“Nati in crisi climatica”, rapporto Save the Children

2021/10/06 Type of resource: Topics: Titles:

I bambini nati nel 2020 saranno esposti alle ondate di calore eccessivo in media sette volte di più rispetto ai loro nonni. I neonati di oggi subiranno anche 2,6 volte in più la siccità, 2,8 volte in più le inondazioni dei fiumi, quasi 3 volte in più la perdita dei raccolti agricoli e il doppio degli incendi devastanti. Il nuovo rapporto di Save the Children Nati in crisi climatica. Perché dobbiamo agire subito per proteggere i diritti dei bambini, realizzato in collaborazione con un team internazionale di ricercatori sul clima guidati dalla Vrije Universiteit Brussel, mette in evidenza l’aumento netto dell’esposizione a una serie di eventi estremi legati al clima dei bambini nati nel 2020 rispetto a quelli nati nel 1960.

Il rapporto, elaborato con la partecipazione e le testimonianze di un gruppo di minorenni tra i 12 e i 17 anni provenienti da vari paesi, è stato lanciato alla vigilia del meeting internazionale PRE-COP26 ospitato dall’Italia a Milano dal 30 settembre al 2 ottobre scorsi in preparazione del summit Onu sulla crisi climatica COP26 che si terrà in Scozia il prossimo novembre.

Secondo quanto evidenziato dalla pubblicazione, anche se l’86% delle emissioni globali di CO2 è responsabilità dei paesi più ricchi, i bambini che vivono in quelli a basso e medio reddito e nelle comunità più svantaggiate saranno colpiti prima e più pesantemente, perché sono già i più esposti alle malattie trasmesse dall’acqua, alla fame e alla malnutrizione, e vivono in alcuni casi in abitazioni precarie o più fragili e vulnerabili in caso di inondazioni, cicloni e altri eventi climatici estremi.

«Gli impatti del cambiamento climatico – si legge nel sito di Save the Children - possono interrompere l’accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione dei bambini più vulnerabili, come nel caso delle bambine penalizzate dalle disuguaglianze di genere, delle popolazioni sfollate o rifugiate, dei bambini disabili e delle popolazioni indigene. I bambini dell’Africa subsahariana dovranno affrontare 2,6 volte più perdite nei raccolti rispetto ai loro coetanei, e i bambini del Medio Oriente e del Nord Africa fino a 4,4 volte di più. Alcuni di questi bambini corrono il rischio di subire questi disastri simultaneamente o in rapida successione, con l’effetto indiretto di rimanere intrappolati in una spirale di povertà a lungo termine».

Il rapporto - disponibile sul sito di Save the Children, nella sezione “Pubblicazioni”- delinea le proporzioni devastanti dell’impatto della crisi climatica sulle nuove generazioni ma allo stesso tempo sottolinea che si può ancora invertire questa tendenza: «se si riuscirà a limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi come sancito dall’obbiettivo dell’Accordo di Parigi, l’esposizione aggiuntiva dei neonati attuali alle ondate di calore eccessivo diminuirà del 45%, del 39% per la siccità, del 38% per le inondazioni dei fiumi, del 28% per la perdita dei raccolti e del 10% per la devastazione degli incendi».

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