Online, sul sito Unicef, due nuovi rapporti sulla mortalità infantile nel mondo

2025/04/04 Type of resource: Topics: Titles:
copertina del rapporto Levels & Trends in Child Mortality

Dal 2000 le morti dei bambini sono diminuite di oltre la metà e i nati morti di oltre un terzo, grazie a investimenti continuativi per la sopravvivenza infantile in tutto il mondo; nel 2022 i decessi infantili sono scesi per la prima volta leggermente sotto i 5 milioni. Tuttavia, i progressi sono rallentati e sono ancora troppi i bambini che perdono la vita per cause prevenibili. È quanto emerge da due nuovi rapporti elaborati dal Gruppo inter-agenzie delle Nazioni Unite per la stima della mortalità dei bambini, di cui fa parte l’Unicef insieme ad altre realtà: Standing Up for Stillbirth. Report 2024 e Levels & Trends in Child Mortality. Report 2024.

Secondo quanto evidenziato dalle due pubblicazioni, il numero di bambini morti a livello globale prima del loro quinto compleanno è sceso a 4,8 milioni nel 2023, mentre le nascite di bambini morti hanno subito un modesto calo, rimanendo comunque intorno a 1,9 milioni.

I decenni di progressi nella sopravvivenza infantile sono ora a rischio perché i principali donatori hanno annunciato o indicato tagli significativi ai fondi destinati agli aiuti. «La riduzione dei finanziamenti globali per i programmi salvavita di sopravvivenza infantile – si legge nel sito dell’Unicef - sta causando la carenza di personale sanitario, la chiusura di cliniche, l’interruzione dei programmi di vaccinazione e la mancanza di forniture essenziali, come i trattamenti contro la malaria. Questi tagli hanno un forte impatto sulle regioni in crisi umanitaria, sui Paesi indebitati e sulle aree con tassi di mortalità infantile già elevati. I tagli ai finanziamenti globali potrebbero anche compromettere gli sforzi di monitoraggio e tracciamento, rendendo più difficile raggiungere i bambini più vulnerabili».

Nei rapporti si sottolinea, fra le altre cose, la necessità di garantire un migliore accesso a un’assistenza sanitaria materna, neonatale e infantile di qualità a tutti i livelli del sistema sanitario: «ciò include assistenza e prevenzione nelle comunità, visite tempestive alle strutture sanitarie e agli operatori sanitari al momento del parto, assistenza prenatale e postnatale di alta qualità, assistenza preventiva per i bambini, come vaccinazioni di routine e programmi nutrizionali completi, diagnosi e trattamento delle malattie infantili più comuni e assistenza specializzata per i neonati piccoli e malati».

I due documenti, inoltre, rivelano che il luogo di nascita di un bambino influenza notevolmente le sue possibilità di sopravvivenza. Il rischio di morte prima dei cinque anni, infatti, è 80 volte più alto nel Paese con la più alta mortalità rispetto a quello con la più bassa; per esempio, un bambino nato nell’Africa subsahariana ha in media 18 volte più probabilità di morire prima di compiere cinque anni rispetto a uno nato in Australia e Nuova Zelanda. All’interno dei Paesi, i bambini più poveri, quelli che vivono nelle aree rurali e quelli con madri meno istruite corrono i rischi maggiori.

Si possono consultare entrambi i rapporti, in inglese, sul sito dell’Unicef.

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