitoraggio e di valutazione;
sostenibilità dei progetti da realizzare, attraverso l’attivazione di un processo trasformativo delle conoscenze e delle pratiche di inclusione sociale di tutti gli attori coinvolti a livello locale e nazionale;
prospettiva intersettoriale che favorisca l’attuazione del progetto attraverso l’integrazione di conoscenze e competenze professionali attraverso un percorso di condivisione dei saperi e coprogettazione delle attività.