Le regole dell'attrazione

regia di Roger Avary

(Usa, 2002)

 

Sinossi

In un college statunitense le storie di quattro ragazzi si incrociano. Sean ha perso qualsiasi interesse per lo studio e non ricorda nemmeno quali siano i corsi che dovrebbe frequentare; guadagna un po' di soldi spacciando stupefacenti tra gli studenti, ma ha un grosso debito con un fornitore psicopatico e cocainomane che finisce per pestarlo a sangue; riceve periodicamente lettere da un'ammiratrice sconosciuta nella sua buchetta, pensa che a spedirgliele sia Lauren e se ne innamora, anche se poi finisce a letto proprio con la sua compagna di stanza. Lauren è vergine in un contesto in cui tutte le sue amiche sembra facciano a gara per aver il maggior numero di rapporti occasionali; è innamorata del suo primo fidanzato Victor che ha totalmente idealizzato, ma ad una festa finisce per ubriacarsi e cedere ad uno studente di cinema che la filma mentre un suo amico la possiede selvaggiamente. Victor è appena tornato da un viaggio in Europa dove ha passato il tempo tra musei, monumenti, sesso occasionale e l'uso di diverse sostanze stupefacenti. Paul è gay, è perdutamente innamorato di Sean e tenta inutilmente di sedurlo; il fatto di essere un omosessuale dichiarato lo porta ad essere tenuto a debita distanza da molti studenti. 
 
Presentazione critica. Il ruolo del minore e la sua rappresentazione
Il mondo al contrario
Le regole dell'attrazione racconta con estrema (a volte si direbbe quasi compiaciuta) disinvoltura il disagio di un'intera generazione che ha completamente smarrito qualsiasi punto di riferimento: sociale, culturale, etico, educativo. Le quattro storie narrate non sono infatti casi estremi o singolari, ma si inseriscono in un contesto nel quale è del tutto logico pensare che gli atteggiamenti dei protagonisti siano gli stessi dei comprimari. Un contesto generazionale in cui la triade “sesso, droga e rock'n'roll” non rappresenta più, come accadeva negli anni '70, un impeto verso la libertà, ma ha assunto la forma dell'unica regola di vita. Il film non è altro, dunque, che un'infinita e ripetitiva serie di rapporti sessuali di qualsiasi tipo, feste sfrenate dove scorrono fiumi di alcohol e sperimentazione di tutte le droghe esistenti, dall'ecstasy alla cocaina, dalla cannabis all'eroina. 
I quattro protagonisti si muovono dunque, indistinti e indistinguibili, cercando di conoscersi e di approfondire rapporti inevitabilmente destinati a rimanere superficiali. Del resto, quello raccontato da Roger Avary è un mondo al contrario, come sottolineano didascalicamente le infinite sequenze girate in rewind. Un mondo in cui i rapporti personali cominciano con l'attrazione fisica, quella più bassa e istintiva, che si traduce spesso e volentieri in un rapporto sessuale, per poi, eventualmente, trasformarsi in una maggiore conoscenza interiore. Tuttavia quest'ultima fase viene sistematicamente ignorata o dimenticata e chiunque tenti di invertire l'ordine degli eventi è inevitabilmente, ma romanticamente, destinato a soccombere. Il suicidio dell'ammiratrice segreta di Sean, l'unico preparato ed eseguito con meticolosa serietà tra tanti improvvisati e semi-seri, sancisce la morte di qualsiasi impeto intellettuale, di ogni aspirazione filosofica. Tutto il resto è apparenza, atteggiamento. È un atteggiamento efficace e irresistibile, oltre che molto consapevole, quello di Lauren, dapprima rigorosa protettrice della propria castità (intesa solo ed esclusivamente in relazione al rapporto sessuale completo, si badi bene) al punto da sfogliare un libro fotografico sulle malattie veneree prima di ogni festa così da scacciare i “pensieri impuri”; una strenua difesa talmente apparente da capitolare tragicomicamente nel peggior modo possibile, e che nel suo crollo lascia un senso di indifferenza, di insensibilità, velato da una fasulla nostalgia per ciò che poteva essere e non è stato. La stessa nostalgia fasulla che contraddistingue tutto il percorso di Paul, omosessuale che rifiuta il proprio ghetto, che rifugge dai propri “simili” (rappresentati come macchiette ridicole e stereotipate) e che tenta sistematicamente, quasi fosse una missione umanitaria, di redimere i tombeur de femmes più impenitenti dalla propria eterosessualità. Anche la sua sofferenza non è credibile né, tanto meno, condivisibile, perché alla base si intuisce lo stesso superficiale e basso impulso. Victor, in questo senso, incarna la rappresentazione pura e perfetta della vita vissuta con un unico scopo: divertirsi. Il suo approccio alla triade “sesso, droga, rcok'n'roll” è esistenziale, condizione necessaria e sufficiente al vivere, secondo e ultimo step, preceduto solo dalla triade “mangiare, bere, respirare”. 
Sean, infine, è forse il personaggio maggiormente simbolico. Il suo non è un atteggiamento ma “l'atteggiamento”, quello che lo rende ambìto e invincibile, desiderato dalle ragazze e invidiato dai ragazzi. La sua sicurezza non è mai messa in discussione, né dal pestaggio subito dal fornitore di droga, né dal rifiuto di Lauren (che con un paio di sequenze in più gli avrebbe certamente ceduto). Anche la sua insoddisfazione suona sempre apparente, e così il suo tentativo di suicidio. Come gli altri vive a pieno la regola “una e trina”, avendo continuamente rapporti sessuali con sconosciute, vendendo e consumando droga e adottando il termine “rock'n'roll” come pensiero unico (nel senso che questa, testualmente, è la sua risposta standard a qualsiasi tipo di sollecitazione intellettuale). La sua morte, che il film nel finale lascia intendere, è del tutto accidentale, a ribadire, qualora ce ne fosse bisogno, la totale incapacità, da parte di questo e degli altri personaggi, di gestire e dirigere la propria vita. L'incidente stradale rafforza la metafora zoologica che sembra potersi nascondere tra le sequenze: come animali, guidati dal solo istinto, questi ragazzi vivono; come animali che attraversano la strada, inconsapevoli dei pericoli, questi ragazzi muoiono.
 
