Scappano dalla miseria e dalla guerra per cercare un futuro migliore per loro e per le famiglie rimaste nei paesi di origine. Per arrivare pagano anche 4 mila euro e il loro scopo è lavorare. Ufficialmente, secondo i dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Direzione Generale per l'immigrazione, sono circa 8 mila. Si tratta dei minori stranieri non accompagnati censiti in Italia al 31 dicembre 2007.
Qualche giorno fa è stato presentato a Roma il volume Minori erranti. L'accoglienza ed i percorsi di protezione pubblicato da Ediesse Edizioni per l'ong Terre des hommes e l'associazione Parsec che ci offre uno spaccato piuttosto dettagliato della situazione dei minori stranieri non accompagnati nel nostro paese.
Il lavoro, a cura di Giuliana Candia, Francesco Carchedi, Federica Giannotta, Giovanni Tarzia, affronta il fenomeno in generale per poi passare ai casi di studio di cinque grandi città italiane: Torino, Milano, Venezia, Napoli e Roma.
Nel volume sono messe a confronto, in ognuna di queste città, le motivazioni per le quali viene rilasciato più facilmente il permesso di soggiorno; i requisiti per la conversione alla maggiore età; le possibilità di lavoro con il Pds; le modalità di identificazione e procedure adottate in presenza dei parenti e vengono sottolineati i punti di forza e di debolezza delle reti di dei servizi.
«Il volume è stato preparato con lo scopo di mostrare le disparità di trattamento e definizione dei minori stranieri non accompagnati e offrire ai politici, ai legislatori, alle forze dell'ordine e alle istituzioni suggerimenti per fare in modo che ci sia una regola comune».
Chi parla è Raffaele Salinari, presidente di Terre des hommes, e aggiunge: «La registrazione all'anagrafe dei figli dei migranti non è possibile. Quindi non avendo nome né cittadinanza questi adolescenti diventano invisibili cadendo facilmente nella rete della criminalità arganizzata. Abbiamo lanciato un appello per la raccolta delle firme – continua - affinché si possa modificare questa norma del Pacchetto sicurezza (art. 32 del T.U sull’immigrazione - ndr) che va contro il diritto fondamentale per ogni bambino di avere un nome e ricevere protezione».
La ricerca, durata un anno, è stata portata avanti coinvolgendo, attraverso un questionario, preture, questure e tribunali per minori. Tra le domande veniva richiesta anche la definizione di minore straniero non accompagnato; a quali strutture si appoggiano; chi se ne fa carico e da dove vengono i fondi per l'accompagnamento dei minori.
«Abbiamo censito il loro numero ufficialmente – spiega ancora Salinari – ma soprattutto a Roma, Milano e Palermo ci sono stime, anche delle Forze dell'ordine, che parlano di cifre quattro volte superiori. In totale, a livello nazionale, pare siano attorno ai 25 mila. Non dimentichiamo che i minori sono, per le famiglie che li mandano, un investimento. Da loro si aspettano che trovino lavoro e che mandino a casa i soldi. Sicuramente in futuro assisteremo anche a un abbassamento dell'età per avere la sicurezza dell'inserimento sociale».
A conclusione della ricerca ci sono serie di raccomandazioni rivolte alle istituzioni competenti, affinché si arrivi ad avere un'applicazione omogenea della normativa anche tenendo conto delle buone pratiche rilevate dall'indagine. (sp)
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