Almeno un terzo degli studenti, nel mondo, non ha potuto accedere alla didattica a distanza. Il nuovo rapporto dell’Unicef Covid-19: are children able to continue learning during school closures? evidenzia i limiti nell’erogazione della didattica a distanza e mostra le profonde disuguaglianze di accesso, con divari significativi tra le diverse regioni.
Il rapporto offre un’analisi rappresentativa a livello globale sulla disponibilità in casa di tecnologie e strumenti per la didattica a distanza tra gli studenti delle scuole di ogni grado, con dati relativi a 100 paesi del mondo.
Secondo i dati dell’indagine, sono quasi un miliardo e mezzo i ragazzi rimasti a casa per la pandemia. I più colpiti dalle disuguaglianze di accesso, gli studenti dell’Africa subsahariana (la metà non è in grado di seguire attività didattiche a distanza).
Gli alunni appartenenti alle famiglie più povere e quelli che vivono nelle zone rurali sono di gran lunga più esposti al rischio di perdere le lezioni durante la chiusura delle scuole.
A livello globale, il 72% degli studenti tagliati fuori dalla didattica a distanza sono quelli che vivono nelle famiglie più povere dei rispettivi paesi, percentuale che sale all’86% nei paesi a reddito medio-alto. Sempre a livello globale, tre quarti degli esclusi vivono in zone rurali.
I dati rivelano tassi di esclusione diversi a seconda delle fasce d’età. «Gli alunni più piccoli – si legge nella presentazione del rapporto - sono quelli che probabilmente sconteranno maggiormente l’esclusione dalla didattica a distanza negli anni più critici del proprio sviluppo. Circa il 70% dei bambini in età prescolare - 120 milioni in numeri assoluti - non riesce ad essere raggiunto da forme remote di didattica, soprattutto a causa dei limiti dell’apprendimento online per i più piccoli, della mancanza di programmi specifici per questa fascia di età e della carenza di risorse nelle famiglie di appartenenza. Ad essere esclusi sono il 29% degli alunni delle scuole primarie - 217 milioni in tutto - e circa il 24% degli studenti delle scuole secondarie di primo grado - 78 milioni -, mentre gli studenti delle superiori sono quelli meno esposti al rischio di rimanere tagliati fuori, con circa il 18% - 48 milioni in tutto - che non possiede in casa le risorse tecnologiche per accedere alla didattica remota».