Riferimenti ad altre pellicole

Le regole dell'attrazione fa parte di quello che negli anni è diventato un vero e proprio genere tra le produzioni statunitensi, spesso, ma non sempre, di tipo indipendente. Sono moltissimi infatti i film che hanno tentato di esplorare, con minore o maggiore efficacia, il disagio degli adolescenti americani, in particolare nell'ambito delle High Schools e dei College. Partendo dal passato va certamente citato La vita è un sogno di Richard Linklater (USA, 1993) che racconta le vicende di un gruppo di compagni di scuola nella seconda metà degli anni '70; piuttosto imprescindibili sono anche Ken Park di Larry Clark e Edward Lachman (USA-Olanda-Francia, 2002) e Kids (USA, 1995) dello stesso Clark che può essere considerato un vero capostipite e che rappresenta il disagio a diverse età; fino al recente ed estremo Elephant di Gus Van Sant (USA, 2003) che affronta il tema tragico ma piuttosto ricorrente delle stragi compiute da studenti armati all'interno delle scuole.

Scavalcando l'oceano si entra in un panorama parzialmente diverso. Il disagio degli adolescenti italiani è ben raccontato in due film: Nemmeno il destino di Daniele Gaglianone (Italia, 2004) che segue i sentieri scolastici ed extra-scolastici di due ragazzi della periferia torinese, e Animali che attraversano la strada di Isabella Sandri (Italia, 2000) storia di prostituzione minorile e microcriminalità ambientata nella periferia degradata di Roma

Spunti didattici

Innanzi tutto è opportuno sottolineare il fatto che il film è estremamente esplicito, sia dal punto di vista del linguaggio utilizzato, sia da quello delle immagini mostrate, e che quindi può essere proposto a studenti abbastanza maturi da non soffermarsi troppo superficialmente su questi aspetti. I temi sono quelli ampiamente esposti nella presentazione critica e possono rappresentare uno spunto per la discussione: in primo luogo si può operare un approfondimento sul tipo di rappresentazione che il film offre del contesto generazionale e possono essere analizzate analogie e differenze con quello di appartenenza; inoltre si può tentare di analizzare il film ad un livello superiore, come rappresentazione da parte di un adulto del mondo adolescenziale.Il tema del primo approccio è alla base di tutto il racconto e può essere un ottimo punto di partenza e spunto di confronto, così come il tema della sessualità come primo momento di conoscenza e l'uso di droghe.
 
Link di approfondimento
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