Wim Wenders nasce il 14 agosto 1945 a Düsseldorf, in una Germania appena uscita rovinosamente dalla Seconda guerra mondiale e popolata dalle truppe di occupazione americane. Cibatosi, durante l'adolescenza, di letteratura poliziesca americana (l'Hard-boiled di Chandler e Hammett) e di musica rock, Wenders, terminati gli studi superiori, si iscrive dapprima alla facoltà di medicina, poi, l'anno seguente, a quella di filosofia, entrambe abbandonate per dedicarsi alla pittura. Si trasferisce quindi a Parigi, dove lavora in un atelier a Montmartre. Parigi gli offre l'occasione di avvicinarsi sensibilmente al cinema: Wenders, infatti, frequenta costantemente le sale della 'Cinémathèque française', nelle quali vede tanto cinema americano da rimanerne influenzato. Nel '67 torna in Germania e si iscrive alla 'Hochschule für Fernsehen und Film' (la scuola superiore di televisione e cinema) di Monaco. Parallelamente, inizia anche un'attività di critico cinematografico per testate come 'Filmkritik' e 'Süddeutsche Zeitung'. Ma questi sono gli anni in cui inizia a cimentarsi in qualità di filmmaker, realizzando documentari e cortometraggi amatoriali e di scarsissima distribuzione, fino a giungere al suo primo lungometraggio, Summer in the City (1969), film-diploma realizzato grazie al budget messo a disposizione dalla 'Hochschule für Fernsehen und Film'. Con il successivo Prima del calcio di rigore (Die Angst Des Tormanns Beim Elfmeter, 1971), Wenders entra invece a contatto con lo scrittore Peter Handke, dal cui omonimo libro il film è tratto. La collaborazione con Handke in qualità di sceneggiatore porterà frutti maturi come Falso movimento (Falsche Bewegung, 1975) e, soprattutto, Il cielo sopra Berlino (Der Himmel Über Berlin, 1987), che molti considerano il capolavoro del regista. L'interesse di Wenders per il cinema e per la cultura americana è evidente nel corso di tutta la sua carriera, non solo per le modalità narrative adottate, ma anche per i costanti riferimenti (alla letteratura, alla musica, ai miti, ai registi ecc.) presenti nelle sue pellicole. Da Nathaniel Hawthorne ricava una trasposizione de La lettera scarlatta (Der Scharlachrote Buchstabe, 1972), da un genere prettamente americano come il Road Movie (il cinema di viaggio che si svolge sulla strada) trae la trilogia formata da Alice nelle città, dal già citato Falso movimento (il quale presenta anche l'influenza del 'romanzo di formazione' tedesco, visto che è liberamente tratto da Gli anni dell'apprendistato di Wilhelm Meister di Goethe) e da Nel corso del tempo (Im Lauf Der Zeit, 1975) - senza contare il ritorno alle stesse dinamiche narrative che si realizzerà nel 1984 con Paris, Texas; da un romanzo di un'altra autrice americana, Patricia Highsmith, e da un'icona ribelle del cinema hollywoodiano - Dennis Hopper - scaturirà L'amico americano (Der Amerikanische Freund, 1977), mentre dall'amicizia con il grande regista Nicholas Ray nascerà il progetto di ritrarre gli ultimi giorni di vita di questi in Lampi sull'acqua (Lightning Over Water - Nick's Movie, 1980). Una carriera, quella di Wenders, caratterizzata da una dialettica costante tra cultura americana e mitteleuropea e da riflessioni sul ruolo del cinema e della visione stessa (si pensi a un film come Fino alla fine del mondo [Bis Ans Ende Der Welt, 1991], solo per fare un esempio). Più recentemente il cineasta tedesco alterna film di finzione e documentari, divertendosi a mescolare i linguaggi, ad avventurarsi in luoghi lontani dalle sue abitudini registiche, così' come a tornare a girare negli Stati Uniti dilaniati nell'identità dopo l'11 settembre. A quest'ultima stagione appartengono tra i film di finzione The Million Dollar Baby (2000), La terra dell'abbondanza (Land of Plenty) e Non bussare alla mia porta (Don't Come Knocking, 2006), tra i documentari Buena vista social club (1999), L'anima di un uomo (The Soul of a Man, 2003). L'ultimo lavoro in ordine di tempo è Palermo Shooting (2008) una fiction semidocumentarista che descrive il capoluogo siciliano in un'operazione cinematografica non troppo distante, per dedizione agli spazi di una città e per la ricerca della sua anima nascosta, da Il cielo sopra Berlino e Lisbon Story (1994) Giampiero Frasca