L'olio di Lorenzo

17/05/2010 Tipo di risorsa Schede film Temi Infanzia Relazioni familiari Salute Titoli Rassegne filmografiche

di George Miller

(USA, 1992) 

Sinossi

Lorenzo Odone ha sei anni ed è affetto da leucodistrofia, una rara malattia causata dalla disfunzione di un enzima che, non riuscendo a metabolizzare i grassi contenuti nel sangue, ne provoca un accumulo eccessivo nel cervello. Non esiste una cura e, i tanti medici cui si rivolgono Augusto e Michaela – i genitori di Lorenzo – sembrano più voler sfruttare il bambino per inutili sperimentazioni che curarlo realmente. I coniugi Odone, però, non si arrendono: incominciano a studiare e, soprattutto, a ragionare sulle reali cause della malattia. Organizzano a proprie spese un simposio di esperti e, confrontando le varie ricerche compiute in tutto il mondo, giungono alla formulazione di un composto formato da due acidi grassi che impediscono la progressione della malattia. Dovranno scontrarsi con gli interessi dei medici, gelosi dei finanziamenti per le proprie inutili ricerche, ma anche con lo scetticismo dei genitori dei bambini affetti dalla stessa malattia di Lorenzo. Alla fine, tuttavia, il loro lavoro verrà riconosciuto a livello internazionale e Lorenzo, paralizzato dalla malattia, forse un giorno potrà tornare a vivere normalmente.

Presentazione critica

Fin dalla didascalia che precede i titoli di testa, gli autori del film hanno tenuto a precisare che la storia cui gli spettatori assisteranno è la cronaca di una vicenda realmente accaduta e che, dunque, il coinvolgimento di chi guarda il film sarà originato non solo dalla capacità propria delle immagini e del racconto di commuovere ma, anche e soprattutto, dal fatto che dietro il narrato esiste un contenuto di verità ineludibile. A ulteriore conferma dei riflessi reali della vicenda degli Odone sulla vita di tante famiglie, al termine del film scorrono le immagini filmate di bambini colpiti dalla leucodistrofia che testimoniano i benefici ottenuti dalla cura messa a punto dai genitori di Lorenzo. Tra queste due cornici, che invitano lo spettatore a una riflessione che travalica il puro e semplice risultato artistico, sta il film, che tenta sia di documentare il dolore e il coraggio di una famiglia, sia di spiegare, a un pubblico poco informato su una malattia tanto rara, la scoperta di un percorso terapeutico condotta più con la forza della volontà e della disperazione che con l’ausilio della ricerca e dei ritrovati scientifici. Lorenzo è il fulcro drammatico di questa dialettica tra dolore e volontà che spinge i suoi genitori a scelte a volte azzardate, spesso dolorose ma, comunque, determinanti. Il corpo martoriato del bambino è l’oggetto di un’impietosa documentazione delle conseguenze di un male che si presume incurabile e, al tempo stesso, è il centro di decisioni tremende dal punto di vista dei riflessi emotivi: cosa fare di fronte a un figlio che, divenuto oramai cieco e sordo, comunica con il mondo esterno soltanto grazie al contatto fisico? Michaela, la madre, decide di dedicare ogni attimo della sua esistenza a mantenere questo collegamento tattile con Lorenzo. Il padre, Augusto, sceglie di staccarsi dal figlio per intraprendere gli studi e le ricerche necessarie a trovare una cura alla malattia. Due atteggiamenti, questi, certamente diversi ma che concorrono a dare al film quel carattere di denuncia che esso deve possedere non solo per fedeltà verso questa particolare vicenda ma anche per fare chiarezza su una visione e soprattutto sul modo di gestire il dolore e la sofferenza tipicamente occidentale. Se la scelta di Michaela di accudire personalmente Lorenzo è dettata dalla scarsa fiducia nella validità terapeutica delle cure prestate da una serie di infermiere che agiscono in base a dei criteri freddamente professionali e che non riescono a stabilire con il bambino un contatto letteralmente epidermico, quella di Augusto (di dedicare tutto il suo tempo a uno studio condotto seguendo un metodo empirico ma, alla fine, efficace) è dovuta alla diffidenza verso la freddezza del dato statistico e la rigidità dei protocolli di ricerca che orientano l’operato degli scienziati. In entrambi i casi emerge un atteggiamento nei confronti della sofferenza che tende a razionalizzare eccessivamente, riducendo al minimo il coinvolgimento emotivo nelle vicende personali di ciascun malato. Allo stesso modo, la decisione di chiamare al capezzale di Lorenzo un ragazzo africano conosciuto anni addietro durante un periodo di permanenza della famiglia nelle isole Comore, quando ancora il bambino era sano, è analoga alla scoperta di Augusto: la cura per la malattia di suo figlio è, infatti, un composto molto simile all’olio d’oliva – l’olio di colza, da allora in avanti ribattezzato come ‘olio di Lorenzo’ – un prodotto diffusissimo nei paesi del Terzo Mondo dove l’incidenza della malattia è praticamente nulla. Da questi due elementi emerge con evidenza uno spunto polemico nei confronti della cultura occidentale, incapace di umanizzare la propria scienza, burocratica nella gestione del dolore, scetticamente cieca nei confronti di quelle soluzioni apparentemente banali che può offrire l’osservazione della natura. A L’olio di Lorenzo e al regista George Miller è possibile muovere soltanto un piccolo appunto: un film tratto da vicende drammatiche realmente accadute come quella della famiglia Odone è, di per sé, un film giusto e necessario che, dunque, non ha bisogno di accrescere la propria carica patetica con una messa in scena del dolore che, a tratti, diviene decisamente insistita. I ridondanti primi piani che cercano la sofferenza sui volti dei due interpreti principali – Nick Nolte e Susan Sarandon – rasentano, a tratti, una sorta di compiacimento che rischia di far fallire un film che, per il resto, risulta decisamente equilibrato. Fabrizio Colamartino  

E' possibile ricercare i film attraverso il Catalogo, digitando il titolo del film nel campo di ricerca. Le schede catalografiche, oltre alla presentazione critica collegata con link multimediale, contengono il cast&credits e una sinossi. Tutti i film in catalogo possono essere richiesti in prestito alla Biblioteca Innocenti Library - Alfredo Carlo Moro (nel rispetto della normativa vigente).