Scelte compromesse. Gli adolescenti in Italia, tra diritto alla scelta e povertà educativa minorile è il nuovo report dell’Osservatorio #Conibambini, promosso dalla Fondazione Openpolis e dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
«L’adolescenza – si legge nel volume - non è solo una fase di transizione tra infanzia e età adulta. È l’età in cui ragazze e ragazzi compiono molte delle decisioni che definiranno la loro vita successiva, a partire dalla scuola. Sono proprio questo tipo di scelte (così importanti per il futuro di una persona) e tutte le responsabilità e i rischi connessi a caratterizzare questa fase dello sviluppo. Per accompagnarla, un aspetto decisivo è garantire a tutti, a prescindere dalle condizioni di partenza, di poter decidere liberamente e in piena consapevolezza il proprio percorso. Oggi non sempre è così, per tante ragioni: culturali, sociali, economiche ed educative. Per troppe ragazze e ragazzi la scelta appare già vincolata: dove nasci, in che posto vivi, la condizione sociale della famiglia determinano molti aspetti del percorso. Ne abbiamo avuto una riprova in questi mesi di emergenza Covid. La pandemia ha solo ribadito quanto siano ancora ampie le differenze in termini di accesso ai servizi (come la rete internet) per gli studenti rimasti a casa».
Il report cerca di ricostruire alcuni dei fattori che limitano le opportunità degli adolescenti nel decidere in modo consapevole il proprio futuro: dall’origine sociale e familiare ai livelli negli apprendimenti, dalle prospettive nel territorio in cui si abita all’impatto dell’abbandono scolastico. Fattori sui quali l’emergenza Coronavirus rischia di incidere in modo fortemente negativo.
Secondo quanto evidenziato dall’indagine, i divari sociali sono molto ampi tra gli alunni che frequentano l’ultimo anno della scuola secondaria inferiore: chi ha alle spalle una famiglia con status socio-economico-culturale alto nel 54% dei casi raggiunge risultati buoni o ottimi nelle prove di italiano; per i coetanei più svantaggiati, invece, nel 54% dei casi il risultato è insufficiente.
Dai dati sull’abbandono scolastico emerge che i due terzi dei figli con entrambi i genitori senza diploma non si diplomano a loro volta.
Il report rivela inoltre che nei test alfabetici l’87% dei capoluoghi del Nord Italia presenta un risultato superiore alla media italiana; nell’Italia meridionale e centrale la quota di comuni che superano questa soglia scende rispettivamente al 25% e al 36%. Un dato che, oltre a confermare i profondi divari territoriali tra gli adolescenti italiani, sembra essere legato alla quota di famiglie in disagio nelle città.
Altri dati mettono in luce la relazione inversa, nelle grandi città italiane, tra gli indicatori di benessere economico (ad esempio, il valore immobiliare) e la quota di Neet (giovani che non lavorano e non studiano), i quali spesso si concentrano nelle zone socialmente ed economicamente più deprivate. A Napoli i 10 quartieri con più Neet in ben 8 casi compaiono anche nella classifica delle 10 zone con più famiglie in disagio; a Milano Quarto Oggiaro ha il doppio di Neet rispetto alla zona di corso Buenos Aires; a Roma Torre Angela ha il doppio di Neet del quartiere Trieste.
Il report è disponibile online sul sito di Con i Bambini, nella pagina dedicata.