Phenomena

06/04/2010 Tipo di risorsa Schede film Temi Adolescenza Titoli Rassegne filmografiche

 

Sinossi

Jennifer è un’adolescente americana, figlia di un famoso attore, giunta in Svizzera dagli Stati Uniti per frequentare gli studi nel prestigioso collegio Richard Wagner. La zona intorno al collegio è stata funestata da una serie di omicidi perpetrati da un maniaco nei confronti di alcune coetanee di Jennifer. Questa soffre di sonnambulismo, e nel corso di una tesa camminata notturna assiste ad un efferato delitto. La direttrice del collegio la crede pazza e la sottopone ad una serie di esami clinici per testarne lo stato di salute mentale, ma la notte successiva anche la compagna di stanza di Jennifer, Sophie, viene uccisa, ed anche in questo caso la ragazza americana rimane preda di un accesso di sonnambulismo, durante il quale, guidata da una lucciola, riesce a ritrovare un guanto lasciato dall’assassino. Jennifer diventa lo zimbello del collegio, soprattutto per la vicendevole passione che la lega agli insetti, e per non finire internata in una clinica psichiatrica è costretta a fuggire dal pensionato. Soltanto l’entomologo paraplegico McGregor le crede e pensa che la ragazza, aiutata dagli insetti, possa giungere alla soluzione dell’enigma. Aiutata da una mosca conosciuta come la “grande sarcofaga”, Jennifer comincia le sue indagini, mentre lo scienziato viene misteriosamente ucciso sotto lo sguardo doloroso ed impotente di Inge, lo scimpanzé con cui viveva. Mentre cerca di ritornare a Los Angeles con l’aiuto telefonico dell’avvocato del padre, Jennifer viene intercettata dall’istitutrice del collegio, la signora Bruckner, che la porta nella sua abitazione in attesa di un volo per gli Stati Uniti. Ben presto la sosta si trasforma in incubo: la donna si dimostra folle e tenta di imprigionare la ragazza per impedirle di scoprire gli omicidi che aveva commesso per difendere il deforme figlio, il maniaco omicida della zona. Ma, dopo alterne e febbrili vicissitudini, con l’aiuto prima di uno sciame di mosche, poi di Inge, che aggredisce alle spalle la donna che aveva ormai sotto scacco la ragazza, Jennifer riuscirà a salvarsi.

Presentazione critica

Il fanciullo si lega sempre magnificamente al terrore nel cinema di Dario Argento, basti pensare ad una pellicola come Profondo rosso, al tema musicale che prendeva lo spunto iniziale da una filastrocca, all’infanzia come memoria di un trauma che si instilla sul piano psicologico fino a creare la patologia. Argento, così come era stato per Mario Bava, dal quale riceve l’intera eredità dell’horror all’italiana, è un maestro nel ribaltare le precipue e convenzionali caratteristiche dell’infanzia per far generare la tensione da ciò che dovrebbe apparire come ingenuo ed innocente, allegro e tranquillizzante. Anche in questo caso la dinamica è ben delineata: si pensi a quando Jennifer pensa di aver superato l’apice del pericolo una volta liberatasi, con l’aiuto dell’ispettore Geiger, dell’istitutrice che minacciava la sua incolumità. A quel punto, la ragazza va in cerca del bambino che la donna aveva tratteggiato, in precedenza, come un figlio molto malato e con il terrore folle delle immagini riflesse. L’atteggiamento di Jennifer nei confronti del bimbo, rincantucciato in un angolo di una stanza inquadrata con il grandangolo (in modo da rendere maggiore l’effetto di straniamento nell’identificazione tra il personaggio della ragazza e lo spettatore che vede la situazione attraverso lo sguardo dell’ignara giovane), è quello della confortatrice, di colei che ha l’intenzione di preservare il fanciullo già malato dalle brutture di cui si è resa protagonista la squilibrata madre. La ragazza avanza verso il bambino, e lo stesso fa la macchina da presa, invogliata dalla spaventata voce del fanciullo che esorta la ragazza ad andarsene. Improvvisamente si realizza il ribaltamento iconografico che spiazza lo spettatore e genera terrore; un brusco primo piano del bambino, giratosi repentinamente verso l’obiettivo della macchina da presa, gela il pubblico: non si tratta, infatti, di un pargolo bisognoso di cure e protezione, bensì di un mostro caratterizzato da una deformità dall’impatto visivo insostenibile. La tenerezza e la compassione segnano il passo e lasciano il posto allo sgomento e al raccapriccio, l’anelito alla protezione nei confronti del bambino si trasforma in desiderio di fuga. Ma il ribaltamento delle ipostatizzate peculiarità dell’infanzia è soltanto un aspetto della prima età in Phenomena, l’altro si riferisce all’adolescenza e ruota intorno al personaggio di Jennifer. Il doppio legame che Argento instaura intorno all’età puberale è relativo ai concetti di sensibilità ed esclusione. La ragazza è dotata di una sensibilità particolare che la porta ad instaurare un singolare rapporto con gli insetti: fin dal primo contatto con una vespa, avvenuto nell’auto che sta conducendo Jennifer al pensionato appena giunta in Svizzera, si crea un contrasto caratteristico tra l’amore che la ragazza nutre per il piccolo insetto e la reazione dell’istitutrice, la signora Bruckner, terrorizzata dalla possibilità di una puntura. Il contrasto posto all’inizio della storia non fa altro che anticipare i protagonisti di quella conflittualità che la narrazione mostrerà in seguito, fino all’acme della soluzione dell’intreccio, avvenuta grazie all’intervento a sorpresa dello scimpanzé quando la sorte di Jennifer sembrava ormai segnata. La spiccata sensibilità della ragazza diventa lo stigma del diverso per le altre giovani del pensionato, le quali considerano Jennifer dapprima una povera psicopatica, poi addirittura una creatura del demonio, una sorta di ‘signora delle mosche’, come sostiene ad un certo punto la direttrice del collegio. La diversità porta all’esclusione e nel contempo diventa fonte di terrore e di scherno: l’adolescenza in Phenomena è età ambivalente al punto tale da far scattare l’espulsione dal consorzio dei simili nei confronti di chi si distingue in virtù di una diversa ed elevata peculiarità; ma l’allontanamento dalla massa, l’isolamento dalla maggioranza non provoca soltanto l’esclusione dall’insieme, bensì, in modo molto più cruento, l’annullamento fisico e materiale: infatti, le giovani vittime del maniaco omicida sono tutte colte nel loro isolamento, quando il distacco dalla schiera dei propri simili mette a repentaglio la stessa esistenza.

Giampiero Frasca