Apprendimento tra natura e ambiente - Riflessioni sui DSA

25/02/2016
Dove:
Loreto (AN)

Cinema -Teatro Comunale Piazzetta Garibaldi
ore 8,30 - 17,30

 

L’essere umano si sviluppa attraverso un apprendimento continuo somatopsichico: solo una minima parte di quanto appreso accede alla coscienza. Attraverso quali processi si impara? Che cos’è il pensiero?

Quale può essere il contributo della Psicoanalisi e delle Neuroscienze alla comprensione dei processi di pensiero? Possiamo considerarli come una sommatoria di singole funzioni da trattare separatamente o come un insieme mente-corpo, intreccio delle capacità razionali coscienti con il mondo delle emozioni in un dinamico condizionamento reciproco?

Negli ultimi 40 anni l’handicap infantile è radicalmente mutato: oggi le malattie genetiche, i danni da parto, i traumi d’organo, si sono numericamente ridotti mentre la maggioranza dei bambini con handicap mostra una difficoltà a pensare. I disturbi del pensiero hanno una correlazione con l’esperienza di regolazione degli stati fisici e psichici vissuta nelle prime relazioni del bambino con l’ambiente?

Dalle risposte a tali interrogativi ne discendono punti di vista diversi e pratiche cliniche e riabilitative distinte.

La legislazione sui disturbi specifici di apprendimento, che si prefigge di contrastare la marginalizzazione dei bambini con difficoltà all’interno del mondo della scuola, ha favorito la diffusione di linee guida e strumenti di lavoro che sostengono una concezione del DSA come disturbo biologico/neurologico, dissociato dagli aspetti emotivo-relazionali della persona. Nei Servizi Pubblici sempre meno risorse sono rivolte al riconoscimento e al trattamento delle problematiche emotive-relazionali; si assiste invece alla creazione di molti centri per la diagnosi e terapia dei DSA, che indirizzano verso interventi pedagogico-riabilitativi, escludendo altre forme di terapie.

I disturbi di apprendimento specifici hanno solo un’origine strettamente connessa con la maturazione biologica del sistema nervoso centrale? Oppure si tratta di disturbi risultanti dell’incontro tra un corpo (base biologica) ed un ambiente (le prime esperienze del feto/lattante in famiglia)? Dal punto di vista clinico è possibile rilevare nei bambini una correlazione tra disturbi di apprendimento, regolazione delle emozioni e dinamiche familiari; si può parimenti riscontrare negli esiti delle ricerche neuroscientifiche una correlazione altrettanto stretta tra disturbi di apprendimento e base biologica?

 

Il convegno è organizzato dal Centro di Psicoanalisi Romano, sul sito il programma e la scheda di iscrizione.