È online, sul sito della Fondazione Ismu, il XXVII Rapporto sulle migrazioni 2021, che contiene anche dati sui minori stranieri non accompagnati e gli alunni con cittadinanza non italiana. La pubblicazione analizza sia l’impatto della pandemia sui flussi migratori e gli immigrati, sia le conseguenze, sotto il profilo migratorio, della drammatica questione afghana.
Secondo le stime del rapporto, al primo gennaio 2021 gli stranieri presenti in Italia sono 5.756.000, 167.000 unità in meno rispetto alla stessa data del 2020 (-2,8%). Il calo dei presenti nel 2020 è perlopiù dovuto agli stranieri regolari non residenti, che scendono a 224mila unità (al primo gennaio 2020 erano 366mila), mentre gli iscritti in anagrafe diminuiscono solo marginalmente (5.013.000 unità al primo gennaio 2021), e il numero degli irregolari resta sostanzialmente invariato, attestandosi sui 519mila (contro i 517mila dell’anno precedente), a causa del ritardo della procedura valutativa delle istanze per emersione di lavoro (207.542) della sanatoria del luglio 2020. «I dati qui riportati – si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito della Fondazione Ismu - restituiscono l’immagine di una popolazione in calo per il secondo anno consecutivo, in virtù, sia della flessione degli ingressi, sia del costante flusso di acquisizioni di cittadinanza».
Vediamo nel dettaglio alcuni dati sui minori stranieri non accompagnati e gli alunni stranieri.
Minori stranieri non accompagnati (msna). Al 30 novembre 2021 i msna erano 11.159 (+69% rispetto allo stesso periodo del 2020, in cui se ne contavano 6.601). Di tutte le domande di protezione presentate nel 2020 nell’Ue+, cioè allargata (i 27 paesi membri, più Svizzera e Norvegia), circa il 4% arriva da msna. Per quanto riguarda le pratiche di accoglienza, in Italia solo il 3% dei msna ha potuto beneficiare dell’affido familiare in alternativa al collocamento in comunità.
Gli alunni stranieri e il sistema scolastico italiano. Gli ultimi dati disponibili relativi all’anno scolastico 2018/2019 rivelano che gli alunni con cittadinanza non italiana (cni) hanno superato le 870mila unità (quasi 20mila in più rispetto all’anno scolastico precedente), pari al 10,3% del totale degli iscritti nelle scuole italiane. «Nonostante il fenomeno attraversi una fase di stasi, dal 2016/17 in avanti il numero degli alunni con cni ha ripreso ad aumentare a fronte del costante decrescere degli alunni italiani: in quattro anni scolastici, la crescita è stata superiore alle 60mila unità».
Per quanto riguarda la provenienza, gli studenti con cittadinanza non italiana sono originari di circa 200 paesi differenti e quasi la metà ha origini europee, ¼ africane, il 20% asiatiche. Romania, Albania, Marocco e Cina costituiscono ancora le comunità più numerose nelle scuole, superando ciascuna di gran lunga le 100mila presenze.
Dal rapporto emerge inoltre che rispetto all’anno scolastico precedente i nati in Italia nel 2019/2020 sono aumentati di 20mila unità e hanno raggiunto oltre 570mila presenze, cioè il 65,4% degli alunni con cittadinanza non italiana.
Anche i dati del 2019/2020 confermano che la maggioranza degli studenti con background migratorio si concentra nelle regioni settentrionali (65,3%), a seguire nelle regioni del Centro (22,2%) e nel Mezzogiorno (12,5%). La Lombardia è, da sempre, la prima regione per numero di alunni stranieri con oltre 224mila presenze (25,6% del totale presente in Italia).
Il rapporto evidenzia che il ritardo scolastico riguarda circa il 30% degli alunni con cittadinanza non italiana (contro il 9% degli alunni italiani). «Rispetto a 10 anni fa la quota di studenti stranieri in ritardo si è ridotta di oltre 10 punti percentuali. Nonostante questi miglioramenti il ritardo rimane ancora molto elevato per i non italiani, soprattutto nelle secondarie di secondo grado in cui il 56,2% degli studenti di origine immigrata è in ritardo di uno o più anni».
Nell’anno scolastico 2019/2020, infine, i liceali fra gli studenti con background migratorio arrivano a rappresentare il 30,9% (con 63.261 frequentanti) degli iscritti non italiani nel secondo ciclo di istruzione e superano, per la prima volta per numerosità, gli iscritti agli istituti professionali (63.117).
Il rapporto è disponibile nella sezione “Pubblicazioni” del sito della Fondazione Ismu.
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