Violenze domestiche

2009/07/22 Topics Domestic violence

Il cinema e la rappresentazione del maltrattamento e dell'abuso intrafamiliare

 

Sembrerà provocatorio affermare che la rappresentazione che il cinema ha proposto negli ultimi decenni dell’abuso e del maltrattamento su bambini e adolescenti

è probabilmente più fedele alla realtà di quella offerta dagli altri media ma, per molti versi, è proprio così. Mentre televisione e giornali spesso individuano i responsabili di questi atti in persone malate (nei pedofili, ad esempio, un tema affrontato in film come Mystic River o The Woodsman – Il segreto) ed estranee al nucleo familiare del minore, il cinema ha saputo scavare (a volte anche compiacendosene, com’è nella sua natura spetacolare) tra le pieghe di quella normalità familiare che si fa insospettabile coacervo di tensioni represse, mettendo a nudo un fenomeno che, come dimostrano tutti gli studi, si annida spesso tra le mura domestiche. Il maltrattamento fisico di un minore non è quasi mai il tema centrale di un film (con la significativa eccezione di El Bola), spesso perché è legato a contesti sociali degradati nei quali è associato a problematiche altrettanto serie (in La promesse, Padre padrone, Ci sarà la neve a Natale? il maltrattamento è collegato allo sfruttamento della manodopera minorile), per la sua natura di “corollario” di altre forme di abuso forse persino più gravi.
Se, infatti, nei casi di maltrattamento fisico la violenza è tangibile e facilmente individuabile, altre volte il maltrattamento agisce in maniera sotterranea, assumendo i connotati della denigrazione o svalutazione quotidiana (Matilda 6 mitica, Fuga dalla scuola media), dell’indifferenza e dell’incomprensione (Family Life, L’attimo fuggente), della colpevolizzazione dissimulata (I quattrocento colpi, Gente comune). Spesso integrato all’interno di dinamiche familiari consolidate e apparentemente normali, questo tipo di maltrattamento emerge nei film in cui il confine tra abuso vero e proprio e comportamenti a rischio si fa incerto: tanto un atteggiamento iperprotettivo (Il giardino delle vergini suicide, La mela, Autunno) quanto uno eccessivamente permissivo, che confidi troppo sul senso di responsabilità del minore (Voltati Eugenio, L’albero delle pere) o sulla sua capacità di affrontare la realtà senza la guida di un adulto (I bambini ci guardano, Germania anno zero, Incompreso – Vita col figlio), possono sfociare in abuso nel caso in cui ne impediscano, ritardino o distorcano la crescita.

Se tali forme di maltrattamento derivano dell’incapacità dei genitori di stabilire un rapporto affettivo con i figli, l’abuso sessuale è la versione distorta e morbosa di questo scambio: a volte il cinema sembra aver preso alla lettera tale interpretazione, presentando l’incesto tra madri e figli maschi come un atto tollerabile, se non addirittura benefico (La luna, Soffio al cuore), più spesso è sotto la coltre di apparente normalità borghese e sui meccanismi di dissimulazione dell’incesto come sistema di autodifesa dagli stessi minori che alcuni film hanno puntato l’attenzione (Zona di guerra, Happiness, Il dolce domani), confermando che ogni tipo di abuso (e quello sessuale più di ogni altro) perpetrato tra le mura domestiche ferisce il minore materialmente, psicologicamente, ma soprattutto moralmente, incrinando quel rapporto di fiducia verso i genitori fondamentale per affrontare le sfide della vita.

QUANDO LA VIOLENZA LASCIA IL SEGNO
Film nei quali il maltrattamento fisico è il primo passo verso altre forme di abuso.

 

GENITORI IPERPROTETTIVI O "IPER-PROIETTIVI”
Film nei quali la famiglia tende a soffocare i figli nel tentativo di tutelarli o tende a proiettare su di essi le proprie ambizioni.

 

GENITORI DISTRATTI
Quando i genitori contano eccessivamente sulla forza d’animo e sul senso di responsabilità dei figli.

 

L'ORCO TRA LE MURA DOMESTICHE
La doppia tendenza dei film sull’incesto tra ricerca dello scandalo e denuncia accorata.

 

Fabrizio Colamartino

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