Donnie Darko

regia di Richard Kelly

(Usa, 2001)

Sinossi breve

1988, durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali americane tra George Bush sr. e Michael Dukakis. Donnie Darko è un ragazzo che ha palesato nel passato alcuni problemi psicologici al punto da dover essere sottoposto a terapie farmacologiche. Donnie è preda di terrificanti visioni: durante la notte del 2 ottobre riceve la visita di uno spaventoso coniglio vaticinante la fine del mondo, che avverrà esattamente 28 giorni 6 ore 42 minuti e 12 secondi dopo. Donnie, sconvolto e in preda ad un attacco di sonnambulismo, esce e passa la notte fuori casa. La stessa notte una turbina di un aereo precipita dal cielo, senza che nessun velivolo abbia segnalato il minimo guasto, e precipita esattamente nella stanza di Donnie, assente: il ragazzo è salvo per miracolo. La visione del coniglio ciclicamente ritorna davanti agli occhi confusi e annebbiati di Donnie, il quale compie imprese sempre più folli.

 

Il ruolo del minore e la sua rappresentazione

Un momento di passaggio

Il periodo in cui è ambientato il film non è assolutamente casuale, situato nell’arco di tempo che va dalla campagna elettorale tra Bush Senior e Dukakis e la notte di Halloween. Ossia, mettere insieme il dopo Ronald Reagan e la fase di transizione che ne è seguita (con tutte le insidie, i dubbi e le incertezze che una fase di transizione, dopo un periodo fortemente connotato, conduce inevitabilmente con sé) con la notte in cui, secondo la tradizione, i morti uscirebbero dalle tombe per raggiungere le loro abitazioni di un tempo. Donnie Darko, adolescente problematico, è indicativamente sospeso tra questi due orizzonti: la sua, indubbiamente, è una fase esistenziale di passaggio tra la spensieratezza della fanciullezza e la complessità dell’età adulta, ma è anche, allusivamente, un momento di crisi, che prelude al sacrificio che il ragazzo compirà per amore di Gretchen, la persona che ha sentito più vicino e che non lo ha mai considerato un soggetto problematico. 2 ottobre 1988. Le televisioni segnalano questo difficile momento con la testimonianza della complessa campagna elettorale tra i due contendenti. Progresso o conservatorismo? Donnie Darko rappresenta la perfetta incarnazione metaforica di questo momento di passaggio, che può orientarsi verso la regressione infantile, e quindi la crisi, oppure verso la crescita individuale, anche se questa può significare la morte. Donnie Drako è un personaggio nel quale convivono le diverse anime dell’adolescenza, le lecite paure, l’insopprimibile aspirazione all’amore, le incognite, le incongruenze, i blackout improvvisi (significati attraverso il suo reiterato sonnambulismo), l’eroica ribellione, i costanti incubi, l’incomprensione generazionale, il tutto estremizzato in un attraversamento della fatidica soglia che assume progressivamente, ogni giorno che passa, le sembianze dell’apocalisse. Uno spaventoso coniglio, dalle minacciose zanne e dall’occhio sinistramente vacuo, materializzazione incubica delle paure del ragazzo per il futuro, ha infatti previsto la fine del mondo allo scadere di un tempo limitato a ventotto giorni.

All’interno dell’allegoria creata da Richard Kelly, la crisi dell’adolescente, smarritosi tra l’incomprensione dei genitori che lo vedono malato, una psicanalista che tenta di rabbonirlo con ingenti dosi di psicofarmaci ed un’istituzione scolastica che annichilisce qualsiasi tentativo di portare avanti un ragionamento scomodo (tanto negli insegnanti che negli studenti), dà vita ad un singolare percorso di formazione che si muove attraverso fasi diseguali, scoscese, lungo i vari generi cinematografici rappresentati nel film e inseguendo un desiderio d’amore e di confronto che trascende la storia per assestarsi nel territorio dei valori universali. Al di là di qualunque tentativo di ribellione di Donnie Darko, oltre i suoi incubi e i suoi tentativi di superare gli angusti spazi del mondo conosciuto, indicativamente riassunti attraverso la (semplicistica, oltre che ipocrita) linea tra amore e paura proposta dal santone Jim Cunnigham, risiede un incomprimibile bisogno di calore umano che in qualche modo riesca a sostituire le brutture di un mondo che andrebbe riformato completamente, senza falsità ed egoismi. La fine del mondo, l’attraversamento della soglia, la materializzazione dell’incubo dell’età adulta e di quella fase di transizione che inevitabilmente  vi allude possono essere sublimate soltanto attraverso un sacrificio supremo che sia insieme completamento della ricerca (il varco spazio-temporale) e atto disinteressato verso l’altro da sé: Donnie dona un senso a tutta la sua esistenza non superando semplicemente il varco (della maturità, dello spazio-tempo), ma riportando in vita la persona amata ed annullandosi in nome del suo amore. A prescindere dagli psicofarmaci e dalle accuse di immaturità e schizofrenia che per tutto la storia lo hanno accompagnato, il suo atto è la più grande dimostrazione di raggiunta maturità che si potesse presumere.  

 

Riferimenti ad altre pellicole e spunti didattici

Teenage Movie, thriller schizofrenico, black comedy, horror, fantasy o fantascienza? Donnie Darko è un film inclassificabile e incasellabile. Per questo risulta difficile proporre titoli di film ad esso accostabili. Sul piano della visionarietà della trama e delle soluzioni scenografiche forse si potrebbe rimandare all’opera di Terry Gilliam (Brasil, I fratelli Grimm e l’incantevole strega) o di Tim Burton (Big Fish, Alice in Wonderland), mentre per quanto riguarda il linguaggio sardonico e surreale tipico di un certo cinema indipendente americano, gli esempi più significativi sono quelli di Harmony Korine, Gregg Araki, Wes Anderson.

Donnie Darko, nella sua estrema singolarità di film sulle problematiche adolescenziali e sui pericoli che caratterizzano l’arduo cammino di formazione del protagonista, deve necessariamente occupare una posizione preminente in qualunque percorso intenda analizzare l’argomento: il film, infatti, può essere paragonato per contrasto a tutta una serie di pellicole che trattino dello stesso argomento con lo scopo di individuare le peculiarità narrative e rappresentative, oltre che allegoriche e citazionistiche, di un discorso che utilizza consuetudini varie, e non sempre di facile lettura e comprensione, per sostenere la purezza e la disponibilità al sacrificio di un ragazzo che non era stato compreso adeguatamente da coloro che gli vivevano a stretto contatto.L’inafferrabilità della trama, il registro fantastico, il linguaggio cinematografico affascinante fanno di Donnie Darko un film particolarmente affascinante soprattutto per gli adolescenti che non ha caso – nelle comunità online e nel peer-to-peer - lo hanno decretato come film di culto.

 

Per approfondire

Trailer (in inglese) 

Sito dedicato al film (in inglese) 

Altra recensione del film (in italiano) 

Analisi del film (in inglese) 

Analisi narratologica e ipertestuale (in italiano)

 

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