La condizione dell’infanzia nel mondo 2025, rapporto Unicef

2025/12/04 Type of resource: Topics: Titles:
copertina del rapporto La condizione dell’infanzia nel mondo 2025

Oltre 400 milioni di bambini, nei Paesi a basso e medio reddito, vivono in condizioni di povertà, privati di almeno due beni di prima necessità come nutrizione e servizi igienici. È quanto emerge dal rapporto dell’Unicef La condizione dell’infanzia nel mondo 2025. Porre fine alla povertà dei bambini: il nostro imperativo comune, lanciato il 20 novembre scorso, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. 

Il documento, basato sui dati provenienti da oltre 130 Paesi a basso e medio reddito, esamina l’entità della povertà multidimensionale misurando le privazioni in sei categorie: istruzione, salute, condizione abitativa, nutrizione, servizi igienici e acqua. L’analisi mostra che 118 milioni di bambini subiscono tre o più situazioni di deprivazione e 17 milioni ne subiscono quattro o più.

Secondo quanto evidenziato dal rapporto, i tassi più elevati di povertà minorile multidimensionale si concentrano nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. I servizi igienici rappresentano la deprivazione grave più diffusa: il 65% dei bambini non ha accesso a una toilette nei Paesi a basso reddito, il 26% nei Paesi a reddito medio-basso e l’11% nei Paesi a reddito medio-alto. 

«La percentuale di bambini che subiscono una o più deprivazioni gravi nei paesi a basso e medio reddito – si spiega nel sito dell’Unicef - è scesa dal 51% nel 2013 al 41% nel 2023, in gran parte grazie alla priorità data ai diritti dei bambini nelle politiche nazionali e nella pianificazione economica. Tuttavia, i progressi stanno rallentando. I conflitti, le crisi climatiche e ambientali, i cambiamenti demografici, l'aumento del debito pubblico e il divario tecnologico sempre più ampio stanno aggravando la povertà. Allo stesso tempo, i tagli senza precedenti agli Aiuti Pubblici allo Sviluppo (APS) rischiano di aggravare la deprivazione dei bambini nei paesi a basso e medio reddito».

La pubblicazione analizza anche la povertà monetaria, che limita ulteriormente l’accesso al cibo, all’istruzione e ai servizi sanitari. Gli ultimi dati disponibili rivelano che oltre il 19% dei bambini nel mondo vive in condizioni di estrema povertà monetaria, sopravvivendo con meno di tre dollari al giorno.

«Sebbene tra il 2013 e il 2023 la povertà sia diminuita in media del 2,5% nei 37 paesi, in molti casi i progressi hanno subito una battuta d'arresto o hanno subito un'inversione di tendenza. In Francia, Svizzera e Regno Unito, ad esempio, la povertà dei bambini è aumentata di oltre il 20%. Nello stesso periodo, la Slovenia ha ridotto il suo tasso di povertà di oltre un quarto, in gran parte grazie a un solido sistema di prestazioni familiari e alla legislazione sul salario minimo».

Il documento, infine, sottolinea che porre fine alla povertà minorile è un obiettivo raggiungibile e ribadisce l’importanza di mettere al centro i diritti dei bambini in tutte le politiche mirate a ridurre la povertà, attraverso alcune strategie, che prevedono diverse azioni: fra queste, integrare le esigenze dei bambini nelle politiche economiche e nei bilanci; fornire programmi di protezione sociale, compreso il sostegno economico alle famiglie; rendere la lotta alla povertà dei bambini una priorità nazionale; ampliare l’accesso ai servizi pubblici essenziali, quali istruzione, assistenza sanitaria, acqua, servizi igienici, alimentazione e alloggio.

Si può leggere la sintesi in italiano del rapporto sul sito dell’Unicef. Sullo stesso sito si può consultare il testo integrale in inglese.

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