Paisà

21/05/2010 Tipo di risorsa Schede film Temi Bambini nei conflitti armati Titoli Rassegne filmografiche

di Roberto Rossellini

(Italia, 1946)

 

Sinossi

Sei episodi ambientati in diverse zone d’Italia tra lo sbarco degli alleati e la Liberazione. Il primo episodio si svolge in Sicilia: nonostante le difficoltà della lingua, una ragazza fraternizza con un militare americano prima che entrambi vengano uccisi dai tedeschi. Nell’episodio napoletano uno ‘scugnizzo’ ruba le scarpe di un soldato americano, ma quest’ultimo si impietosisce. L’episodio romano vede una ragazza che si prostituisce rimanere sola e disillusa a causa della partenza del militare alleato che l’aveva sedotta sei mesi prima e che non l’ha più riconosciuta. Il quarto episodio si svolge a Firenze: una crocerossina inglese cerca di raggiungere il capo partigiano Lupo, ma questi è morto in un cruento scontro con i nazifascisti in ritirata. Il quinto episodio è ambientato in un convento di frati della Romagna: i confratelli decidono di digiunare per la conversione di due dei tre cappellani militari americani che ospitano perché di fede diversa da quella cattolica. L’ultimo episodio è quello del Polesine, in cui partigiani e alleati lottano violentemente fianco a fianco fino al sacrificio finale.

Presentazione critica

Rossellini, impiegando scarsi mezzi, utilizzando attori non professionisti e servendosi di un’esile traccia narrativa, pronta ad essere accantonata per lasciare spazio all’improvvisazione più immediata, scrive contemporaneamente una pagina storica sulla Liberazione italiana dall’occupazione nazista e pone un’indimenticabile firma su uno dei film più importanti dell’intera storia del cinema. Seguendo il corso dell’avanzata alleata sul suolo italiano ed ambientando la storia in diversi luoghi della penisola in modo da caratterizzare la narrazione attraverso le attitudini, le usanze e i linguaggi che contraddistinguono tali zone, il regista romano racconta non solo la tragedia della guerra e la gioia per l’avvenuto affrancamento dal giogo tedesco, ma anche tutta una serie di sfumature che vanno dalla pietosa solidarietà (l’episodio napoletano), alla disillusione (quello romano), dal sacrificio eroico (l’episodio siciliano e quello del Polesine) all’incombente presenza della morte. L’infanzia in Paisà ha il volto furbo e strafottente di Pasquale, uno scugnizzo napoletano che vive di espedienti sullo sfondo di una Napoli diroccata e tragica, nella quale prevale la tanto romanzata “arte di arrangiarsi” partenopea. Rossellini riesce in questo episodio a toccare toni molto differenti, passando dalla semplice ed oggettiva documentazione della situazione contingente (Pasquale dedito a piccoli furtarelli e truffe che gli permettono la sopravvivenza) alla gradazione grottesca e distesa nell’interazione tra il bambino e Joe, un militare nero, completamente sbronzo e barcollante, che Pasquale abbindola con grande abilità proprio nel momento in cui il militare pare aprirsi maggiormente nei confronti del ragazzo. Ma il furto delle scarpe avvenuto in cima ad un cumulo di macerie prelude alla sfumatura patetica che verrà proposta nel momento in cui Joe ritrova Pasquale e lo porta nel luogo dove quest’ultimo abita (le grotte di Mergellina dove hanno trovato posto gli sfollati) per parlare con i genitori del ragazzo e riottenere il maltolto. Ma la constatazione del dramma della guerra rispecchiato nella miseria degli sfollati e la rivelazione della morte dei genitori di Pasquale, avvenuta durante un bombardamento, fanno sì che il militare si impietosisca e lasci al ragazzo la refurtiva. La solidarietà umana va ben oltre il tema della guerra e si cristallizza nella tragedia individuale dell’esclusione: anche Joe è un escluso che sogna, illudendosi, un ritorno in pompa magna in un’America non proprio organizzata in funzione della gente di colore. L’affinità nasce dalla comune coscienza di essere vittime della Storia: con una buona dose di pessimismo in più, Rossellini mostrerà la stessa consapevolezza l’anno dopo in Germania anno zero.

Giampiero Frasca